Guerra in Medio Oriente Israele: «Solo 50 ostaggi ancora vivi», gli USA avvertono gli Hezbollah

SDA

20.6.2024 - 20:56

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito che il suo Paese non ha «alcuna possibilità di rinunciare alla vittoria» (foto d'archivio).
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito che il suo Paese non ha «alcuna possibilità di rinunciare alla vittoria» (foto d'archivio).
KEYSTONE

Sui circa 110 ostaggi ancora in mano di Hamas a Gaza, 50 sono ancora vivi mentre gli altri 66 sono morti.

A dare il quadro della situazione – mentre gli Stati Uniti hanno pubblicamente ammonito gli Hezbollah libanesi nello scontro con lo stato ebraico – sono state fonti della sicurezza Usa e israeliane al Wall Stret Journal (Wsj), rivedendo al ribasso di almeno 25 persone le stime sui rapiti ancora in vita circolate anche da parte del governo a Gerusalemme.

La notizia sembra complicare il quadro delle trattative sulla road map del presidente Joe Biden. Di cui però non si sa più nulla in quello che appare un nuovo stallo con Hamas che ancora deve dare la sua risposta ufficiale.

Il premier Benyamin Netanyahu anche oggi ha ribadito la posizione ufficiale di Israele: «Non lasceremo Gaza finché non ritorneranno tutti gli ostaggi e finché non avremo eliminato le capacità militari e governative di Hamas. Non abbiamo alcuna possibilità di arrenderci, non abbiamo alcuna possibilità di rinunciare alla vittoria. Questa è la mia posizione. Chi si oppone, si opponga apertamente. Ci impegniamo – ha concluso – a riportare indietro tutti i 120 rapiti, vivi o morti, Anche se a tappe, non rinunceremo a nessuno».

«Deludente, offensivo, irritante e falso»

A rendere ancora più confusa la situazione per il dopo guerra a Gaza – punto di forte attrito tra Biden e Netanyahu – è arrivata una dichiarazione del segretario generale dell'Olp Hessein al-Sheihk che, scavalcando l'Autorità nazionale palestinese (Anp), ha rivendicato per l'organizzazione il controllo futuro della Striscia, pena «una guerra civile».

A due giorni di distanza la Casa Bianca non sembra poi aver dimenticato il video di Netanyahu in cui criticava l'altalenante fornitura di armi e munizioni ad Israele da parte dell'alleato. «Deludente, offensivo, irritante e falso visto che nessuno altro paese sta facendo più di noi», ha detto il portavoce del consiglio della sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby a chi gli chiedeva del video.

«Sono pronto a subire attacchi personali a condizione che Israele riceva dagli Stati Uniti le munizioni di cui ha bisogno nella guerra per la sua esistenza», la replica del premier israeliano.

Il Libano in guerra aperta con Israele

La tensione resta alta tanto che la riunione del Forum strategico che avrebbe dovuto svolgersi tra Israele e Stati Uniti, sia stata sostituita al volo, con un incontro tra il ministro israeliano degli affari strategici Ron Dermer, il capo dell'Assemblea nazionale Tzachi Hanegbi e il Consigliere della sicurezza statunitense Jake Sullivan.

Se le dinamiche del conflitto nella Striscia restano un punto di frizione tra Israele e l'alleato americano, lo stesso non avviene per il dossier Libano degli Hezbollah in guerra oramai aperta con Israele che continua a colpire con raid mirati, uccidendo i comandanti sul campo.

L'inviato speciale americano Amos Hochstein ha avvertito i funzionari libanesi che se Hezbollah non mette fine agli attacchi quotidiani contro il nord di Israele, potrebbe ritrovarsi come obiettivo di un'operazione israeliana limitata, appoggiata dagli Stati Uniti.

Una soluzione diplomatica per respingere gli Hezbollah

Secondo la tv Kan, Hochstein ha ribadito la necessità di una soluzione diplomatica per respingere il gruppo terroristico sostenuto dall'Iran dal confine, altrimenti Israele lancerà un attacco limitato con l'appoggio americano.

Le recenti minacce del capo degli Hezbollah Hassan Nasrallah oltre che a Israele anche a Cipro hanno causato la reazione anche di Bruxelles. «Cipro è uno Stato membro dell'Ue, ogni minaccia a Cipro è una minaccia a tutta l'Ue», ha avvertito il portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione Europea.

«Seguiamo da vicino – ha proseguito – le tensioni fra Libano e Israele e diamo il benvenuto agli sforzi di USA e Francia per calmare la situazione: è necessaria la de-escalation e l'Ue è in contatto con i rappresentanti del Libano e altri partner nella regione».

Al 258esimo giorni di guerra, Israele continua le sue operazioni a Rafah nel sud della Striscia. Ma non tralascia il nord dove a Beit Hanoun, l'Idf ha eliminato Ahmed Hassan Salameh a-Swarkeh, uno dei comandanti della squadra d'élite Nukhba di Hamas che ha attaccato Israele il 7 ottobre.

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