Controffensiva La bandiera ucraina sventola sui primi villaggi riconquistati

SDA

11.6.2023 - 22:27

Su almeno tre piccoli villaggi del Donetsk è tornata a sventolare la bandiera giallo-blu dell'Ucraina. L'insediamento di Blagodatnoye, di cui si è appreso nella mattinata di domeinca, poi quelli di Neskuchne e Makarovka, tutti difficili persino da trovare su Google per calcolare la profondità nelle linee russe.

In queste immagini d' maggio, soldati ucraini sparano con un cannone vicino a Bakhmut, una città dell'est dove si sono svolti duri combattimenti contro le forze russe, nella regione di Donetsk.
In queste immagini d' maggio, soldati ucraini sparano con un cannone vicino a Bakhmut, una città dell'est dove si sono svolti duri combattimenti contro le forze russe, nella regione di Donetsk.
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Nel 474mo giorno di guerra diventano così i primi risultati simbolici ma anche tangibili, gli unici di cui Kiev parla, della controffensiva che già da quattro giorni è sotto i riflettori del mondo intero.

E che i russi non «riusciranno a fermare», hanno ribadito le forze ucraine dopo la notizia che il nemico ha fatto saltare un'altra diga sul fiume Mokry Yaly, nella regione di Zaporizhzhia, causando inondazioni su entrambe le sponde.

Un'altra operazione che però «non influisce sulle operazioni offensive in direzione di Tavriyske, nell'oblast di Kherson», hanno precisato da Kiev.

Manovra a tenaglia a Bakhmut

Nel Donbass e, più a sud, nella regione di Zaporizhzia, si combatte duramente e il terreno viene guadagnato lentamente e a costi molto alti, a detta degli osservatori, ma si spinge in almeno quattro direttrici, compresa una manovra a tenaglia che cerca di stringere, metro dopo metro, la città martire di Bakhmut.

Città che i russi rivendicavano di aver conquistato in maggio dopo un anno di combattimenti costati la vita a 66.000 soldati e mercenari Wagner: un soldato ucciso o ferito per ogni 48 centimetri di avanzata, secondo un calcolo del ministero della Difesa britannico.

Medaglie ai russi che hanno distrutto carri armati 

Mosca dal canto suo rivendica di aver distrutto sei barche-drone che la scorsa notte avrebbero cercato di attaccare una delle navi da guerra russe nel Mar Nero, la 'Priazovye', che con altre unità stava «monitorando la situazione sulle rotte degli oleodotti TurkStream e Blue Stream» a 300 chilometri da Sebastopoli e rende noto che due droni sono caduti nella regione di Kaluga, a sud di Mosca, sempre di notte.

Per contrastare la propaganda di Kiev, il ministro alla Difesa, Serghei Shoigu ha consegnato medaglie a soldati russi per aver «distrutto i carri armati forniti dall'Occidente», in particolare i panzer Leopard e i corazzati Usa Bradley.

Ma al ministero della Difesa di Mosca l'aria è pesante, con i rapporti che si fanno sempre più tesi con la Wagner: il leader dei mercenari Prigozhin è tornato ad attaccare Shoigu – «è un incapace» – ribadendo che i suoi miliziani non firmeranno alcun contratto che li leghi direttamente all'esercito regolare russo.

Una mossa azzardata degli ucriani

Gli esperti dell'americano Institute for the Study of War (Isw) ritengono intanto che «le forze ucraine stiano al momento tentando un'operazione tattica estremamente difficile: un attacco frontale contro posizioni pesantemente fortificate preparate da tempo dai russi», e «senza copertura aerea».

Ma questi attacchi «non dovrebbero essere usati come metro per valutare le future operazioni militari», in quanto, sebbene subisca pesanti perdite, «l'esercito ucraino non ha ancora ingaggiato il grosso delle sue forze per la controffensiva e le difese russe non sono uniformi lungo tutto il fronte».

La diga è stata fatta saltare dai russi per coprire la ritirata

Secondo la viceministra alla Difesa ucraina, Hanna Malyar, i russi stanno spostando il grosso delle loro forze dalla regione alluvionata di Kherson verso i fronti caldi di Zaporizhzhia e Bakhmut, e questo proverebbe che la distruzione della diga di Kakhovka è stata intenzionale e aveva lo scopo di coprire la loro ritirata, rendere cioè difficile un attacco ucraino nella regione rimasta sguarnita.

Nel Kherson l'acqua putrida delle inondazioni continua comunque a ritirarsi e la superficie allagata si è ridotta a circa 77 chilometri quadrati (era arrivata a 600 dopo la rottura della diga). Ma non diminuisce la violenza della guerra: in un bombardamento russo che ha centrato dei barchini usati dai soccorritori per evacuare i civili, tre persone sono rimaste uccise e 13 ferite.

Infine, in un nuovo scambio di prigionieri fra Kiev e Mosca, sono tornati a casa 95 militari ucraini, alcuni dei quali catturati nelle prime fasi della guerra. Fra loro – fa sapere la presidenza a Kiev – ci sono anche diversi combattenti dell'acciaieria Azovstal di Mariupol e dell'isola dei Serpenti.

SDA