Contro il governoIn Serbia non si placano le proteste di studenti e insegnanti
SDA
18.1.2025 - 17:23
In Serbia nuove manifestazioni degli studenti universitari contro governo e presidente si sono svolte oggi a Belgrado e Novi Sad.
Keystone-SDA
18.01.2025, 17:23
18.01.2025, 17:29
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In entrambi i casi agli studenti si sono uniti insegnanti e comuni cittadini sostenitori dell'opposizione, in un movimento di contestazione delle autorità che assume sempre più il carattere di una protesta autenticamente politica. La motivazione immediata addotta per i raduni, ormai quotidiani, è quella di rendere omaggio alle 15 vittime del crollo del primo novembre scorso alla stazione di Novi Sad, ma in sostanza il movimento di protesta va assumendo i chiari contorni di una autentica opposizione che contesta la dirigenza di Belgrado per scarsa democrazia, controllo sui media, poca attenzione ai problemi dell'istruzione pubblica e mancati successi nella lotta alla corruzione.
Corruzione che, insieme ai mancati controlli, è ritenuta alla base del crollo della tettoia esterna alla stazione ferroviaria di Novi Sad, seconda città del Paese. Come avvenuto negli altri raduni di protesta organizzati finora, anche oggi nelle due manifestazioni di Belgrado e Novi Sad sono stati effettuati brevi blocchi stradali, che hanno comunque causato disagi alla circolazione e malcontento negli automobilisti. Non si sono tuttavia registrati incidenti. Migliaia di persone avevano manifestato ieri sera a Belgrado davanti alla sede della tv pubblica Rts, accusata di non riferire adeguatamene e non dedicare il dovuto spazio alle iniziative delle opposizioni.
Appoggio agli studenti è stato espresso oggi dalla Camera degli avvocati, che ha indetto lo stato di agitazione annunciando sette giorni di sciopero dal 20 al 26 gennaio. Una decisione, questa, duramente condannata dalla ministra della giustizia, Maja Popovic.
Da parte sua, il premier serbo, Milos Vucevic, è intervenuto oggi a commentare voci e notizie su un possibile prolungamento del periodo di vacanze scolastiche invernali, cominciate poco prima della fine dell'anno e che si concludono domani. Vucevic ha detto che non vi è alcun motivo per non riprendere l'attività scolastica il 20 gennaio, sottolineando che eventuali altre decisioni avrebbero un significato esclusivamente politico, e che i responsabili dovrebbero assumersene le responsabilità.