La Russia è esaustaLe turbolenze in Siria e in Georgia mettono sotto pressione anche Putin
Philipp Dahm
4.12.2024
Bashar al-Assad sta lottando per mantenere il potere in Siria e il suo amico Vladimir Putin non è in grado di aiutarlo. Le proteste in Georgia dimostrano inoltre che il Cremlino è più debole di prima a causa della guerra in Ucraina.
Philipp Dahm
04.12.2024, 06:01
Philipp Dahm
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Le basi russe in Siria sono importanti per Mosca: se dovessero cadere, verrebbe a mancare un trampolino di lancio nel Mediterraneo e l'influenza di Vladimir Putin in Medio Oriente si ridurrebbe notevolmente.
L'offensiva dei ribelli potrebbe addirittura portare a un ritiro caotico dei russi, come nel caso dell'esercito statunitense in Afghanistan.
Se Bashar al-Assad venisse rovesciato, anche l'Iran, alleato della Russia, perderebbe la sua influenza nel Mediterraneo.
Le proteste in Georgia ricordano al Cremlino il «Maidan in Ucraina», ma a quanto pare Putin non ha la forza di agire contro le manifestazioni.
I focolai ai margini della sfera di potere sono alimentati dai problemi politici interni della Russia.
Vladimir Putin ha investito in Siria per anni e il Cremlino sostiene il regime di Bashar al-Assad dall'inizio della guerra civile nel 2011. In cambio il sovrano permette a Mosca di mantenere delle sue basi militari in Medio Oriente.
Quella di Hmeimim è entrata in funzione nel settembre del 2015: oltre a bombardieri e aerei multiuso, anche carri armati, artiglieria ed elicotteri proteggono la base che si trova nel governatorato di Latakia.
Qui vive la maggior parte degli alawiti, ossia la minoranza sciita a cui appartiene anche al-Assad.
La base navale di Tartus ha invece ospitato per la prima volta dei soldati dell'Unione Sovietica nel 1971. Lo squadrone mediterraneo della Marina russa ha, dal canto suo, un porto in Siria dal 2013 e dal 2017 la base è stata ampliata ed estesa.
La Russia sta perdendo il suo trampolino di lancio nel Mediterraneo?
Dato che la Turchia limita il passaggio attraverso i Dardanelli nel Mar Nero per le navi russe in tempo di guerra, Tartus non è solo l'unico porto utilizzabile nel Mediterraneo per il Cremlino, ma anche un importante trampolino di lancio per i collegamenti con l'Africa orientale.
È anche l'unico jolly di Putin nel gioco del poker politico in Medio Oriente. Quindi se questo punto d'appoggio viene meno, il 72enne perderà anche influenza.
A seconda di quanto resisteranno i soldati di Assad e della determinazione con cui i ribelli avanzeranno, la Russia potrebbe addirittura trovarsi di fronte a una ritirata caotica come quella subita dalle truppe statunitensi in Afghanistan.
Naturalmente il Cremlino sosterrebbe il sovrano, ma dallo scoppio della guerra in Ucraina, Putin ha ritirato molte truppe di terra dalla Siria. L'unico modo in cui Mosca può ancora esercitare una certa influenza è dunque attraverso gli attacchi aerei, come quelli su Idlib, controllata dai ribelli.
In pericolo anche l'influenza di Teheran sul Mediterraneo
L'offensiva contro le truppe governative dimostra anche che l'importanza di Teheran nella parte occidentale del Medio Oriente sta diminuendo.
Non è un caso che i ribelli abbiano colpito proprio quando Israele ha firmato un cessate il fuoco con Hezbollah, gravemente indebolito dagli attacchi di Gerusalemme.
"Civilians here told us the Syrian regime is trying to conduct a state of fear."
Reporter in Syria Nour Qormosh has been seeing the damage from an air attack on Aleppo’s university hospital, which was hit after rebels took control of most of the city. pic.twitter.com/yikK2EPU4J
La milizia sciita ha sempre difeso il regime di Assad, ma ora i combattenti non hanno la forza necessaria. Se i ribelli dovessero rovesciare il regime di Damasco, l'accesso dell'Iran al Mediterraneo sarebbe bloccato. Teheran non avrebbe in sostanza più accesso alle alture del Golan, al confine con Israele.
Gli sviluppi in Siria sono quindi problematici sia per Teheran che per Mosca. E non è solo in Medio Oriente che la Russia rischia di perdere terreno: anche in Georgia le cose stanno andando diversamente da come Putin vorrebbe.
Continuano infatti le proteste contro il neoeletto governo filorusso, che vuole sospendere il riavvicinamento all'UE per i prossimi anni.
La Georgia ricorda al Cremlino l'Ucraina
«Abbiamo visto eventi simili in tutta una serie di Paesi», afferma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov a proposito degli incidenti nel Paese vicino.
Quest'ultimo allude a ciò che ha riportato l'Ucraina sulla rotta occidentale ben dieci anni fa: «Il parallelo più diretto che si può tracciare è quello con gli eventi di Maidan in Ucraina».
Il Ministero degli Interni di Tbilisi ha annunciato che negli ultimi giorni sono state arrestate 227 persone e 21 agenti di polizia sono rimasti feriti. Citando invece il Ministero della Sanità, l'agenzia «Interpressnews» ha riferito che 37 persone sono state portate in ospedale nella serata di lunedì.
Putin investirebbe certamente di più nel Governo del primo ministro Irakli Kobakhidze, che gli è amico, se solo avesse più riserve. Ma anche se l'esercito russo sta facendo buoni progressi in Ucraina e a Kursk, il Cremlino non ha nulla da regalare al momento.
Problemi sul fronte interno
Alla Russia mancano infatti soprattutto i soldati, anche a causa delle perdite sempre più ingenti sul terreno ucraino. Ciò diventa evidente quando Mosca fa arrivare rifornimenti dalla Corea del Nord o paga bonus sempre più alti per le reclute.
C'è inoltre anche una carenza di manodopera sul fronte interno.
I problemi economici della Russia, alimentati dall'indebolimento del rublo, dalle sanzioni occidentali e dal passaggio a un'economia di guerra, stanno peggiorando la situazione. Nel nuovo bilancio, il 32,5% della spesa è destinato al settore militare, anche se quest'anno è già al 28,3%.
Unemployment in Russia reaches the lowest level since 1991 after dropping to 2.3%
Gli sviluppi in Siria, Georgia e Ucraina indicano che la pressione su Putin sta aumentando. Se la Russia riuscirà a superare questa crisi di potere sarà probabilmente chiaro solo nei prossimi tre o quattro mesi, quando l'insediamento di Donald Trump rimescolerà le carte geopolitiche.
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