Guerra in UcrainaIl sindaco di Mariupol: «Il numero dei morti supererà 22'000»
SDA
30.5.2022 - 15:00
Il bilancio degli attacchi russi di Mariupol, giunto finora a 22'000 vittime, potrebbe aumentare in modo significativo.
30.05.2022, 15:00
30.05.2022, 15:03
SDA
Lo afferma il sindaco della cittadina, Vadym Boychenko, sul canale Telegram del Consiglio Comunale, precisando che stanno emergendo nuove sepolture di massa.
«Da metà aprile, gli occupanti hanno seppellito almeno 16'000 residenti di Mariupol in fosse comuni vicino ai villaggi di Stary Krym, Mangush e Vynohradne – ricorda – e altre 5000 persone e più sono state sepolte dai servizi di pubblica utilità entro la metà di marzo». È invece di questo mese di maggio la scoperta di nuove fosse comuni.
Nel vecchio cimitero di Mariupol sarebbero apparse 25 nuove tombe con molti corpi posti su più strati e poi «mascherati» con lastre come se si trattasse di sepolture individuali. Migliaia di morti ancora da contare – aggiunge il sindaco di Mariupol – restano inoltre ancora sotto le macerie, nei cimiteri tradizionali e negli obitori provvisori.
«Abbiamo stimato il bilancio delle vittime a Mariupol in 22.000 persone. Ma sempre più fatti mostrano che le conseguenze del crimine razzista sono molto peggiori. Ciò richiede un'attenzione speciale da parte della comunità internazionale, così come la terribile situazione della popolazione locale nell'occupazione», ha aggiunto il sindaco.
Una quarta fossa comune
Immagini via satellite hanno anche individuato una quarta fossa comune vicino al cimitero centrale di Mariupol.
«L'aggressione russa ha provocato una delle più grandi catastrofi umanitarie a Mariupol», insiste il sindaco. «La città è praticamente distrutta dai bombardamenti russi, priva di energia, acqua e gas, sull'orlo di un disastro ambientale e sanitario».
Oggi – prosegue – oltre 100.000 civili rimangono nella città conquistata dai russi, che hanno dichiarato «il collaboratore Konstantin Ivashchenko» nuovo «sindaco» creando una finta immagine di «vita cittadina tornata alla normalità».