Nikki Haley will die nächste US-Präsidentin werden
Eine frühere Mitarbeiterin aus seinem Stab macht Donald Trump Konkurrenz: Die Republikanerin Nikki Hailey hat ihre Kandidatur für die US-Präsidentschaftswahlen bekanntgegeben.
14.02.2023
Donald Trump ha ufficialmente il suo primo rivale nelle primarie per la Casa Bianca: la 51enne Nikky Haley, l'ex governatrice del South Carolina che lui stesso trasformò in star del partito nominandola ambasciatrice all'Onu, ha annunciato la sua discesa in campo in nome di «un cambio generazionale».
Haley terrà un discorso formale il 15 febbraio nella storica Charleston, come aveva promesso. Ma ha anticipato l'annuncio in un video di tre minuti e mezzo che ripercorre il suo «american dream» di figlia di immigrati indiani ascesa al successo, sintetizza il suo messaggio politico e attacca Biden insieme alla sinistra dem, anche per la sua cultura «woke» sul razzismo.
Nessun riferimento al tycoon, ma è chiara la sua intenzione di rompere con l'era Trump e il trumpismo quando invoca «una nuova generazione di dirigenti» nella gerontocrazia che accomuna la leadership dei due partiti e allargando la base elettorale su temi concreti.
«I repubblicani hanno perso il voto popolare in sette su otto elezioni presidenziali, questo deve cambiare», ha avvisato. In politica estera, dove è considerata un falco, ha già messo in guardia Russia, Cina e Iran.
Haley in fondo ai sondaggi, ma «Non ho mai perso»
Nei sondaggi per ora parte male, con percentuali ad una cifra. Secondo l'ultima rilevazione Reuters-Ipsos tra elettori repubblicani registrati, Trump guida col 43%, seguito con il 31% dal governatore della Florida Ron DeSantis, che però non ha ancora annunciato la sua candidatura.
L'ex ambasciatrice Onu è ferma al 4% ma si vanta di non aver mai perso una sfida. Inoltre può contare su molti donatori e sul trampolino di lancio del South Carolina, Stato in cui resta popolare e che sarà la terza tappa delle primarie repubblicane.
Unica incognita l'ormai quasi certa discesa in campo del senatore afroamericano del South Carolina Tim Scott, che potrebbe farle concorrenza in casa.
Trump non si è ancora espresso
Haley ha mantenuto sempre un buon rapporto con Trump, anche dopo averlo condannato per l'assalto al Capitol (ma fu contraria all'impeachment).
Aveva promesso di non candidarsi se il tycoon fosse tornato in pista ma le cose sono cambiate. Per ora Trump non ha commentato il suo annuncio, né ha coniato per lei uno degli abrasivi soprannomi che affibbia ai suoi rivali.
Forse perché non la considera ancora una minaccia e magari non esclude di offrirle poi il ticket con lui, in modo da contrapporre una donna (autorevole) ad un presidente che ne ha già una come vice (Kamala Harris, anche lei di origini indiane) e con la quale si ripresenterà probabilmente nelle prossime settimane.
In ogni caso per l'ex presidente è strategicamente un vantaggio avere più candidati, per disperdere il voto dei suoi avversari.
Corsa affollata, ma c'è un solo pericolo per Trump: De Santis
Ai blocchi di partenza ci sono l'ex segretario di Stato Mike Pompeo e il suo ex vice Mike Pence, che tenta di sottrarsi alla testimonianza nelle indagini sull'assalto al Capitol per non inimicarsi le basi di Trump.
Ma il potenziale avversario più pericoloso per il tycoon resta il 44enne Ron DeSantis, che ha appena incassato dal parlamento statale, dominato dal Grand Old Party, una serie di misure da esibire come trofei in campagna elettorale: tra queste, l'ampliamento del suo controverso programma di spedire migranti negli Stati gestiti da politici democratici, il rafforzamento dei poteri dei procuratori contro le violazioni elettorali e il controllo su Disney Word dopo le critiche alla legge «Don't say gay».
Trump lo ha già soprannominato «Desanctimonious» (ipocrita) e attaccato più volte, anche con colpi bassi. «Preparate i popcorn», ha ironizzato qualche dem alludendo che ci sarà da divertirsi come al cinema alle primarie Gop.
Il tycoon però sta conducendo una campagna «low profile», restando vulnerabile alle varie inchieste che lo tallonano: in settimana è attesa la pubblicazione di stralci di quella sulle sue pressioni per ribaltare il voto in Georgia nel 2020.
SDA