Guerra in Medio Oriente I negoziatori arrivano al Cairo, si tratta sull'asse Filadelfia

SDA

22.8.2024 - 21:51

I soldati israeliani si muovono sulla cima di un carro armato vicino al confine tra Israele e Gaza (foto d'archivio).
I soldati israeliani si muovono sulla cima di un carro armato vicino al confine tra Israele e Gaza (foto d'archivio).
KEYSTONE

Il segnale che i colloqui per l'accordo tra Israele e Hamas non sono a un punto morto è arrivato in serata, quando è trapelato che il team negoziale guidato dal capo del Mossad David Barnea è arrivato al Cairo.

Per due giorni, dopo la partenza del segretario americano Antony Blinken da Tel Aviv, si è seriamente temuto che la trattativa si fosse di nuovo arenata per via dell'irrigidimento delle diverse posizioni mandando all'aria quella che gli Stati Uniti hanno definito «l'ultima chance» per fermare la guerra nella Striscia e riportare a casa gli ostaggi.

Ora i rappresentanti di Israele, Egitto e Stati Uniti cercano un compromesso sui corridoi Filadelfia, compreso il valico di Rafah, e Netzarim, che avevano portato allo stallo. Hamas, riferiscono fonti egiziane, avrebbe adesso aperto alla presenza di una forza internazionale sulle due lingue di terra, quella al confine con l'Egitto e quella che spacca a metà la Striscia di Gaza.

Finora il premier Benyamin Netanyahu ha escluso il ritiro delle truppe dai due corridoi, nonostante avesse assicurato a Blinken il sì al progetto ponte degli USA per arrivare all'accordo. Dall'altra parte, Yahya Sinwar ha posto la sua «linea rossa»: nessuna intesa se prima l'esercito israeliano (IDF) non lascia completamente la Striscia e soprattutto Netzarim e Filadelfia.

Sullo stallo è intervenuto di persona il presidente americano Joe Biden che mercoledì sera ha telefonato al premier esortandolo a essere «flessibile» e avvertendo con toni molto duri – secondo un funzionario statunitense – che al round del Cairo dovranno essere rimossi gli ultimi ostacoli all'accordo.

L'asse Filadelfia

Nella capitale egiziana, il direttore del Mossad Barnea, il capo dello Shin Bet Ronan Bar e il generale dell'ala strategica dell'IDF Eliezer Toledano – secondo indiscrezioni – presenteranno una mappa aggiornata con la posizione finale di Israele riguardo le truppe lungo l'asse Filadelfia.

Fonti di Walla hanno riferito che la mappa include una «certa ulteriore riduzione dell'entità delle forze dell'IDF», ma mostra il dispiegamento lungo l'intera lunghezza della zona cuscinetto.

In vista del vertice previsto per domenica, i mediatori saranno al lavoro anche per scardinare la forte irritazione dell'Egitto per il piano di Israele che vorrebbe costruire otto torri di osservazione lungo l'asse. Come compromesso, ha riferito la tv Channel 12, gli Stati Uniti hanno offerto a Netanyahu di accontentarsi di sole due torri: Il Cairo ha rifiutato.

Sinwar vuole «garanzie sulla sua sicurezza»

Allo stesso tempo, Washington e i mediatori di Doha starebbero facendo forti pressioni su Sinwar per portare i suoi rappresentati al tavolo delle trattative, disertato da Hamas la settimana scorsa.

Il capo delle milizie islamiste, secondo fonti arabe, sta conducendo il suo gioco su due fronti. Per un verso si aspetta che l'Iran e Hezbollah allarghino il fronte della guerra togliendo truppe israeliane da Gaza.

Mentre sull'altro versante avrebbe chiesto «garanzie sulla sua sicurezza e la certezza che Israele non sia messo in grado di continuare la guerra dopo la fine della prima o della seconda fase dell'accordo».

Sinwar vuole che Hamas sopravviva a Gaza come movimento di «resistenza» militare ma non intende prendere su di sé la parte politica, dice Ynet. E sarebbe pronto ad aprire le porte all'Autorità nazionale palestinese (ANP) o a un'altra entità palestinese guidata da Muhammad Dahlan per gestire l'amministrazione.

Il fronte principale resta Gaza

Sinwar potrebbe inoltre aver ricevuto notizie dal Libano che la vendetta del partito di Dio per l'uccisione del comandante Fuad Shukr è alle porte. Tanto che il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato che adesso si guarda al fronte nord.

Cioè prevenire Hasan Nasrallah sferrando un colpo alle capacità strategiche di Hezbollah con i raid ai magazzini stracolmi di armi, come quello di Nabi Shit e nella zona di Baalbak, e con nuovi colpi notturni.

Tuttavia il fronte principale resta Gaza, con i tank che si stanno spingendo sempre più in profondità nel centro e a sud, le operazioni a Deir Al-Balah e Khan Yunis.

Hamas ha dichiarato che 22 persone sono rimaste uccise nelle ultime ore in diverse zone della Striscia. Nella stessa giornata le autopsie sui resti degli ostaggi recuperati nei giorni scorsi a Gaza hanno dimostrato che sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco.

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