TicinoMerlani: «Non mi spiego l'aumento dei ricoveri per Covid»
SwissTXT / Red
13.10.2022
In Ticino i pazienti colpiti da Covid sono raddoppiati in una settimana: per far luce sulla situazione, la RSI ha intervistato il medico cantonale Giorgio Merlani. Nel frattempo nel Cantone, come nel resto del Paese, da lunedì si è entrati nel vivo della campagna per il secondo vaccino di richiamo.
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13.10.2022, 12:15
13.10.2022, 14:05
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Il medico cantonale Giorgio Merlani fatica a spiegarsi l'impennata dei ricoveri per Covid in Ticino. Nell'ultima settimana non ci sono stati decessi causati dalla malattia, ma i contagi sono passati da poco meno di 2000 a poco più di 3000, e soprattutto le persone in ospedale sono nuovamente raddoppiate. Potrebbe significare che precauzionalmente, incita la RSI, si ricovera di più?
«È possibile che ci sia un aspetto culturale e una tendenza a essere più o meno attenti al ricovero, però ciò non toglie che due settimane fa erano 40 le persone in ospedale, la settimana scorsa 80, mentre questa settimana 160. E non è che improvvisamente si è deciso di ricoverare il doppio perché è cambiato il parere dei medici in ospedale. Il resto della Svizzera non ha dati di questo tipo e neanche la Lombardia. Quindi è qualcosa di squisitamente locale, che dobbiamo cercare di approfondire», risponde Merlani.
Le varianti attuali sono meno virulente, il SARS-CoV-2 è meno aggressivo e il rischio di un decorso grave è più basso, aveva detto una settimana fa il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini.
E Merlani conferma, ai microfoni della RSI, che «quello che è cambiato siamo noi. In tre anni siamo passati dallo 0% della popolazione che aveva anticorpi che la proteggevano dal virus al 100%. Possiamo anche ammalarci, ma non facciamo più la malattia di marzo 2020, dove le persone avevano una febbre alta, una polmonite grave bilaterale, dovevano essere intubate. E c’erano 120 persone in terapia intensiva e tanta gente moriva».
È però anche vero che i dati «non sono molto incoraggianti».
«La degenza media è molto più corta»
Il medico cantonale sottolinea comunque all'emittente radiotelevisiva che rispetto al passato «la degenza media è molto più corta». In larga misura si tratta di «persone anziane già indebolite per altri motivi» e alcune «erano ricoverate per altre cause e sono rimaste infettate in ospedale».
Se una volta i ricoveri avvenivano «al 99% per il Covid», oggi con una circolazione della malattia così importante non di rado sono pazienti «con il Covid»: vale a dire che sono entrati per altri motivi, m è poi emerso che erano anche infettati dal virus.
Merlani non prevede comunque l'introduzione di misure per l'insieme della popolazione, ma «forse un invito più pressante all'uso della mascherina». È soprattutto laddove ci sono persone particolarmente fragili che i casi vanno evitati e quindi «non limiteremo le visite, ma l'obbligo di adesione alla mascherina nelle strutture pubbliche ospedaliere e sociosanitarie come le case per anziani sarà di nuovo al 100%».
Il medico cantonale non si dice – all'emittente di Comano – preoccupato di un possibile ritorno all'impatto della pandemia come lo abbiamo conosciuto in passato, «in termini di morti o intasamento delle terapia intensive».
Tuttavia, «il virus continua a circolare e si trasmette in una maniera mai vista prima, per cui dobbiamo imparare a stare tranquilli nelle fasi in cui è tranquillo e, quando accelera, a mettere in atto delle misure che permettano di evitare 160 inutili ospedalizzazioni, sofferenze e ogni tanto anche qualche morto». E appena ve ne è la possibilità, bisogna «accedere al vaccino».
Infatti, secondo Merlani, «3/4, forse addirittura 4/5, delle persone ricoverate in ospedale sono sopra i 65 anni». Il secondo booster è raccomandato agli ultrasessantacinquenni e alle persone fragili: «Se tutte queste persone fossero vaccinate il tasso di ospedalizzazione sarebbe minimo».
Chiaramente la vaccinazione è disponibile anche a chi non rientra in queste fasce a rischio, «ma – conclude Merlani – se mi devo forzare a convincere qualcuno a vaccinarsi, lo faccio con chi rischia un decorso grave, un’ospedalizzazione, un decesso».
Sia in Ticino, che in Svizzera, da lunedì la campagna per il secondo vaccino di richiamo è entrata nel vivo. Come ricorda la RSI, la dose singola è gratuita e disponibile per tutte le persone dai 16 anni che hanno ricevuto l’ultima iniezione o che sono guarite da almeno quattro mesi.
La vaccinazione è fortemente raccomandata a chi a più di 65 anni, o è particolarmente vulnerabile a causa di malattie croniche, alle donne incinte (a partire dal quarto mese) o che allattano, al personale sanitario e in generale a chi è in contatto con persone a rischio.
Oltre alle possibilità offerte da farmacie e studi medici, sono stati allestiti sei centri cantonali e lungo l'arco del mese ce ne saranno altri itineranti, con la possibilità di presentarsi anche in modalità walk-in, senza appuntamento (anche se prenderne uno è consigliato per accorciare i tempi di attesa e «tarare» il dispositivo).
All'Espocentro di Bellinzona, aperto fino a giovedì sera, il successo della prima giornata è stato superiore alle attese: 291 persone. Come confermato alla RSI dal capo sezione del militare e della protezione della popolazione, Ryan Pedevilla, le linee sono state portate da tre a cinque. Le sole strutture cantonali «permettono di vaccinare quotidianamente circa 1'500 persone», spiega.
Per maggiori informazioni su dove accedere al secondo booster in Ticino potete consultare la seguente pagina web.