Tragedia in montagna Ignote le cause della morte degli alpinisti alla Tête Blanche, Varone: «Hanno fatto tutto il possibile per mettersi in sicurezza»

SDA / pab

11.3.2024 - 11:55

Non è ancora chiara la causa del decesso dei cinque scialpinisti morti nelle Alpi vallesane durante il fine settimana. Secondo gli inquirenti, che lunedì mattina hanno fatto il punto della situazione in una conferenza stampa a Sion, non è ancora possibile stabilire se gli alpinisti siano morti assiderati o sotto una valanga. Le ricerche di una sesta persona, dispersa, proseguono.

Christian Varone comandante della polizia vallesana.
Christian Varone comandante della polizia vallesana.
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L'identificazione formale delle vittime è ancora in corso, ha detto la procuratrice generale Béatrice Pilloud, aggiungendo che l'indagine avviata dal ministero pubblico cantonale intende stabilire cronologia e circostanze della tragedia. Non ha voluto fornire dettagli sull'equipaggiamento del gruppo: «L'inchiesta è in corso».

«Per rispetto delle vittime, delle loro famiglie e dei loro cari chiedo a tutti di non affrettare giudizi di nessun tipo sullo svolgimento della tragedia» ha poi aggiunto Pilloud.

Tra i 21 e i 58 anni

Per il momento è assodato che cinque degli scialpinisti coinvolti appartenevano a una famiglia vallesana e che la sesta persona proveniva dalla città di Friburgo, ha indicato il comandante della polizia cantonale Christian Varone.

Secondo informazioni fornite in precedenza dalla forze dell'ordine, i sei alpinisti hanno un'età compresa tra i 21 e i 58 anni.

Le ricerche del disperso proseguono nel settore della Tête Blanche, montagna che culmina a 3.710 metri di quota e segna il confine tra Vallese e Italia.

«Hanno fatto tutto il possibile per mettersi in sicurezza»

È in questa area, a 3.500 metri, che ieri sera cinque alpinisti sono stati trovati senza vita. Erano stati localizzati grazie a una telefonata di uno di loro, ha ricordato Fredy-Michel Roten, direttore dell'Organizzazione cantonale vallesana dei soccorsi (OCVS).

La chiamata è stata effettuata alle 17h19. Sono stati subito attivati tutti i mezzi tecnici, cibernetici e telematici a disposizione per localizzare la fonte della telefonata, ha precisato Varone. 

Sempre Varone, senza fornire dettagli, ha indicato che «i cinque alpinisti hanno fatto tutto il possibile per mettersi in sicurezza».

Il comandante della polizia cantonale vallesana, ripercorrendo la cronologia degli eventi, ha sottolineato che condizioni meteorologiche erano ancora buone sabato mattina, ma sono diventate rapidamente «catastrofiche»: scarsa visibilità, alto rischio di valanghe, entrambi dovuti a una forte tempesta di foehn.

Morti per ipotermia?

L'agenzia di stampa italiana Ansa, che cita non meglio precisati «ambienti vicini ai soccorritori», scrive che le vittime hanno con ogni probabilità tentato di scavare una buca nella neve per trovare riparo dal freddo e dalla bufera.

Le fonti di Ansa ipotizzano che i cinque siano morti per ipotermia, dopo che il gruppo aveva perso l'orientamento nella tempesta di neve.

Dopo aver ricevuto l'allarme, sabato attorno alle 16.03 da parte di uno dei famigliari che non ha trovato al punto d'arrivo stabilito i suo cari, i vari servizi di emergenza competenti hanno fatto tutto il possibile per salvare i dispersi, ha sottolineato Varone.

Undici elicotteri in azione

Complessivamente sono intervenuti undici elicotteri, tra cui due Super Puma dell'esercito, e oltre 35 persone, tra cui una decina di medici specializzati.

Tuttavia, le condizioni meteorologiche estreme, unite alla scarsa visibilità e al rischio di valanghe, hanno reso a lungo impossibile per i soccorritori raggiungere i dispersi una volta localizzati.

«Ci abbiamo provato con ogni mezzo, siamo andati anche oltre i limiti che si possono immaginare, ma a un certo punto abbiamo dovuto rinunciare per non mettere in pericolo la vota dei soccorritori» ha precisato Varone.

Le temperature, ha ricordato il comandante, erano estremamente basse. Sulle speranze di trovare in vita il sesto membro del gruppo Varone ha detto che fino a quando c'è speranza, le ricerche continuano, ma è anche cosciente che bisogna essere realisti, con condizioni meteo molto difficili nelle ultime 48 ore.

I sei scialpinisti erano partiti sabato da Zermatt (VS) diretti ad Arolla, nell'alta Val d'Hérens (VS).

Soccorritori alpini ed elicotteri si preparano a volare verso la montagna Tete Blanche nelle Alpi svizzere, vicino a Sion, Svizzera, domenica 10 marzo. In totale sono 11 gli elicotteri intervenuti in simultanea, oltre alle due compagnie private Air Zermatt e Air Glaciers e la REGA, sono stati usati anche due Super Puma dell'esercito.
Soccorritori alpini ed elicotteri si preparano a volare verso la montagna Tete Blanche nelle Alpi svizzere, vicino a Sion, Svizzera, domenica 10 marzo. In totale sono 11 gli elicotteri intervenuti in simultanea, oltre alle due compagnie private Air Zermatt e Air Glaciers e la REGA, sono stati usati anche due Super Puma dell'esercito.
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