Guerra Esplosione a Nizhny Novgorod, ferito gravemente lo scrittore russo Prilepin, un sospetto confessa

SDA

6.5.2023 - 19:45

La macchina del giornalista nazionalista russo Zakhar Prilepin è esplosa a Nizhny Novgorod. L'uomo è sopravvissuto ma è ferito. Mosca incolpa Stati Uniti e Gran Bretagna, per Kiev invece lo scrittore è stato vittima della repressione del Cremlino. Un individuo è stato fermato e avrebbe confessato il crimine.

Secondo le prime ricostruzioni, un ordigno potrebbe essere stato piazzato sotto il veicolo. Stando all'agenzia Ria Novosti, un sospetto è stato arrestato.

Lo scrittore è veterano della guerra in Cecenia, dove faceva parte delle unità speciali antiterrorismo della polizia russa. Prilepin si trovava nel villaggio di Pionerskoye, circa 400 chilometri a est di Mosca, per una vacanza in famiglia.

Le condizioni dello scrittore nazionalista russo sono gravi mentre il suo autista è morto a causa dell'esplosione dell'auto su cui viaggiavano. Lo hanno dichiarato i rappresentati regionali del ministero dell'interno russo all'agenzia Interfax. Non ci sono altri feriti.

Un sostenitore dei separatisti del Donbass

Prilepin, 47 anni, è stato in passato membro del Partito nazionale bolscevico, poi messo fuori legge. Successivamente è entrato nel partito Russia Giusta, sostenendo posizioni nazionaliste. Fin dal 2014 è impegnato nel sostegno ai separatisti del Donbass ucraino.

Non solo con gli scritti e le frequenti apparizioni televisive, ma anche concretamente. Fino al 2018, infatti, ha comandato un battaglione che combatteva tra le forze dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.

Portato in aereo a Mosca?

«Un'aeroambulanza è stata inviata a Nižnij Novgorod per trasportare Prilepin. Dovrebbe essere trasportato in un ospedale di Mosca per le cure», hanno spiegato i servizi di emergenza. Prilepin è stato ferito alle gambe nel corso dell'esplosione. Secondo una prima ricostruzione, la guardia del colpo dello scrittore ha visto alcuni uomini avvicinarsi all'automobile e li ha cacciati.

«Si suppone che stessero spiando Prilepin e che abbiano piazzato l'ordigno sotto la sua macchina. La ricerca è in corso», hanno affermato le autorità.

Un sospetto fermato confessa

Nel frattempo, un uomo è stato fermato a Nizhny Novgorod perché sospettato di essere coinvolto nell'attentato al blogger e corrispondente di guerra Prilepin. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti citando il servizio stampa del ministero dell'Interno. Per la commissione d'inchiesta russa, l'attentato «è un atto terroristico».

L'uomo «ha confessato» di avere provocato l'esplosione con una bomba azionata a distanza «su istruzione dei servizi segreti ucraini». Lo afferma il Comitato investigativo russo citato dalla Tass.

Il Comitato investigativo ha detto che il fermato, Alexander Permyakov, ha confessato di avere posto un ordigno sulla strada che l'auto di Prilepin doveva percorrere e l'ha fatto saltare in aria a distanza al passaggio della vettura.

Mosca accusa USA e Gran Bretagna

L'attentato contro Prilepin segue quelli in cui sono rimasti uccisi altri due noti personaggi sostenitori sui media dell'intervento in Ucraina: nell'agosto dell'anno scorso Darya Dugina, figlia del filosofo nazionalista Alexander Dugin, e lo scorso mese Vladlen Tatarsky (al secolo Maxim Fomin).

Secondo Mosca gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno una «responsabilità diretta» nell'attentato compiuto oggi contro Prilepin, uno dei più noti blogger e corrispondenti di guerra russi, scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.

«Washington e la NATO hanno nutrito un'altra cellula terroristica internazionale, il regime di Kiev», ha scritto Zakharova. «Bin Laden, l'Isis, e adesso Zelensky con i suoi criminali, responsabilità diretta degli Usa e della Gran Bretagna», ha aggiunto la portavoce, per poi concludere: «Preghiamo per Zakhar».

Kiev: «Prilepin vittima della repressione russa»

Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha accusato gli stessi russi di essere dietro all'attentato contro Zakhar Prilepin.

«Moloch (divinità alla quale si offrivano sacrifici umani) è sempre prevedibile. Non smette mai di masticare. Prima divora i suoi nemici, poi divora persone a caso e infine divora i suoi. Per prolungare l'agonia del «clan di Putin» e per mantenere l'illusorio «controllo totale», la macchina repressiva russa accelera i ritmi e rastrella tutti, compresi (per un dessert particolarmente squisito) gli attivisti Z e V. Alla vigilia del crollo, Mosca sarà estremamente cupa», ha scritto su Twitter.

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