Guerra in UcrainaNuova svolta di Biden, «sì» alle mine antiuomo a Kiev: «Per rallentare gli invasori»
SDA
20.11.2024 - 20:42
Sarà pure un'anatra zoppa, ma Joe Biden continua ad alzare il livello dello scontro nel tentativo di rafforzare le difese dell'Ucraina, sempre più in difficoltà a respingere gli attacchi russi.
20.11.2024, 20:42
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All'indomani dell'autorizzazione a utilizzare i missili americani contro obiettivi all'interno della Russia, infatti, il capo del Pentagono Lloyd Austin ha annunciato la fornitura di mine antiuomo a Kiev.
«Hanno bisogno di strumenti che servano a rallentare gli invasori, ce le hanno chieste e penso che sia una buona idea», ha spiegato il segretario alla Difesa durante la sua visita in Laos, annunciando inoltre l'invio di nuove armi e munizioni all'Ucraina per un totale di 275 milioni di dollari.
Volodymyr Zelensky naturalmente ha ringraziato gli Usa definendo le nuove armi «molto importanti» per fermare l'avanzata russa. Eppure l'uso delle mine antiuomo è controverso ed è condannato da diversi gruppi per i diritti umani, che sottolineano il rischio per i civili anche per molti anni dopo la fine dei conflitti.
L'Ucraina è il Paese con più mine al mondo
Di recente l'Onu ha dichiarato in un rapporto che l'Ucraina è già il Paese con più mine al mondo e dal 2022 sono morti 407 civili ucraini e 944 sono rimasti feriti a causa di mine e ordigni inesplosi.
Le mine in generale sono state devastanti nella guerra e la Russia ne ha fatto ampio uso, sia in operazioni di attacco che di difesa. Le armi, infatti, possono essere piazzate a mano o lanciate con razzi e droni dietro le linee nemiche per colpire i soldati mentre si spostano.
Un ampio perimetro di campi minati nell'Ucraina meridionale ha ostacolato una controffensiva ucraina nell'estate del 2023 ferendo gravemente un elevato di soldati ucraini. La maggior parte dei Paesi, inclusa l'Ucraina ma non gli Stati Uniti e la Russia, sono firmatari di una convenzione che vieta l'uso o lo stoccaggio di mine terrestri, il Trattato di Ottawa del 1997.
Missili Storm Shadow lanciati per la prima volta contro la Russia
Biden in passato è sempre stato prudente sulla fornitura di questi dispositivi letali, tuttavia dalle elezioni del 5 novembre vinte da Donald Trump il commander-in-chief sembra aver deciso che i potenziali benefici di azioni così audaci superino i rischi di un'escalation. Trascinandosi dietro anche gli alleati.
Così, a neanche 24 ore dai primi Atacms piombati in territorio russo, anche missili Storm Shadow di fabbricazione britannica sarebbero stati lanciati per la prima volta contro obiettivi all'interno della Russia, come ha riferito il Guardian.
Il portavoce del primo ministro Keir Starmer ha rifiutato di commentare, ma immagini non verificate diffuse su Telegram sembrano effettivamente mostrare frammenti di uno Storm Shadow all'interno della regione di Kursk.
Se fosse confermato, l'uso dei missili britannici mancherebbero all'appello solo gli Scalp della Francia, che finora ha avuto una posizione vaga sull'uso che le forze di Volodymyr Zekenksy dovrebbero farne, un atteggiamento che il presidente francese Emmanuel Macron ha definito di «ambiguità strategica».
In passato Parigi ha fatto sapere di non avere bisogno dell'ok di Washington per autorizzare l'uso dei suoi missili in territorio russo ma finora non ci sono stati segnali in questo senso.
Anche Pyongyang ha fornito nuove armi al Cremlino
Intanto, l'agenzia di intelligence della Corea del Sud ha avvertito in un'audizione parlamentare che Pyongyang ha fornito nuove armi al Cremlino, tra cui obici e lanciarazzi multipli. «Con 11mila soldati nordcoreani in prima linea nel Kursk, è probabile che emergano vittime.
Sono in corso sforzi per valutare operazioni specifiche e l'entità delle perdite subite del Nord», hanno precisato i vertici del Nis, ricordando che le truppe sono state trasferite nella regione alla fine di ottobre dopo aver completato l'addestramento nella Russia nordorientale.
Le truppe di Pyongyang in Russia dovrebbero essere sotto la guida di Kim Yong Bok, un generale fedelissimo del leader nordcoreano Kim Jong-un.