Stati Uniti «Trump valuta solo dazi mirati», ma lui nega: «È una fake news»

SDA

6.1.2025 - 20:33

Il presidente eletto Usa Donald Trump
Il presidente eletto Usa Donald Trump
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Una possibile correzione di tiro per evitare l'aumento dei costi e la risalita dell'inflazione per i consumatori americani, che potrebbero essere fatali nelle elezioni di Midterm, facendo perdere ai repubblicani una o entrambe le Camere e bloccando così l'agenda di The Donald. Lo rivela in esclusiva il Washington Post, citando tre persone a conoscenza del dossier.

Keystone-SDA

Poche ore dopo, però, è arrivata la secca smentita del presidente eletto: «L'articolo del Washington Post, citando cosiddette fonti anonime, che non esistono, afferma erroneamente che la mia politica tariffaria verrà ridotta. È sbagliato. Il Washington Post sa che è sbagliato. È solo un altro esempio di fake news».

Nel frattempo, però, il dollaro perdeva nettamente su euro e sterlina, mentre Wall Street e le Borse europee reagivano positivamente tirando un sospiro di sollievo, trainate anche dai titoli delle case automobilistiche per un'altra indiscrezione: secondo Bloomberg, il tycoon, una volta alla Casa Bianca, potrebbe decidere di porre fine ai crediti d'imposta per i veicoli elettrici, come ha promesso in campagna elettorale.

E pazienza per Elon Musk, che avrà modo di rifarsi con i contratti miliardari delle commesse governative, a partire da Space X.

Clima di incertezza che precede l'insediamento di Trump

L'altalena delle notizie riflette il clima di incertezza che precede l'insediamento di Trump e che probabilmente accompagnerà anche la sua seconda presidenza.

Secondo il Washington Post, i dazi potrebbero concentrarsi sui settori chiave che il tycoon vuole riportare in Usa: la filiera di fornitura industriale della difesa (attraverso tariffe su acciaio, ferro, alluminio e rame); le forniture mediche essenziali (siringhe, aghi, fiale e materiali farmaceutici); e la produzione di energia (batterie, minerali di terre rare e persino pannelli solari). In questo scenario il made in Italy sarebbe così graziato.

Nonostante la smentita del presidente eletto, il Washington Post cita anonimamente una delle tre persone che stanno esplorando il piano (Vince Haley, destinato a dirigere il Consiglio per la politica interna della Casa Bianca, Scott Bessent, scelto come segretario al Tesoro, e Howard Lutnick, futuro segretario al Commercio): «La tariffa universale basata sul settore è un po' più facile da digerire per tutti fin dall'inizio. Il pensiero è che se si vogliono fare tariffe universali, perché non iniziare almeno con queste misure mirate? E darebbe comunque ai Ceo un incentivo enorme per iniziare a fare i loro prodotti qui».

I dazi preannunciati da Trump

Trump ha preannunciato dazi del 25% a Messico e Canada (dove ha appena dato il colpo di grazia a Justin Trudeau), del 60% alla Cina e del 10-20% a tutti gli altri Paesi.

Ma, secondo il Washington Post, il nuovo piano più morbido consentirebbe di evitare un contraccolpo pesante sul commercio mondiale, con inevitabili ricadute sugli Usa.

Il tycoon resta comunque contrario alle nozze tra Us Steel e Nippon Steel, che hanno impugnato lo stop di Joe Biden, deciso per motivi di sicurezza nazionale: «Perché vorrebbero vendere la U.S. Steel ora che i dazi la renderanno un'azienda molto più redditizia e preziosa? Non sarebbe bello se la U.S. Steel, un tempo la più grande azienda al mondo, guidasse di nuovo la carica verso la grandezza? Tutto può accadere molto rapidamente!».