Cosa NostraItalia: è morto il boss mafioso Matteo Messina Denaro
SDA
25.9.2023 - 08:22
Il boss Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio scorso dopo 30 anni di latitanza, è morto nell'ospedale de l'Aquila dove era ricoverato, in una stanza blindata, da agosto. È sempre rimasto un irriducibile, conosceva i segreti delle stragi e delle complicità eccellenti
25.09.2023, 08:22
25.09.2023, 08:27
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Il capomafia, 62 anni, era malato da tre anni di tumore al colon. Venerdì, era stato dichiarato in coma irreversibile. I medici, sulla base delle indicazioni date dal paziente, che nel testamento biologico ha rifiutato espressamente l'accanimento terapeutico, nei giorni scorsi gli hanno interrotto l'alimentazione.
Le condizioni del padrino, sottoposto dal 2020 a quattro operazioni chirurgiche e a diversi cicli di chemioterapia, sono subito apparse gravi ai medici dell'Aquila che l'hanno avuto in cura dalla cattura e che inizialmente l'hanno sottoposto alle terapie in carcere, dove era stata allestita per lui una cella con infermeria.
Dopo l'ultimo intervento, il boss, molto grave, è stato trattenuto in ospedale, trattato con la terapia del dolore e poi sedato. Prima di perdere coscienza ha incontrato alcuni familiari e dato il cognome alla figlia Lorenza, avuta in latitanza e mai riconosciuta.
La ragazza, insieme a una delle sorelle del capomafia e alla nipote Lorenza Guttadauro, che è anche il difensore del boss, è stata al suo capezzale negli ultimi giorni.
Catturato grazie alla malattia
È stato proprio il cancro al colon a portare i carabinieri del Ros e la Procura di Palermo sulle tracce del padrino riuscito a sfuggire alla giustizia per 30 anni.
Infatti era stato un pizzino con il suo diario clinico, trovato nella casa della sorella, a segnare la svolta decisiva per la sua cattura.
Si porta nella tomba molti segreti
Matteo Messina porta così nella tomba segreti che se rivelati aprirebbero un vaso di Pandora il cui contenuto potrebbe investire anche le più alte sfere della Repubblica.
Era infatti rimasto l’unico boss in libertà tra quelli condannati per le stragi del 1992 e 1993: Giovanni Falcone e sua moglie, Paolo Borsellino, gli agenti delle scorte e poi le vittime innocenti uccise e ferite tra Firenze, Milano e Roma.
Capo della mafia del Trapanese, vicinissimo al boss dei boss Totò Riina e per questo ritenuto come uno dei depositari dei segreti che ruotano alla trattativa Stato-mafia, Matteo Messina Denaro era stato uno dei boss più importanti di tutta Cosa Nostra.
«Io non mi farò mai pentito»
«Io non ho mai infamato nessuno e morirò senza infamare nessuno, questo è Messina Denaro», ha proclamato davanti al giudice Alfredo Montalto in un altro faccia a faccia giudiziario, un mese dopo l’arresto. «Io non mi farò mai pentito».
Detenuto in regime di 41 bis, è stato arrestato lo scorso gennaio a Palermo, vicino alla clinica privata dove era in cura, dopo una latitanza durata quasi trent'anni. Giubbotto di montone griffato, orologio di lusso al polso, occhiali da sole e cuffia calata sulla testa: le immagini fecero il giro del mondo.