Turgovia Ragazze e bimbe drogate e abusate, condannato un 39enne a 15 anni

pl, ats

12.12.2024 - 17:28

Un 39enne condannato a Frauenfeld (TG) 15 anni per abusi e stupri su bambine e ragazze drogate con la ketamina. (immagine d'illustrazione)
Un 39enne condannato a Frauenfeld (TG) 15 anni per abusi e stupri su bambine e ragazze drogate con la ketamina. (immagine d'illustrazione)
Keystone

Un uomo di 39 anni è stato condannato a 15 anni di prigione dal Tribunale distrettuale di Frauenfeld, in Turgovia, in relazione alle accuse di ripetuti atti sessuali e stupri commessi su una dozzina di ragazze e bambine drogate con la ketamina.

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La corte ha fatto sue le richieste della pubblica accusa e ha deciso che una volta scontata la pena l'uomo sarà espulso dalla Svizzera per un periodo di 15 anni. La sentenza di primo grado non è ancora definitiva e può essere impugnata davanti al Tribunale cantonale turgoviese.

Nel corso del dibattimento che si è tenuto la scorsa settimana, una delle due procuratrici del processo ha riferito davanti ai giudici delle ripugnanti registrazioni video su cui si basano le accuse. Immagini che «per motivi legati alla protezione della personalità non mostriamo in aula», ha detto la procuratrice.

I fatti risalgono al periodo fra il 2016 e il 2020. Secondo l'atto d'accusa, l'imputato ha fatto consumare alle sue vittime – fra cui sette minorenni, comprese bambine di 4 anni, e otto giovani donne – l'anestetico ketamina. Una volta che le ragazze erano prive di coscienza, ne ha abusato sessualmente, filmando il tutto con il telefonino.

Da quattro anni in carcere

L'uomo, originario dell'America Latina, è stato arrestato e posto in detenzione preventiva nel novembre 2020 e da ormai quattro anni si trova in carcere in regime di espiazione anticipata della pena. La difesa si era battuta per una riduzione della pena a 7 anni di detenzione, senza espulsione dalla Svizzera.

Stando all'atto d'accusa, le vittime appartenevano alla cerchia personale del padre di famiglia, che ha inoltre commesso la maggior parte dei reati nella sua abitazione.

A far partire l'inchiesta era stato il racconto fatto alla nonna da una bambina di sette anni. Durante una perquisizione al domicilio dell'uomo, gli investigatori si sono poi imbattuti nei filmati che ritraggono 15 vittime.

Il processo si è svolto a porte chiuse ed anche per i giornalisti accreditati sono state fissate, in nome della privacy, regole molto severe. È in particolare vietato divulgare qualsiasi informazione che consenta di trarre conclusioni sulle relazioni familiari e sulla nazionalità delle persone coinvolte o sui luoghi dove sono avvenuti i fatti.