TurchiaErdogan alza i salari pubblici a pochi giorni dalle presidenziali
SDA
9.5.2023 - 18:52
Busta paga più pesante ai lavoratori del settore pubblico in Turchia, che si prepara ad andare a votare domenica prossima per il rinnovo della presidenza della Repubblica e del Parlamento.
Keystone-SDA
09.05.2023, 18:52
09.05.2023, 19:10
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L'annuncio del presidente Recep Tayyip Erdogan arriva a cinque giorni dalle elezioni, un appuntamento cruciale per il leader turco al potere da vent'anni che punta a vincere ancora per restare in carica fino al 2028.
Lo stipendio minimo degli impiegati pubblici sarà aumentato del 45% per il 2023 e per il 2024, un provvedimento che porta il salario di circa 700mila persone a 15mila lire turche al mese, circa 685 franchi.
«L'uomo giusto al momento giusto», come lo stesso Erdogan si definisce sui poster elettorali, scommette su un piano economico populista per cercare di ottenere i voti necessari alla riconferma.
«Non opprimeremo nessuno con l'inflazione»
Nelle scorse settimane lo si è visto consegnare denaro in contanti ad alcuni cittadini mentre visitava le zone della Turchia più colpite dal terremoto che si è abbattuto sul sud-est anatolico in febbraio, mentre tra le promesse elettorali nei manifesti c'è anche un anno di fornitura gratuita di gas per l'acqua calda e la cucina.
«Non opprimeremo nessuno con l'inflazione e finora non l'abbiamo fatto», ha detto Erdogan nell'annunciare l'aumento in busta paga.
Stando ai dati ufficiali, l'aumento dei prezzi su base annua è recentemente calato restando comunque sopra il 43% mentre alla fine del 2022 l'inflazione aveva raggiunto i livelli più alti degli ultimi 25 anni superando l'80%.
La questione dei rifugiati siriani
Nell'agenda elettorale a pochi giorni dal voto entra anche la questione dei rifugiati siriani, quasi quattro milioni di persone arrivate in Turchia dopo l'inizio del conflitto in Siria, la cui presenza nel contesto di una situazione economica difficile crea frustrazione trasversalmente tra la popolazione turca.
«Il ritorno dignitoso e sicuro dei siriani» in patria sarà uno dei temi al centro delle discussioni tra i ministri degli Esteri di Turchia, Siria, Iran e Russia che domani si incontreranno a Mosca in un nuovo vertice sulla ripresa delle relazioni tra Ankara e Damasco che Erdogan sta cercando dall'anno scorso, dopo avere rotto i rapporti con il presidente siriano Bashar al-Assad nel 2011 dopo l'inizio del conflitto civile.
Testa a testa con Kemal Kilicdaroglu
Mentre si moltiplicano le promesse elettorali del capo di Stato turco, i sondaggi danno ancora un testa a testa tra Erdogan e il principale candidato dei partiti di opposizione Kemal Kilicdaroglu, 74 anni, presidente del partito socialdemocratico e laico Chp che guida una coalizione formata da forze di orientamento molto diverso, dalla destra alla sinistra, fino al centro liberale e all'islamismo.
Non c'era mai stato un fronte così ampio e unito per contrastare Erdogan negli appuntamenti elettorali del passato dove il Sultano è sempre riuscito a trionfare, anche se alle elezioni locali del 2019 il suo partito Akp perse a favore dell'opposizione la capitale Ankara e Istanbul.
Da allora Ekrem Imamoglu, il sindaco che venne eletto nella città sul Bosforo, è diventato uno delle figure più importanti dell'opposizione ed è candidato come vice presidente della Repubblica in caso di vittoria delle opposizioni. Durante uno dei suoi comizi nei giorni scorsi è stato attaccato da contestatori che hanno lanciato pietre sul bus dal quale stava parlando a Erzurum, nella Turchia orientale.