Record mondialiIl Guinness toglie il primato dei 14 Ottomila a Messner, che replica: «Sciocchezze». Ecco perché
SDA
25.9.2023 - 10:43
Il libro Guinness dei primati toglie a Reinhold Messner la corona di Re degli ottomila. Non sarebbe stato lui ad aver scalato per primo tutti i 14 ottomila.
25.09.2023, 10:43
25.09.2023, 11:09
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Secondo il cronista di alpinismo tedesco Eberhard Jurgalski, Reinhold Messner e Hans Kammerlander nel 1985 avrebbero mancato la vetta dell'Annapurna.
Il motivo è che, secondo le nuove linee del Guinness, alla cui stesura ha partecipato proprio Jurgalski, il punto più alto di una montagna deve essere raggiunto, a piedi e in modo verificabile.
Ma, un confronto fotografico effettuato proprio dal cronista di montagna ha rivelato, secondo lui, che Messner Kammerlander non erano in piedi sulla cima quando scalarono l'Annapurna nel 1985.
Secondo Jugalski, tornarono indietro 65 metri prima del traguardo perché pensavano di aver già raggiunto la vetta. In base a ciò, Messner ha scalato solo 13 dei 14 Ottomila.
«Sciocchezze», replica il 79enne all'ANSA. «In primis – prosegue – non ho mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono disconoscere nulla. Inoltre, le montagne cambiano. Sono passati quasi 40 anni. Le vette di queste montagne sono costituite perlopiù da neve e ghiaccio, che hanno subito delle modifiche.»
«Lassù non c’è nessuna croce o segnale del punto esatto, pertanto, dire che la vetta è cinque o dieci metri più a lato è ridicolo. Se qualcuno è salito sull'Annapurna di certo siamo stati io e Hans», prosegue Messner.
La replica di Messner: «Sciocchezze»
Sul sito Guinness World Records l'americano Edmund Viesturs viene ora indicato come la prima persona ad aver scalato tutti i 14 ottomila tra il 1989 e il 2005.
Si fa esplicitamente riferimento alle contestazioni di Jurgalski riguardo il vecchio record.
«Qualcuno vuole farsi notare senza avere competenze»
«Nessuno che se ne intende di alpinismo metterebbe in dubbio la nostra impresa, Jurgalski infatti non ne sa nulla», risponde Messner.
«La montagna cambia, come ogni cosa in natura. Soprattutto sull'Annapurna basta che crolli la cornice di neve e la vetta si abbassa di cinque metri», prosegue l'altoatesino.
«La cresta che porta alla vetta è lunga 3 chilometri, Jurgalski ha semplicemente confuso la cima est con quella principale. Qui evidentemente qualcuno vuole farsi notare senza avere la minima competenza».
«Nell'alpinismo non ci sono vincitori»
«L'alpinismo – ribadisce Messner – è cambiato negli anni. Prima tutto girava intorno alla conquista, ovvero le prime scalate delle vette inviolate, poi invece si è iniziato a puntare sulla difficoltà dell'impresa, come abbiamo fatto io e Hans scalando l'Annapurna da una parete interminabile e difficilissima durante una tempesta, che di per sé era già un'impresa».
Il 79enne comunque sottolinea che «l'alpinismo non è uno sport e per questo non esistono né competizioni né vincitori, per questo motivo le gare nelle palestre artificiali di roccia non sono alpinismo».