SpazioRicercatori dell'Uni di Ginevra mettono in dubbio la formazione dei sistemi planetari
ns, ats
15.1.2025 - 11:31
Una ricerca di astronomi pilotata dall'università di Ginevra (UNIGE) mette in discussione l'attuale teoria di formazione di sistemi planetari che presentano un cosiddetto Giove caldo.
Keystone-SDA, ns, ats
15.01.2025, 11:31
15.01.2025, 11:32
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Un Giova caldo è un pianeta di massa simile al Giove del nostro sistema solare ma che orbita molto vicino alla sua stella, che ne fa crescere la temperatura a livelli elevatissimi.
Il lavoro degli scienziati ginevrini, iniziato nel 2006, è partito dall'osservazione del pianeta designato come WASP-132b, che è tanto vicino al suo sole da impiegare solo sette giorni e tre ore per compiere una rivoluzione attorno ad esso. A titolo di paragone, al «nostro» Giove occorrono quasi dodici anni.
I pianeti gioviani caldi finora sono stati osservati solo isolati intorno alla loro stella, ossia senza altri pianeti nelle loro vicinanze. Questa osservazione sembrava molto solida in quanto esiste una teoria che la spiega. Quando, durante il processo di formazione del sistema planetario, i pianeti giganti migrano verso la loro stella, quelli che si trovano nelle loro orbite interne vengono o incorporati o espulsi, spiega l'alta scuola in un comunicato odierno.
Nel sistema planetario WASP-132 (dove WASP sta per il programma di studio Wide Angle Search for Planets, Ricerca ad ampio raggio di pianeti), che dista circa 400 anni luce dalla Terra, la teoria non tiene. La sua bocciatura definitiva non è ancora consumata, ma è assai probabile, si legge nella nota. A breve distanza dalla stella, oltre al Giove caldo i ricercatori hanno infatti identificato una super Terra – un pianeta roccioso come il nostro ma che nella fattispecie ha una massa sei volte superiore – con orbita ancora più vicina al suo sole del pianeta gioviano (un anno su questo pianeta dura solo 24 ore e 17 minuti).
Pianeti giganti come WASP-132b (che «pesa» il 41% di Giove) non possono formarsi nelle vicinanze della loro stella perché «sul posto» non c'è abbastanza gas e polvere che possa aggregarsi. Devono quindi formarsi lontano dalla stella e migrare man mano che il sistema planetario evolve.
WASP-132 presenta altri pianeti oltre al Giove caldo e alla super Terra: uno gigante (500% della massa di Giove) che impiega cinque anni per compiere una rivoluzione attorno alla stella e, molto più lontano, uno ancora più pesante, probabilmente una cosiddetta nana bruna (un tipo particolare di oggetto celeste, con una massa più grande di quella di un pianeta, ma più piccola di quella del Sole).
Per preservare l'architettura di questo sistema planetario, in particolare la presenza della super Terra nelle vicinanze della stella e del gigante cinque volte più pesante di Giove, il processo di migrazione di WASP-132b deve essere avvenuto in modo diverso da quello previsto dalla teoria e dai modelli attuali. Se così non fosse l'orbita dei due pianeti sarebbe stata destabilizzata: «La loro presenza suggerisce piuttosto un percorso migratorio più stabile e dinamicamente 'morbido' in un disco protoplanetario per il Giove caldo che ha preservato i suoi (pianeti) vicini».
«Il sistema WASP-132 è un laboratorio straordinario per studiare la formazione e l'evoluzione dei sistemi multiplanetari. La scoperta di un Giove caldo accanto a una super Terra (...) e a una gigante lontana sfida la nostra comprensione della formazione e dell'evoluzione di questi sistemi», afferma, citato nella nota, François Bouchy, professore presso il Dipartimento di astronomia della facoltà di scienze dell'UNIGE e coautore dello studio. «È la prima volta che osserviamo una configurazione (planetaria) di questo tipo», aggiunge Solène Ulmer-Moll, ricercatrice presso l'UNIGE e l'università di Berna (UNIBE) all'epoca dello studio.
Alla ricerca, pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics, hanno partecipato anche le università di Berna e Zurigo e vari atenei stranieri.