Guerra in Ucraina Il gruppo Wagner annuncia: «Bakhmut è nostra». Ma Kiev smentisce

SDA

4.4.2023 - 08:30

Un cingolato ucraino guida verso posizioni di prima linea vicino a Bakhmut.
Un cingolato ucraino guida verso posizioni di prima linea vicino a Bakhmut.
KEYSTONE

La battaglia senza fine di Bakhmut si combatte anche con le armi della comunicazione o della propaganda. Gli invasori stavolta si sono affidati a un video, in cui Yevgeny Prigozhin ha annunciato di aver issato la bandiera russa sul tetto del municipio, rivendicando che la cittadina del Donbass è «tecnicamente» in mano alle sue milizie. Immediata la replica di Kiev: tutto falso. La conferma degli USA: «Non è finita, gli ucraini resistono».

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, annuncia la presa di Bakhmut dopo mesi di scontri violentissimi.
  • Ma Kiev smentisce: «Il nemico non ha interrotto il suo assalto, ma gli ucraini difendono la città con coraggio».
  • A sostegno della tesi ucraina anche la Casa Bianca: «Possiamo confermare che gli ucraini sono ancora nel pieno nella battaglia e non sono stati cacciati».

Dopo mesi di scontri violentissimi, che hanno ridotto Bakhmut in macerie e sono costati la vita a migliaia di soldati di entrambi gli schieramenti, i pretoriani della Wagner che guidano gli assalti per conto di Mosca hanno proclamato una vittoria di fatto. Il loro leader, lo 'chef di Putin', si è fatto immortalare con consueta mimetica ed elmetto, imbracciando una bandiera, ripreso da quello che sembra un visore notturno: «2 aprile, 23 in punto. Dietro di me l'edificio dell'amministrazione comunale di Artemovsk (la denominazione russa di Bakhmut). Questa è la bandiera russa e i comandi che hanno preso il municipio e l'intero distretto centrale le posizioneranno», ha annunciato Prigozhin.

Aggiungendo che «tecnicamente abbiamo preso Bakhmut», mentre «il nemico è rimasto nei quartieri occidentali». Un proclama corredato da un gesto ancora più plateale: una dedica, proprio sulla bandiera, alla «memoria» del blogger ultranazionalista Vladlen Tatarsky, ucciso in un attentato in un caffè di San Pietroburgo.

I due erano considerati vicini, accomunati dalle ripetute critiche contro il comando militare di Mosca per gli scarsi successi nell'offensiva in Ucraina.

La replica di Kiev: «Gli ucraini difendono la città con coraggio»

La replica di Kiev su Bakhmut è arrivata nello spazio di poche ore. «Il nemico non ha interrotto il suo assalto, ma gli ucraini difendono la città con coraggio», ha fatto sapere lo Stato maggiore. Mentre il comandante delle forze di terra Alexander Syrsky ha incontrato i suoi soldati proprio in città. Quanto a Volodymyr Zelensky, si è limitato a confermare che il fronte resta «particolarmente caldo».

Dello stesso tenore le valutazioni della Casa Bianca: «Non posso confermare che i russi abbiano preso il controllo di Bakhmut ma posso confermare che gli ucraini sono ancora nel pieno nella battaglia e non sono stati cacciati», ha riferito John Kirby.

È interessante, invece, il silenzio della Difesa russa, che nel briefing quotidiano non ha fatto menzione di alcun progresso in città: forse l'ennesima spia della guerra intestina tra il ministro Serghei Shoigu e il cane sciolto Prigozhin. Con Bakhmut come trofeo da contendersi, per poter rivendicare un primo successo sul terreno dopo tanti passi falsi.

Gli ucraini continuano a tenere testa al nemico

Dopo 14 mesi di guerra, in effetti, gli ucraini continuano a dimostrare di essere in grado di tenere testa al nemico. In attesa di ulteriori forniture militari promesse dagli occidentali. Quelle americane dovrebbe arrivare in settimana, e nel frattempo la Polonia ha consegnato i primi Mig.

Zelensky andrà proprio a Varsavia mercoledì prossimo, ma la sua giornata è stata dedicata alla visita del villaggio di Yahidne, nell'oblast di Chernihiv. Per ricordare la prigionia di 400 residenti in un seminterrato di 200 metri quadrati, nel primo mese dell'invasione. «Ci prepariamo per liberare la nostra terra», anche se «è difficile dire come e quando ciò avverrà», ha sottolineato il leader ucraino, che era accompagnato dalla segretaria generale del Consiglio d'Europa Marija Pejcinovic Buric e dal vicecancelliere tedesco Robert Habeck.

La risposta di Mosca è la progressiva militarizzazione della Bielorussia. Il Cremlino ha reso noto che è iniziato l'addestramento degli equipaggi alleati per il sistema missilistico Iskander. Mentre l'ambasciatore a Minsk Boris Gryzlov ha riferito che le armi nucleari russe saranno dispiegate «ai confini occidentali dello Stato dell'Unione». Pericolosamente vicino alla Polonia.

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