Elezioni russeMosca boccia il candidato antiguerra che voleva sfidare Putin
SDA
8.2.2024 - 23:44
Le immagini delle lunghe file di cittadini in attesa sotto la neve per mettere la loro firma a sostegno del candidato contro la guerra non sono bastate per dare uno scossone alla politica russa. La Commissione elettorale centrale ha annunciato di aver bocciato la candidatura di Boris Nadezhdin, il politico che aveva definito «un errore fatale» l'intervento militare in Ucraina e intendeva sfidare Vladimir Putin alle elezioni di marzo per impedirgli di ottenere un quinto mandato alla guida del paese.
08.02.2024, 23:44
09.02.2024, 10:43
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Secondo la commissione, oltre 9'000 delle circa 105'000 firme presentate a suo sostegno da Nadezhdin sono risultate non valide. Quindi oltre il 5% che è il limite massimo previsto dalla legge.
Una spiegazione respinta dal candidato, che ha affermato di non voler fare marcia indietro ed ha annunciato un ricorso alla Corte Suprema. «Non avete bocciato me, ma decine di milioni di persone che sperano nel cambiamento», ha affermato Nadezhdin sul suo canale Telegram, invitando i suoi sostenitori a «non mollare».
Come membro di un partito non rappresentato in Parlamento, Iniziativa Civica, per presentarsi candidato Nadezhdin aveva bisogno di almeno 100'000 firme raccolte in 40 regioni del Paese.
Il politico ha detto di averne ottenute non meno di 200'000, «apertamente e onestamente», ma di aver poi fatto una cernita con i suoi collaboratori, presentandone poco più della metà.
«I cittadini hanno sentito la possibilità di un cambiamento»
Le file di persone che sostavano nelle strade di Mosca, San Pietroburgo e altre città del Paese per sostenere Nadezhdin avevano spinto nelle ultime settimane alcuni esponenti dell'opposizione, in Russia e all'estero, ad appoggiare il candidato.
Tra di loro, il magnate del petrolio Mikhail Khodorkovsky, l'ex aspirante candidata Yekaterina Duntsova, l'ex direttore di Radio Eco di Mosca Alexey Venediktov e Ivan Zhdanov, braccio destro dell'oppositore Alexei Navalny, in carcere da tre anni.
«È successo qualcosa a cui molti non potevano credere, i cittadini hanno sentito la possibilità di un cambiamento in Russia», ha detto Nadezhdin. Qualcosa che, stando ad una fonte vicina all'amministrazione presidenziale citata dalla testata dell'opposizione Meduza, ha intimorito il Cremlino, che ha visto questa candidatura trasformarsi all'improvviso «da una storia di nicchia in una storia di massa».
Anche se, aggiunge Meduza, i sondaggi commissionati dal quartier generale di Nadezhdin lo danno attualmente a non più del 7,8% delle intenzioni di voto.
Dal Cremlino una laconica risposta
Dal Cremlino è arrivata solo la laconica risposta del portavoce Dmitry Peskov alla richiesta di un giornalista di esprimere il suo parere: «Non c'è niente da commentare qui, la Commissione elettorale centrale segue in modo preciso le regole stabilite per i candidati. E quello che abbiamo sentito oggi dalla commissione è che c'era un gran numero di irregolarità nelle firme e che molte firme non erano valide».
Oltre a Putin sono tre i candidati ammessi al voto del 15-17 marzo, tutti di partiti considerati parti del sistema di potere e che quindi non sono considerati una minaccia dal Cremlino: Leonid Slutsky, leader del Partito liberaldemocratico (nazionalista), Vladislav Davankov di Persone Nuove e Nikolai Kharitonov del Partito Comunista.
Da parte sua l'Unione europea ha detto di non farsi «illusioni» sull'esito delle elezioni presidenziali in Russia. La bocciatura di Nadezhdin, ha affermato Peter Stano, portavoce per gli affari esteri della Commissione europea, «illustra molto bene l'atmosfera che c'è in Russia al momento.
La campagna elettorale avviene in un ambiente altamente controllato in cui le voci indipendenti, sia dei media che dell'opposizione, vengono costantemente asfaltate».