Ma c'è chi smonta le sue teorie Uno storico ne è certo: «Mosca non perderà questa guerra». Ecco perché

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23.1.2024

Vladimir Putin il 14 dicembre 2023 a Mosca.
Vladimir Putin il 14 dicembre 2023 a Mosca.

Jörg Baberowski, dell'Università Humboldt di Berlino, è certo che Vladimir Putin non può perdere la guerra in Ucraina. A suo avviso, il tempo gioca a suo favore. Ma un ex generale non è d'accordo.

P. Dahm

Hai fretta? blue News riassume per te

  • L'esperto di Europa orientale Jörg Baberowski ritiene che la Russia non perderà la guerra in Ucraina.
  • Come argomenti a suo favore cita il sostegno popolare di Putin, la produzione attiva di armi, il risultato delle sanzioni e il reclutamento apparentemente senza sforzo di nuovi soldati.
  • Il minor aiuto da parte dell’Occidente e le imminenti elezioni americane hanno fatto sì che il tempo sia dalla parte della Russia.
  • L'ex generale della NATO Erhard Bühler non è invece d'accordo sul fatto che Mosca sia passata da esportatrice di armi a importatrice.
  • Inoltre a suo avviso il reclutamento non è così semplice come Baberowski lo fa sembrare.
  • Bühler non crede che gli Stati Uniti rinunceranno agli aiuti a lungo termine. Anche gli europei stanno aumentando il loro impegno.

Jörg Baberowski è un esperto quando si tratta di Russia e di Unione Sovietica: è infatti stato per 22 anni professore di storia dell'Europa orientale all'Università Humboldt di Berlino. Ora il tedesco ha rilasciato a «t-online» un'intervista sulla guerra in Ucraina che probabilmente non andrà molto a genio ai sostenitori di Kiev.

Baberowski ne è convinto: «La Russia non perderà questa guerra». Il 62enne spiega, a sostegno della sua tesi, che il regime di Vladimir Putin è stabile, molti membri dell'opposizione hanno lasciato il Paese e il resto della popolazione è unito perché la guerra viene venduta come un conflitto contro l'Occidente.

Secondo Baberowski anche dal punto di vista economico le cose stanno andando meglio di quanto l'Occidente sperasse: «La produzione di armi funziona a pieno ritmo, l'economia della Russia non è crollata, come pensato, a causa delle sanzioni, dato che vengono anche abilmente aggirate e altri Paesi stanno compensando ciò che l'Occidente non è più disposto a fornire».

«Il tempo lavora in favore della Russia»

Inoltre, mentre l'Ucraina fatica a mobilitare personale aggiuntivo, Mosca può facilmente riempire i ranghi dei soldati grazie agli incentivi finanziari. Le nuove reclute provengono «quasi esclusivamente dalle regioni rurali periferiche e questo significa che la popolazione delle grandi città non sente gli effetti della guerra».

Jörg Baberowski, professore di storia dell'Europa orientale all'Università Humboldt di Berlino, in occasione di una conferenza a Erding.
Jörg Baberowski, professore di storia dell'Europa orientale all'Università Humboldt di Berlino, in occasione di una conferenza a Erding.
imago/Sven Simon

Le parti in conflitto sono impegnate in una guerra di logoramento in cui il sostegno occidentale sta diminuendo, mentre gli Stati Uniti si stanno concentrando sempre di più sulla campagna elettorale presidenziale.

«Il Cremlino sta osservando molto da vicino questi sviluppi. Chi sa aspettare ha il potere», afferma lo storico, aggiungendo: «Il tempo gioca a favore della Russia».

Come finirà la guerra? «Putin sarà probabilmente il vincitore, o almeno non il perdente. E gli ex avversari si riuniranno attorno a un tavolo e negozieranno. Il conflitto finirà per esaurimento». A suo avviso, invece di fare del moralismo, l'Occidente deve chiedersi come dovrebbe finire la guerra e come dovrebbero continuare le relazioni interstatali dopo la pace.

Sì, ma...

Nel podcast sull'Ucraina «Che fare, generale?», l'ex comandante della NATO Erhard Bühler risponde a queste affermazioni: «I politici e i militari hanno una cosa in comune: non abbiamo una sfera di cristallo per vedere il futuro». Normalmente le conclusioni si traggono dai fatti, ma dato che non ci sono ancora, si possono solo fare delle ipotesi.

Il comandante della Kfor, generale Erhard Bühler (a sinistra), incontra il comandante supremo ceco Vlastimil Picek a Pristina nel giugno 2011.
Il comandante della Kfor, generale Erhard Bühler (a sinistra), incontra il comandante supremo ceco Vlastimil Picek a Pristina nel giugno 2011.
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«Sì, il regime di Putin è stabile perché ha la popolazione dalla sua parte», ammette Bühler. «È più stabile di quanto molti pensassero». È anche vero che la produzione economica russa non è crollata «nella misura sperata», ma si tratta principalmente di energia e beni per la difesa: «E Putin deve vendere l'energia a basso costo a coloro che ancora la comprano».

Secondo Bühler, l'industria della difesa «funziona a pieno ritmo»: «Attualmente possono costruire 100 razzi e missili da crociera al mese». Ma il consumo di carri armati è superiore alla produzione. Quindi Putin non può più vendere gli armamenti perché il suo stesso esercito ne ha bisogno. La Russia è quindi passata da esportatore di attrezzature belliche a importatore.

«Ma questo non serve a Putin»

Con la mancanza di entrate non sarebbero più possibili investimenti in altri settori dell’economia. Dall’ultima mobilitazione parziale, dopo la quale molti russi hanno lasciato il Paese, si è verificata una carenza di lavoratori qualificati, soprattutto nel settore informatico.

Bühler ricorda anche che Mosca ha mobilitato, in autunno, 300.000 soldati e ha mandato i detenuti al fronte: anche il capo del Cremlino ha dunque difficoltà a reclutare nuovo personale.

«Putin ha, e non c'è dubbio, il maggior potenziale umano», riassume Bühler. «Ma questo non gli servirà a nulla finché non potrà chiedere una seconda mobilitazione. E non si sottrarrà a questo passo senza motivo». Non accadrà nulla prima delle elezioni di marzo per garantire che non perda il sostegno della popolazione.

L'esercito russo perde circa 1.000 soldati al giorno e recluta circa lo stesso numero di nuove leve. Il Cremlino riesce quindi «a malapena» a mantenere il suo inventario. Alla luce degli attacchi dei droni ucraini e delle rivolte in periferia, l'ex generale dubita che la guerra non sia percepibile nelle città russe.

Infine, in termini di sostegno da parte dell'Occidente, Bühler indica un nuovo impegno da parte degli europei. Anche il Congresso degli Stati Uniti prima o poi approverà nuovi pacchetti di aiuti.

Kiev sta inoltre continuando a espandere la sua produzione di difesa. Ma, conclude, l'Occidente deve continuare a «farsi forza».