Tensioni Le guerre irrompono al vertice dei Brics a Kazan, Xi: «Basta benzina sul fuoco»

SDA

23.10.2024 - 20:03

Le guerre in Medio Oriente e in Ucraina hanno fatto irruzione nei lavori del vertice dei paesi del Brics in Russia, con appelli dei vari leader a iniziative per riportare la pace. Ma sul conflitto ucraino la dichiarazione finale non si è spinta oltre un generico apprezzamento delle «proposte di mediazione» da vari paesi, senza attribuire responsabilità. 

Il primo ministro indiano Narendra Modi, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping prima della sessione plenaria del Vertice BRICS a Kazan, Russia, il 23 ottobre 2024. 
Il primo ministro indiano Narendra Modi, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping prima della sessione plenaria del Vertice BRICS a Kazan, Russia, il 23 ottobre 2024. 
KEYSTONE/EPA/ALEXANDER ZEMLIANICHENKO / POOL

È rimasto quindi inascoltato l'appello dell'Ue che invitava i partecipanti al summit della città di Kazan a «chiedere a Vladimir Putin (il presidente russo) di porre immediatamente fine alla guerra contro il popolo ucraino».

Decisamente al di sotto delle aspettative anche le conclusioni sul processo per la costruzione di un sistema di pagamenti alternativo al dollaro e allo Swift che consenta ai paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi Uniti e Iran) di continuare i commerci e gli investimenti reciproci evitando gli ostacoli conseguenti alle sanzioni occidentali.

Durante la sessione plenaria Putin ha affermato che «il dollaro viene usato come un'arma» dagli Usa. Una posizione ribadita dal presidente iraniano Massud Pezeshkian. Ma nel documento finale ci si limita ad incoraggiare «il rafforzamento delle reti bancarie all'interno dei Brics» e «i pagamenti in valute locali», rimandando eventuali decisioni più incisive a «future discussioni».

Ucraina subito sul tavolo

Il tema dell'Ucraina è stato subito posto sul tavolo dal presidente cinese Xi Jinping, che ha parlato di iniziative di quelli che ha chiamato gli «amici della pace»: la stessa Cina, il Brasile e altri paesi del cosiddetto Sud globale. L'obiettivo, ha aggiunto Xi, è quello di «prevenire l'escalation», convincendo le parti ad astenersi dal «gettare altra benzina sul fuoco».

«Ci sono due guerre in atto che potrebbero estendersi a tutto il mondo», e quindi vanno fermate, gli ha fatto eco il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che interveniva in videoconferenza.

Il Cremlino ha dichiarato che «molti paesi» che partecipano al vertice «esprimono la loro disponibilità a fungere da mediatori» e che Putin «accoglie con favore» questi sforzi. Ma l'Ucraina è menzionata solo una volta nelle 43 pagine della dichiarazione finale, laddove si prende atto «delle relative proposte di mediazione e di buoni uffici volti a garantire una soluzione pacifica del conflitto».

Discussa anche la crisi in Medio Oriente

L'Ucraina sarà tra i temi al centro del colloquio in programma domani, giovedì, tra il presidente russo e il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, arrivato oggi a Kazan. Così come la situazione in Medio Oriente, sottolineano fonti russe.

In merito a quest'ultima crisi, le prese di posizione nei lavori odierni sono state molto più esplicite. Nella dichiarazione finale i Brics chiedono tra l'altro «l'immediata cessazione delle ostilità» in Libano e sottolineano «la necessità di preservare la sovranità e l'integrità territoriale» del paese.

Diversi incontri bilaterali per Putin

Viene inoltre invitato Israele a mettere fine agli attacchi alla Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite (Unifil). Del conflitto mediorientale Putin ha parlato in incontri bilaterali avuti nelle ultime ore con Pezeshkian e con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che non fa parte dei Brics.

A Mosca è intanto arrivato per una serie di colloqui il vice capo dell'ufficio politico del movimento islamista al potere a Gaza Hamas, Musa Abu Marzouk, dopo una prima visita nel giugno scorso.

Anche Xi ha avuto due incontri bilaterali: con Pezeshkian e con Narendra Modi. Un colloquio di particolare valore quello con il premier indiano, perché è il primo vertice tra i due paesi dopo i sanguinosi scontri alla frontiera indo-cinese nel 2020. L'incontro è arrivato sulla scia dell'accordo sui pattugliamenti del confine conteso annunciato all'inizio di questa settimana.

Cina e India «dovrebbero rafforzare la comunicazione e la cooperazione, gestire adeguatamente i conflitti e le differenze e realizzare i reciproci sogni di sviluppo», ha detto Xi. Mentre Modi ha sottolineato che «le relazioni tra India e Cina sono molto importanti non solo per i nostri popoli, ma anche per la pace, la stabilità e il progresso globale».

SDA