La finestra standard di opportunità si è chiusa ma qualche residuo miracolo è forse ancora possibile per chi non è nel triste elenco degli oltre 20'000 morti del sisma che ha colpito Turchia e Siria. Sono passate ben più delle 72 ore che i soccorritori considerano in media la deadline oltre la quale è quasi impossibile trovare sopravvissuti sotto le macerie, ma la forza della vita riesce a superare la media statistica anche con temperature glaciali e senza acqua.
Edifici crollati a Osmaniye, in Turchia.
Un campo di tende a Osmaniye.
Alcune persone camminano a Iskenderun, in Turchia.
Una strada crepata a Golbasi, nella provincia di Adiyaman, in Turchia.
Un'immagine scattata con un drone mostra degli edifici distrutti a Kahramanmaras, in Turchia.
I soccorritori cercano tra le macerie di un palazzo crollato a Kahramanmaras.
Auto e detriti a Kahramanmaras.
I soccorritori cercano tra le macerie a Idlib, in Siria.
Una panoramica della città di Harim in Siria.
I soccorritori al lavoro ad Armanaz, in Siria.
Sismi in Turchia e in Siria - dall'8 febbraio
Edifici crollati a Osmaniye, in Turchia.
Un campo di tende a Osmaniye.
Alcune persone camminano a Iskenderun, in Turchia.
Una strada crepata a Golbasi, nella provincia di Adiyaman, in Turchia.
Un'immagine scattata con un drone mostra degli edifici distrutti a Kahramanmaras, in Turchia.
I soccorritori cercano tra le macerie di un palazzo crollato a Kahramanmaras.
Auto e detriti a Kahramanmaras.
I soccorritori cercano tra le macerie a Idlib, in Siria.
Una panoramica della città di Harim in Siria.
I soccorritori al lavoro ad Armanaz, in Siria.
E il miracolo è avvenuto per Mohammed, 9 o 10 anni, estratto vivo dopo 80 ore dalle macerie di un palazzo di quattro piani crollato nel distretto di Elbistan a Kahramanmaras, luogo dell'epicentro del terremoto del 6 febbraio e che finora ha registrato in totale 650 scosse di assestamento.
Fragile e disidratato, con il pigiama e i calzini a righe che ha addosso da quella notte, ma già con quella flebo che significa vita mentre viene portato via in barella.
Gli applausi della folla hanno festeggiato un altro salvataggio che ha del miracoloso a Belen, nella provincia devastata di Hatay. Gli uomini dell'Afad, l'Autorità turca per la gestione delle calamità, hanno portato alla luce un'intera famiglia, padre, madre e tre figli, dopo 82 ore.
Ha sei anni invece Beren, tirata fuori a Gaziantep dalla squadra della National Disaster Response Force (Ndrf), il corpo indiano di risposta alle emergenze, che sta collaborando con il governo turco nelle aree più colpite.
I video dei soccorsi virali sui social
I video dei telefonini dei soccorritori rimandano le immagini dei salvataggi impossibili che diventano virali sui social e sui siti del mondo e nessuno pensa più a pixellare i volti dei bimbi, must della corretta comunicazione online.
Quei visetti spauriti che in un attimo diventano sorridenti quando rivedono la luce sono l'immagine stessa della bellezza nel buco nero che ha inghiottito migliaia di turchi, siriani, e qualche sventurato straniero di passaggio.
Sopravvissuti sempre più aiutati
Intanto prende una forma più strutturata l'aiuto ai sopravvissuti. Quasi 30'000 persone sono state evacuate da Kahramanmaras su pullman, treni e aerei verso strutture ricettive in varie parti della Turchia.
E si sono sbloccate anche le prime forniture verso la Siria. Il primo convoglio umanitario con le insegne Onu è transitato attraverso il valico di frontiera di Bab al-Hawa verso le zone controllate dai ribelli, ma non si sono placate le polemiche sulle sanzioni internazionali imposte a Damasco nel 2011 denunciate oggi anche dai missionari salesiani secondo i quali «la solidarietà internazionale si è mobilitata ma non trova sempre la via per arrivare ai destinatari ultimi».
In Siria serve assistenza a 11 milioni di persone
Anche l'Onu ribadisce che gli aiuti di emergenza in Siria, dove sono 11 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza, «non devono essere politicizzati».
E il segretario generale Antonio Guterres ha preannunciato un appello per il sostegno dei donatori alla popolazione siriana colpita. Attivato anche un meccanismo europeo, ha fatto sapere l'Ue, per l'aiuto umanitario a Turchia e Siria. Italia e Romania hanno già presentato un piano che prevede la fornitura di tende, sacchi a pelo, materassi, letti, alimenti e vestiti invernali.
Una sopravvissuta: «Preparerò il caffè per tutti»
Un piccolo contributo arriva anche da chi è stato estratto dalle macerie. «Preparerò il caffè per tutti», ha promesso ai soccorritori che l'hanno salvata dalle macerie del suo appartamento un donna di Antakya rimasta sepolta per 83 ore.
«Nonna non ti preoccupare, so che è tanto difficile stare senza la tua bambina però adesso ci sono io», ha detto una bambina turca di 12 anni che ha perso la madre e tutta la sua famiglia, ed è stata ricongiunta con la nonna malata di 83 anni. Storie di ordinario eroismo.