Guerra in UcrainaTrump congela gli aiuti umanitari. Zelensky: «Quelli militari continuano, grazie a Dio»
SDA
28.1.2025 - 20:22
Se l'assistenza militare americana a Kiev per ora continua, numerosi progetti umanitari sono invece stati bloccati a causa del congelamento degli aiuti all'estero decisa per tre mesi dall'amministrazione di Donald Trump.
28.01.2025, 20:22
28.01.2025, 20:47
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E mentre sul terreno continua l'avanzata delle truppe russe, il Cremlino reagisce all'estensione di altri sei mesi delle sanzioni Ue affermando che si tratta di «armi a doppio taglio» che faranno soffrire anche gli stessi europei.
Progetti umanitari congelati per 90 giorni
Fra le prime decisioni del nuovo presidente americano vi è stata quella di sospendere per 90 giorni i programmi di assistenza all'estero in attesa di una revisione dei finanziamenti.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che «la restrizione, per ora, è sui programmi umanitari», e che «gli aiuti militari non sono stati fermati, grazie a Dio».
Ma diverse fonti hanno detto all'agenzia Afp che il congelamento ha colpito tra gli altri le organizzazioni a sostegno dei veterani, i media locali e l'assistenza sanitaria: piccoli organi di stampa locali e gruppi di assistenza hanno annunciato di essere costretti a chiudere.
«La maggior parte dei progetti ha l'ordine di fermarsi», ha dichiarato una fonte della missione dell'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USaid).
Dall'invasione russa del febbraio 2022 l'Agenzia Usa ha fornito all'Ucraina 2,6 miliardi di dollari in aiuti umanitari, 5 miliardi in assistenza allo sviluppo e più di 30 miliardi in sostegno diretto al bilancio, secondo il suo sito web.
Le forze russe avanzano sulla riva destra del fiume Oskol
Il ministero della Difesa russo ha annunciato nel frattempo che le forze di Mosca hanno conquistato un altro centro abitato nella regione ucraina nord-orientale di Kharkiv.
Si tratta di Dvoriche, che secondo fonti citate dall'agenzia Tass sarebbe il primo grande insediamento a cadere in mano russa sulla riva destra del fiume Oskol, una importante barriera naturale che separa le truppe ucraine da quelle di Mosca, finora ammassate sulla riva sinistra.
Per i russi le sanzioni dell'Ue sono «un'arma a doppio taglio»
Il Cremlino ha reagito intanto all'estensione semestrale delle sanzioni contro la Russia decisa ieri dall'Unione europea dopo che è caduta la minaccia di veto dell'Ungheria.
In un primo momento Budapest aveva affermato che non avrebbe dato il consenso se l'Ucraina non avesse ripristinato il passaggio attraverso il suo territorio del gas russo destinato appunto all'Ungheria e alla Slovacchia, sospeso dal primo gennaio.
Ma l'opposizione è caduta dopo che Bruxelles ha annunciato negoziati con Kiev per far riprendere il flusso. «Questo è commercio – ha detto il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov – e la Russia è interessata alla continuazione di questo commercio. A quanto pare l'Ungheria ha ricevuto alcune garanzie e Bruxelles ha annunciato che il processo negoziale verrà ripreso. Monitoreremo da vicino questa situazione».
Quanto alle sanzioni in sé, il portavoce si è detto convinto che «sempre più persone in Europa capiscono che questa è un'arma a doppio taglio, che gli europei soffrono a causa di queste sanzioni»
Civili uccisi su entrambi i fronti
I media ucraini hanno riferito intanto che due persone, tra cui un bambino di 9 anni, sono rimaste uccise e diverse altre ferite a causa di un incendio provocato da un drone russo che ha centrato una impresa civile a Kharkiv.
Mosca ha invece accusato le forze ucraine di avere ucciso a sangue freddo «almeno tra i 300 e i 350 civili» prima di ritirarsi da territori nell'est dell'Ucraina e nella regione russa di Kursk davanti all'avanzata delle truppe russe.
Rodion Miroshnik, il diplomatico del ministero degli Esteri russo incaricato di investigare «i crimini commessi dal regime di Kiev», ha detto che le agenzie investigative russe «hanno cominciato a raccogliere prove per stabilire le circostanze delle esecuzioni di massa».