Ticino Merlani: «Non mi spiego l'aumento dei ricoveri per Covid»

SwissTXT / Red

13.10.2022

Un'infermiera mentre si appresta a vaccinare con la quarta dose di vaccino di richiamo anti-Covid.
Un'infermiera mentre si appresta a vaccinare con la quarta dose di vaccino di richiamo anti-Covid.
© Ti-Press / Samuel Golay

In Ticino i pazienti colpiti da Covid sono raddoppiati in una settimana: per far luce sulla situazione, la RSI ha intervistato il medico cantonale Giorgio Merlani. Nel frattempo nel Cantone, come nel resto del Paese, da lunedì si è entrati nel vivo della campagna per il secondo vaccino di richiamo.

SwissTXT / Red

Il medico cantonale Giorgio Merlani fatica a spiegarsi l'impennata dei ricoveri per Covid in Ticino. Nell'ultima settimana non ci sono stati decessi causati dalla malattia, ma i contagi sono passati da poco meno di 2000 a poco più di 3000, e soprattutto le persone in ospedale sono nuovamente raddoppiate. Potrebbe significare che precauzionalmente, incita la RSI, si ricovera di più?

«È possibile che ci sia un aspetto culturale e una tendenza a essere più o meno attenti al ricovero, però ciò non toglie che due settimane fa erano 40 le persone in ospedale, la settimana scorsa 80, mentre questa settimana 160. E non è che improvvisamente si è deciso di ricoverare il doppio perché è cambiato il parere dei medici in ospedale. Il resto della Svizzera non ha dati di questo tipo e neanche la Lombardia. Quindi è qualcosa di squisitamente locale, che dobbiamo cercare di approfondire», risponde Merlani.

Le varianti attuali sono meno virulente, il SARS-CoV-2 è meno aggressivo e il rischio di un decorso grave è più basso, aveva detto una settimana fa il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini.

E Merlani conferma, ai microfoni della RSI, che «quello che è cambiato siamo noi. In tre anni siamo passati dallo 0% della popolazione che aveva anticorpi che la proteggevano dal virus al 100%. Possiamo anche ammalarci, ma non facciamo più la malattia di marzo 2020, dove le persone avevano una febbre alta, una polmonite grave bilaterale, dovevano essere intubate. E c’erano 120 persone in terapia intensiva e tanta gente moriva».

È però anche vero che i dati «non sono molto incoraggianti».

«La degenza media è molto più corta»

Il medico cantonale sottolinea comunque all'emittente radiotelevisiva che rispetto al passato «la degenza media è molto più corta». In larga misura si tratta di «persone anziane già indebolite per altri motivi» e alcune «erano ricoverate per altre cause e sono rimaste infettate in ospedale».

Se una volta i ricoveri avvenivano «al 99% per il Covid», oggi con una circolazione della malattia così importante non di rado sono pazienti «con il Covid»: vale a dire che sono entrati per altri motivi, m è poi emerso che erano anche infettati dal virus.

Merlani non prevede comunque l'introduzione di misure per l'insieme della popolazione, ma «forse un invito più pressante all'uso della mascherina». È soprattutto laddove ci sono persone particolarmente fragili che i casi vanno evitati e quindi «non limiteremo le visite, ma l'obbligo di adesione alla mascherina nelle strutture pubbliche ospedaliere e sociosanitarie come le case per anziani sarà di nuovo al 100%».

Merlani non è però preoccupato

Il medico cantonale non si dice – all'emittente di Comano – preoccupato di un possibile ritorno all'impatto della pandemia come lo abbiamo conosciuto in passato, «in termini di morti o intasamento delle terapia intensive».

Tuttavia, «il virus continua a circolare e si trasmette in una maniera mai vista prima, per cui dobbiamo imparare a stare tranquilli nelle fasi in cui è tranquillo e, quando accelera, a mettere in atto delle misure che permettano di evitare 160 inutili ospedalizzazioni, sofferenze e ogni tanto anche qualche morto». E appena ve ne è la possibilità, bisogna «accedere al vaccino».

Infatti, secondo Merlani, «3/4, forse addirittura 4/5, delle persone ricoverate in ospedale sono sopra i 65 anni». Il secondo booster è raccomandato agli ultrasessantacinquenni e alle persone fragili: «Se tutte queste persone fossero vaccinate il tasso di ospedalizzazione sarebbe minimo».

Chiaramente la vaccinazione è disponibile anche a chi non rientra in queste fasce a rischio, «ma – conclude Merlani – se mi devo forzare a convincere qualcuno a vaccinarsi, lo faccio con chi rischia un decorso grave, un’ospedalizzazione, un decesso».

La campagna vaccinale in Ticino

Sia in Ticino, che in Svizzera, da lunedì la campagna per il secondo vaccino di richiamo è entrata nel vivo. Come ricorda la RSI, la dose singola è gratuita e disponibile per tutte le persone dai 16 anni che hanno ricevuto l’ultima iniezione o che sono guarite da almeno quattro mesi.

La vaccinazione è fortemente raccomandata a chi a più di 65 anni, o è particolarmente vulnerabile a causa di malattie croniche, alle donne incinte (a partire dal quarto mese) o che allattano, al personale sanitario e in generale a chi è in contatto con persone a rischio.

Oltre alle possibilità offerte da farmacie e studi medici, sono stati allestiti sei centri cantonali e lungo l'arco del mese ce ne saranno altri itineranti, con la possibilità di presentarsi anche in modalità walk-in, senza appuntamento (anche se prenderne uno è consigliato per accorciare i tempi di attesa e «tarare» il dispositivo).

All'Espocentro di Bellinzona, aperto fino a giovedì sera, il successo della prima giornata è stato superiore alle attese: 291 persone. Come confermato alla RSI dal capo sezione del militare e della protezione della popolazione, Ryan Pedevilla, le linee sono state portate da tre a cinque. Le sole strutture cantonali «permettono di vaccinare quotidianamente circa 1'500 persone», spiega.

Per maggiori informazioni su dove accedere al secondo booster in Ticino potete consultare la seguente pagina web.