Medio Oriente L'attacco di Hezbollah rivela un buco nella difesa israeliana. La replica sarà «senza pietà»

SDA

14.10.2024 - 22:22

Benjamin Netanyahu promette una risposta decisa da parte di Israele.
Benjamin Netanyahu promette una risposta decisa da parte di Israele.
Imago

Israele è sotto pressione dopo che un attacco con droni di Hezbollah ha evidenziato falle nella difesa aerea del Paese.

Israele si scopre vulnerabile, i droni nemici potrebbero causare decine se non centinaia di vittime civili. Come ha dimostrato l'attacco di ieri sera alla base militare di Binyamina, dove un velivolo senza pilota di Hezbollah ha sfondando il tetto della mensa all'ora di cena uccidendo quattro reclute 19enni. Decine di altri soldati sono rimasti feriti.

Poco dopo il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha parlato al telefono con l'omologo Usa Lloyd Austin per sottolineare «la gravità dell'attacco e la forte risposta che sarà data a Hezbollah».

Benjamin Netanyahu ha visitato la base attaccata annunciando che Israele continuerà a colpire Hezbollah «senza pietà», anche a Beirut, ha assicurato dopo che i media avevano riferito che il premier aveva ordinato all'Idf di astenersi dal colpire la capitale libanese su richiesta di Washington.

E al suo ritorno ha convocato un incontro ristretto sulla prossima mossa da affidare all'esercito dopo il 'catastrofico' - come viene definito nel Paese - colpo messo a segno dai miliziani sciiti.

Tensione nelle basi dell'Unifil

Intanto resta altissima la tensione nelle basi Unifil del Libano meridionale dopo il ferimento di cinque caschi blu. In mattinata una serie di ordigni esplosivi incendiari lungo la strada che conduce alla base operativa avanzata «UNP 1-32A» è stata individuata da una pattuglia del contingente italiano.

Gli artificieri hanno messo in sicurezza l'area ma uno degli ordigni si è innescato provocando un incendio, fortunatamente senza danni per i militari.

La reazione europea

Sulla questione del contingente Onu è intervenuto il ministro dell'Energia Eli Cohen accusando le forze di peacekeeping di essere «inutili», di non aver «garantito l'applicazione delle risoluzioni Onu e fatto da scudo a Hezbollah».

Dal canto loro, Italia, Francia, Germania e Regno Unito hanno firmato una nota per esprimere «profonda preoccupazione per i recenti attacchi dell'Idf alle basi Unifil», chiedendo che cessino immediatamente.

Allerta massima per l'Idf

In allerta massima per il timore di aggressioni anche per le forze armate dello Stato d'Israele: nel pomeriggio ha fatto sapere che in questo momento la priorità è eliminare l'unità 127 di Hezbollah, responsabile della gestione dei velivoli senza pilota, uccidendo ogni singolo membro.

Non solo, alla luce del colpo alla base militare, l'Idf ha deciso di ampliare le aree di allerta.

Gli ufficiali inoltre hanno individuato un nuovo protocollo: gli addetti ai radar dovranno presupporre che un drone nemico stia ancora volando anche se scompare dagli schermi e indicheranno che si è schiantato solo quando saranno trovate le prove a terra.

Un buco nel sistema di difesa aerea israeliano

Da quando è iniziata la guerra, è la prima volta che l'Idf prende una decisione del genere, ammettendo sostanzialmente che il sistema di difesa aerea ha un pericoloso buco.

Come dimostrano almeno altri due casi: a luglio un mini aereo lanciato dagli Houthi ha percorso 1800 chilometri dallo Yemen prima di esplodere vicino all'ambasciata Usa a Tel Aviv uccidendo un uomo. Poi, l'11 ottobre, era Yom Kippur, un altro drone, proveniente dal Libano, si è schiantato contro una casa di riposo a Herzliya.

Allarmi suonano a Tel Aviv

Il portavoce dell'Idf nella notte, parlando vicino alla base di Binyamina, ha confermato che Israele «deve migliorare la difesa».

Il nervosismo dell'esercito si è sentito nel tardo pomeriggio, quando tre razzi in volo dal Libano verso il centro di Israele hanno fatto suonare l'allarme a Tel Aviv e in altre 180 località per precauzione: dalla zona di Cesarea all'area di Rishon Lezion milioni di persone sono corse nei rifugi.

21 persone uccise in un villaggio nel nord del Libano

Sul fronte libanese, le truppe israeliane continuano a espandere la manovra di terra, ma anche i raid aerei hanno mirato a zone del Paese finora rimaste fuori dalle mappe del conflitto: 21 persone sono state uccise in un villaggio nel nord, Aitou, a maggioranza cristiana.

A Nabatiye, 60 chilometri a sud di Beirut, è stata bombardata l'area dove si nascondeva un gruppo di miliziani, uccidendo un comandante della forza d'élite Radwan.

La risposta di Israele all'attacco dell'Iran del 1° ottobre

Al confine con Israele è stata scoperta una delle basi dei miliziani, imbottita di missili e mezzi, pronta per essere usata per «invadere la Galilea», ha detto il portavoce dell'esercito in un video da dentro il comando sottoterra.

Su tutto incombe la risposta che lo Stato ebraico sta preparando contro l'Iran per gli attacchi missilistici del primo ottobre: «Ci sarà», ha confermato il ministro degli Esteri Israel Katz al telefono con l'omologo cinese Wang Yi, chiedendo a Pechino di esprimere «una posizione equilibrata e giusta in relazione alla guerra imposta a Israele».

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