Medio Oriente Israele avverte Hezbollah: «Con la guerra sarete distrutti»

SDA

18.6.2024 - 21:42

Cresce il timore di uno scontro totale imminente tra Israele e gli Hezbollah libanesi, con conseguenze difficili da prevedere non solo per il Medio Oriente. Gli Usa ne sono pienamente consapevoli: si sta correndo sul filo del rasoio nonostante mesi di colloqui dopo che i miliziani sciiti, alleati dell'Iran, hanno aperto le ostilità a poche ore dal 7 ottobre in solidarietà con Hamas.

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz in una foto del 17 giugno (immagine illustrativa).
Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz in una foto del 17 giugno (immagine illustrativa).
KEYSTONE/EPA/Robert Hegedus

18.6.2024 - 21:42

L'inviato speciale di Joe Biden Amos Hochstein, dopo la tappa in Israele, è arrivato a Beirut con la certezza che occorra tirare il freno. Washington, ha detto incontrando la leadership libanese, sta cercando di evitare «una guerra più grande» a seguito dell'escalation lungo la frontiera meridionale del Libano nelle ultime settimane.

Hochstein ha descritto la situazione come «grave» e ha affermato che questo è il motivo per cui Biden lo ha inviato a Beirut. Fatto sta che anche anche martedì non si sono fermati i razzi e i droni lanciati da Hezbollah nel nord di Israele, seguiti da raid dello Stato ebraico oltre confine. Il tutto in una guerra mai dichiarata apertamente.

Un aspetto colto benissimo dal segretario di stato Usa Antony Blinken: «Credo che né Israele né Hezbollah vogliano effettivamente una guerra o l'espansione del conflitto». Tuttavia, ha avvertito, «con quello che accade ogni giorno c'è uno slancio nella direzione» di un conflitto.

Katz ha parlato di una «guerra totale»

Da Gerusalemme il ministro degli Esteri Israel Katz ha ribadito la posizione del governo di Benyamin Netanyahu parlando esplicitamente di «guerra totale» che «distruggerebbe gli Hezbollah e colpirebbe duramente il Libano».

Katz ha preso lo spunto da un video diffuso dai miliziani sciiti con immagini di obiettivi sensibili e postazioni militari di unità scelte e sistemi di difesa area nel nord di Israele e soprattutto nel porto di Haifa. Un video che l'Idf non ha ancora commentato.

«Nasrallah – ha insistito Katz – si vanta di aver fotografato i porti di Haifa, gestiti da grandi compagnie internazionali provenienti dalla Cina e dall'India, e minaccia di danneggiarli. Siamo molto vicini al momento di decidere se cambiare le regole del gioco contro Hezbollah e il Libano. Israele pagherà un prezzo ma ristabiliremo la sicurezza per i residenti del nord».

Nessuna svolta sulla tregua a Gaza

Al 256esimo giorno di guerra a Gaza intanto la situazione non si sblocca: una possibile tregua e il rilascio degli ostaggi restano un miraggio che compare e scompare. Israele resta ancorato alla decisione che non ci saranno altri negoziati se non quelli incentrati sulla roadmap rilanciata da Biden nelle settimane scorse.

«Non esiste alcun fattore che possa cambiare questo. Non ci saranno – ha spiegato una fonte al corrente delle trattative – negoziati su nessun altro piano, oltre a quello accettato dal Consiglio dell'Onu».

E non si fermano i combattimenti «ravvicinati» e i raid a Rafah e nel centro dell'enclave palestinese. Proprio a Nuseirat, Al Jazeera che ha citato fonti dei media locali tra cui Radio Hamas, ha riferito di 17 morti palestinesi dopo un attacco israeliano.

Netanyahu attacca gli USA

Il premier Benyamin Netanyahu invece è tornato ad attaccare gli Usa definendo «inconcepibile» che Washington negli ultimi mesi «abbia trattenuto armi e munizioni a Israele».

«Il segretario Blinken mi ha assicurato che l'amministrazione sta lavorando giorno e notte per rimuovere questi colli di bottiglia. Spero proprio che sia così. Dovrebbe essere così». Poi ha ricordato che «durante la Seconda guerra mondiale, Churchill disse agli Stati Uniti: 'dateci gli strumenti, faremo il lavoro'. Anche io dico: dateci gli strumenti e finiremo il lavoro molto più velocemente».

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