Pandemia Ignazio Cassis a Bellinzona: «Uno per tutti, tutti per uno»

pab

30.3.2020

A Palazzo delle Orsoline si è tenuta una riunione tra il Consiglio di Stato e il Consigliere federale Ignazio Cassis, Capo del Dipartimento federale degli affari esteri.

Il presidente del Consiglio di Stato ticinese Christian Vitta ha aperto la conferenza stampa a Bellinzona facendo osservare un minuto di silenzio in segno di cordoglio per le persone decedute in Ticino e per il dolore dei loro cari.

Al termine, ringraziando, Vitta ha però anche avvertito che purtroppo bisogna aspettarsi altre morti.

Prima del minuto di silenzio il liberale radicale ha voluto ringraziare a nome del Governo ticinese, il Consigliere federale Ignazio Cassis per il sostegno all’interno del Consiglio federale per permettere ai cantoni di mettere in atto delle misure più incisive per frenare la diffusione del nuovo coronavirus.

I ringraziamenti si sono estesi poi alla deputazione ticinese a Berna, al Gran consiglio ticinese e non da ultimo agli altri cantoni che collaborano in ambito sanitario. 

«Uno per tutti, tutti per uno»

Dal canto suo Ignazio Cassis, arrivato al Sud delle Alpi portando in dono due respiratori, ha esordito in latino citando il motto della Svizzera «Unus pro omnibus, omnes pro uno», «Uno per tutti, tutti per uno», inciso a Palazzo federale, sottolineando l’importanza dell’unità in questo periodo di crisi.

Il consigliere federale ha poi ringraziato tutti coloro che sono impegnati nella lotta contro la malattia su tutti i fronti, dal personale sanitario a chi lavora nei negozi, dai docenti ai cittadini che si mettono a disposizione per aiutare chi resta in casa.

Il Consigliere federale, parlando dello scambio intenso avuto nei giorni scorsi tra Bellinzona e Berna, ha poi sottolineato che «la soluzione trovata, che permette al Ticino di adottare misure più restrittive rispetto a quelle in vigore nel resto del Paese, dimostra quanto Berna riconosca la situazione straordinaria che il Cantone sta vivendo e quanto faccia il possibile per sostenerlo».

Ci vuole pazienza

La situazione straordinaria in Svizzera, ha ricordato Ignazio Cassis, è in vigore fino al 19 aprile, ma non sappiamo ancora come sarà la situazione a quella data.

Nonostante la volontà di tutti di ritrovare la normalità, il consigliere federale ha chiesto pazienza nell’affrontare la crisi, esprimendo la speranza che una volta che quest'ultima sarà superata ci troveremo più uniti.

I frontalieri nella sanità continueranno a lavorare in Svizzera

Gli Stati confinanti non hanno intenzione per il momento di precettare il personale sanitario che lavora in Svizzera, ha spiegato Ignazio Cassis.

Le autorità dei Paesi vicini hanno però la possibilità di ricorrere a una tale misura, a seconda di come evolverà l’epidemia. Per scongiurare un tale scenario si punta sulla collaborazione transfrontaliera.

Attivi fuori dalla Svizzera

Il Governo svizzero, ha sottolineato Ignazio Cassis, si è attivato anche al di fuori dei confini per lottare contro l’epidemia.

Il consigliere federale ha citato, fra le altre cose, lo sblocco, avvenuto il 19 marzo, di 26 milioni di franchi per una ditta nello Sri Lanka che produce pezzi fondamentali per la costruzione, da parte della ditta grigionese Hamilton, di respiratori. Ne verranno prodotti tra i 150 e i 300 alla settimana, «produzione che dovrebbe essere sufficiente per il fabbisogno attuale in Svizzera» ha rassicurato Cassis. 

Ha poi anche parlato di azioni diplomatiche molto importanti per sbloccare varie situazioni alle dogane con l'Unione europea per il transito di merci, citando l'esempio di un'importante comanda rimasta alle frontiere con il Lussemburgo prima che si trovasse una soluzione negoziale. Il materiale sanitario (soprattutto mascherine), in arrivo dalla Cina e destinato al Ticino, è così potuto entrare in Svizzera il 26 marzo. 

10'000 turisti svizzeri nel mondo, critiche respinte

Sono ancora poco meno di 10’000 i turisti svizzeri sparsi per il mondo. Finora sono stati rimpatriati circa 1’400 cittadini ha fatto sapere Cassis.

Circa 13’000 persone hanno richiesto qualche forma di supporto da parte delle autorità elvetiche attraverso l’applicazione Travel Admin.

Il consigliere federale, in risposta alle critiche dei cittadini svizzeri che si sono detti abbandonati all’estero ha sottolineato che l’intervento si è strutturato in tre fasi.

Dapprima è stato lanciato un appello a rientrare, quando gli aerei volavano ancora regolarmente. In seguito sono stati organizzati voli di rimpatrio per coloro che non erano riusciti a partire per tempo.

Se poi non sarà più possibile organizzare rimpatri a causa della chiusura degli aeroporti, si gestirà, insieme alle rappresentanze locali, la permanenza fino a quando sarà di nuovo possibile organizzare dei voli.

Cassis: «Non faccio politica spettacolo»

Cassis, intervistato all’uscita del Palazzo delle Orsoline dai microfoni della RSI ha risposto alle critiche di non essere mai apparso in pubblico dall’inizio della crisi e di non aver nemmeno comunicato sui social, con prese di posizione meno formali.

«Non faccio politica spettacolo. Assumo il mio ruolo come capo dipartimento degli affari esteri. Vado alle conferenze stampa quando ho un ruolo da giocare e non per farmi vedere. Vado dai media quando ho qualcosa da dire. Non c’è nessun desiderio di marketing da parte mia in questa situazione. Non devo parlare ai media quando non ce n’è bisogno.»

«La visita qui in Ticino era già prevista da tempo, quando ancora non eravamo in questa situazione. Il Consiglio federale ha delle regole molto chiare in fatto di comunicazione: parla chi deve parlare e ha qualcosa da dire» ha proseguito Cassis.

«È molto importante anche in periodi di crisi poter capire come si parla, è importante spiegare anche come alcune decisioni vengono prese al fine di avere comprensione tra le due autorità decisionali, perché è solo insieme che possiamo farcela» ha poi concluso Ignazio Cassis.

Oltre 100 morti in Ticino, 58 dimessi dagli ospedali

Ha superato la soglia dei 100 decessi il bilancio legato al Covid-19 in Ticino. I morti segnalati lunedì mattina sono 105, 12 in più rispetto a domenica. 

Il numero di casi confermati è invece aumentato di 125: sono ora 1’962 i contagi registrati nel cantone dall'inizio della pandemia. Dal 28.03.2020 sono state dimesse dalle strutture sanitare 58 persone.

I casi confermati di coronavirus in Svizzera, secondo i dati pubblicati oggi dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sono ora 15'475, ovvero 1201 in più rispetto a 24 ore fa. Almeno 295 persone sono morte.

Cassis, specialista in pandemie ed ex medico cantonale

In molti si sono chiesti quale ruolo stia giocando Ignazio Cassis, che fino ad oggi non si era mai espresso pubblicamente sul tema, in seno al consiglio federale, vista la sua vasta esperienza in campo medico e di specialista di pandemie. 

Proprio qualche giorno fa abbiamo pubblicato un approfondimento in merito. 

Numeri e link utili

È utile ricordare che, per tutte le informazioni sul COVID-19 e sulle misure prese dalle autorità, la hotline cantonale ticinese è sempre in funzione dalle 7h00 alle 22h00 allo 0800 144 144. Il sito specifico che il Cantone ha aperto è consultabile in ogni momento cliccando qui.

La Hotline a livello federale risponde invece a tutte le domande 24 ore su 24 al numero +41 58 463 00 00. Il sito della Confederazione sul coronavirus COVID-19 invece è raggiungibile cliccando qui.

È pure attiva a livello ticinese la Hotline per le attività commerciali, che risponde, dalle 9.00 alle 17.00 al numero 0840 117 112.

Per domande specifiche sul lavoro ridotto è disponibile
dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 - 12.00 e dalle ore 13.00 - 16.00 il numero di telefono 091 814 31 03.

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