Guerra Raid sulla città di Zelensky, pure  una bimba tra le 6 vittime

SDA

31.7.2023 - 21:05

La guerra in Ucraina continua a infuriare soprattutto sul fronte sud, anche con attacchi dal valore simbolico. I russi hanno preso di mira la città natale di Volodymyr Zelensky, provocando una nuova strage di civili: almeno 6 morti, tra cui una bimba, e decine di feriti tra le macerie di un condominio.

Gli ucraini hanno inviato altri droni in territorio russo per ricordare al nemico quanto sia vulnerabile. Il conflitto poi prosegue anche sul piano parallelo del grano.

Kiev ha denunciato la distruzione di «180.000 tonnellate» di raccolto da parte delle forze di invasione, e per aggirare l'ostacolo ha strappato un'intesa con Zagabria per garantire l'export attraverso i porti croati.

Kryvyi Rig, città di 600.000 abitanti a sud-ovest di Dnipro dove il leader ucraino è nato e cresciuto, è stata investita nelle prime ore del mattino da un raid con missili balistici.

Che hanno centrato un edificio residenziale di nove piani, provocando un enorme buco sulla facciata e facendo scoppiare un incendio, mentre parte del palazzo è crollato.

Almeno sei  morti e 70 feriti

Le autorità locali si sono subito rese conto della gravità dell'attacco, perché si è temuto che decine di persone fossero rimaste intrappolate nelle macerie.

Almeno sei corpi sono stati recuperati senza vita, tra i quali quelli di una bambina di 10 anni e della mamma, e si sono contati una settantina di feriti.

«I russi continuano a terrorizzare città e persone pacifiche», l'atto d'accusa di Zelensky, che ha visto la sua città bersagliata diverse volte dall'inizio dell'invasione.

La guerra arriva fino a Mosca

Mosca, nel consueto punto sulle operazioni, ha invece posto l'accento su una «intensificazione degli attacchi alle infrastrutture militari» ucraine. Il ministro della Difesa Serghei Shoigu l'ha motivata come una risposta agli «attacchi terroristici contro le infrastrutture civili» condotti dalle forze di Kiev in territorio russo, per compensare il «fallimento della cosiddetta controffensiva».

Un «atto di disperazione», l'analogo commento del Cremlino.

In una fase in cui le incursioni ucraine oltreconfine sono ormai sistematiche. Nell'ultima un drone avrebbe colpito una stazione di polizia nella regione russa di Bryansk, pur senza provocare vittime, ma a fare più rumore è stato il raid effettuato il giorno prima su Mosca, che ha danneggiato due torri nel quartiere degli affari della capitale.

Tanto da far dire a Zelensky che la guerra «sta tornando nel territorio della Russia e nei suoi centri simbolici».

Cosa succede al fronte? Tra avanzate e assedi

La sfida sui simboli è l'appendice di un conflitto che continua senza esclusione di colpi, e soprattutto senza che nessuna delle due parti riesca a prevalere.

Nel sud l'esercito ucraino sta raddoppiando gli sforzi per sfondare le spesse difese nemiche, ed ha rivendicato di continuare a guadagnare terreno nell'area di Bakmhut. L'Armata di Putin tiene alta la pressione su Kherson e nel Donbass e si fa avanti nell'est intorno a Kupiansk, nell'oblast di Kharkiv.

Kiev deve poi spezzare un altro assedio, quello del grano, da quando Mosca ha deciso di non rinnovare l'intesa mediata dalla Turchia. Secondo le autorità ucraine i russi hanno distrutto circa 180 mila tonnellate di raccolti in nove giorni questo mese, colpendo ripetutamente le infrastrutture portuali, a partire da Odessa.

Per trovare una soluzione è stato chiesto un aiuto a Zagabria, con un apparente buon risultato. Il ministro degli esteri Dmytro Kuleba, ricevendo il collega Gordan Grlić-Radman, ha annunciato che c'è un'intesa per «utilizzare i porti croati sul Danubio e sul Mare Adriatico per il trasporto del grano ucraino». Anche la Lettonia ha messo a disposizione i propri porti.

Sul fronte diplomatico tutto appare rimandato al vertice per la pace convocato dai sauditi a Gedda i primi di agosto. Riunione che Mosca «monitorerà», pur senza parteciparvi, ha fatto sapere il Cremlino.

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