Guerra in Ucraina Dall'UE trasferiti i primi 1,5 miliardi a Kiev dagli asset russi

SDA

26.7.2024 - 19:47

L'annuncio del trasferimento è arrivato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen (foto d'archivio).
L'annuncio del trasferimento è arrivato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen (foto d'archivio).
KEYSTONE

Una prima tranche simbolica di aiuti per Kiev e una risposta decisa a Mosca. Dopo mesi di negoziati estenuanti culminati nell'accordo siglato al G7 in Italia, l'Europa riesce a tradurre in realtà l'ambizione di utilizzare gli extraprofitti derivanti dagli asset sovrani russi congelati in pancia al continente per dare nuova linfa alle forze ucraine nella resistenza all'invasione e nella ricostruzione.

L'annuncio di un trasferimento iniziale da 1,5 miliardi di euro – arrivato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen – ha subito scatenato l'ira del Cremlino, che ha bollato come «illegale» l'operazione minacciando ritorsioni giuridiche.

Arginato il veto di Viktor Orban con uno stratagemma legale, i Ventisette sono riusciti nei giorni scorsi a concordare di impiegare i proventi generati dagli interessi sui 192 miliardi di euro di beni russi immobilizzati e detenuti a Bruxelles dal deposito di titoli Euroclear.

Beni che – stando ai dati diffusi dallo stesso istituto finanziario – tra febbraio e giugno di quest'anno hanno fruttato extraprofitti per 1,55 miliardi.

Risolti anche gli ultimi cavilli giuridici – dopo un lungo dibattito per evitare che l'operazione finisse per assumere le sembianze di una confisca -, il via libera ufficiale per far partire la prima tranche è arrivato dalla società belga il 23 luglio. Con una trattenuta del 10% dei proventi come cuscinetto contro rischi legali e finanziari.

L'Europa «resta dalla parte dell'Ucraina»

Un passo per dimostrare che l'Europa «resta dalla parte dell'Ucraina» e che, ha rivendicato von der Leyen spalleggiata anche dall'Alto rappresentante Josep Borrell, «non esiste simbolo o uso migliore del denaro del Cremlino che usarlo per rendere l'Ucraina e tutta l'Europa un posto più sicuro in cui vivere».

La quasi totalità del denaro sarà ora convogliato a Kiev tramite la European Peace Facility (Epf) – lo strumento dell'Ue per gestire gli interventi nei conflitti – per fornire armi alle truppe ucraine. Un restante 10% sarà invece allocato in aiuti umanitari attraverso la Ukraine Facility, il fondo Ue dedicato alla ricostruzione post-bellica.

Un sostegno «fondamentale», nell'ottica del premier ucraino Denys Shmyhal, per «rafforzare le capacità di difesa» nazionali impegnate a schermare gli attacchi di Mosca, che nelle ultime ore ha colpito con droni le strutture energetiche nelle regioni settentrionali di Chernihiv e Zhytomyr.

Questa operazione «non rimarrà senza risposta»

La collera di Vladimir Putin però non si è fatta attendere. Questa operazione, ha tuonato il portavoce dello zar, Dmitry Peskov, «non rimarrà senza risposta».

Minacce davanti alle quali l'Europa non dà comunque cenno di volersi fermare perché il Cremlino, è stata la replica della vicepresidente Vera Jourova, «è uno spietato aggressore e deve pagare per questa guerra».

Al summit in Puglia i Grandi della Terra avevano concordato di sostenere un prestito di 50 miliardi di dollari a favore di Kiev da ripagare proprio con gli interessi sui circa 300 miliardi di dollari di asset russi congelati complessivamente in Occidente.

Un'intesa trovata in un delicato equilibrio tra il pressing americano e la prudenza degli europei, impegnati a fare da garanti all'operazione e preoccupati anche da possibili reazioni dei mercati e ripercussioni sul sistema monetario.

Ora, negli auspici dei Ventisette, gli stanziamenti dovrebbero raggiungere una somma tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro l'anno. In attesa della prossima rata, nel marzo 2025, sul tavolo sono già planate le prime opzioni per estendere il rinnovo delle sanzioni sugli asset della Banca centrale russa e garantire il prestito.

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