ItaliaFemminicidio: gli inquirenti ricostruiscono gli ultimi minuti di vita di Giulia Cecchettin
SDA
22.11.2023 - 17:46
La ricostruzione, fatta anche grazie alle immagini di una telecamera di sorveglianza, degli ultimi minuti di vita di Giulia Cecchettin, uccisa, si presume, dal suo ex, mettono i brividi per la crudità dei particolari. Il presunto autore del feroce omicidio, Filippo Turetta, ha intanto accettato l'estradizione dalla Germania verso l'Italia.
22.11.2023, 17:46
SDA
Giulia Cecchettin ha lottato per quasi 25 minuti, ha cercato di correre; accoltellata, inseguita e buttata a terra dal suo carnefice, ha battuto la testa sullo spigolo di un marciapiede.
Agonizzante è stata buttata dentro la Punto nera che ha vagato tra Veneto e Friuli, infine abbandonata dentro un bosco, con sopra un sacco di tela.
Così viene ricostruita, nell'ordinanza di custodia cautelare del Gip di Venezia, il femminicidio di Giulia, morta, si presume, per mano di Filippo Turetta nella notte di sabato 11 novembre.
In otto pagine il giudice ripercorre gli orari di una doppia aggressione tra Vigonovo, a pochi metri da casa, e poi nella famigerata strada industriale di Fossò, da cui è poi iniziata la folle fuga dell'auto.
Le urla di Giulia: «Così mi fai male»
Le grida d'aiuto di Giulia, e un'invocazione, «così mi fai male», vengono udite da un vicino di casa, Marco Musumeci, intorno alle 23.15, nel parcheggio di una scuola dell'infanzia a 150 metri da casa Cecchettin.
Secondo la ricostruzione cronologica effettuata dalla Procura, è presumibilmente alle 23.18 che il teste segnala al 112 l'aggressione.
Sente le urla, vede «calciare violentemente una sagoma che si trovava a terra» e poi la Punto allontanarsi. In quel luogo sono state trovate dopo tracce di sangue e un coltello da cucina di 21 centimetri, senza manico, assieme a un'impronta di calzatura, sporca di sangue.
Gli ultimi istanti catturati da una telecamera di sorveglianza
La scena si sposta in seguito a Fossò, a 6 chilometri di distanza, dove le telecamere di sorveglianza ritraggono Giulia, pare ferita ma non gravemente, cercare di fuggire venendo inseguita e raggiunta da Filippo, che la scaraventa a terra; lei cade all'altezza del marciapiede e non si muove più.
L'aggressore la muove, poi va di corsa a prendere la macchina, la carica probabilmente nel sedile posteriore. Sono le 23.40.
Sullo spigolo di quel marciapiede sono stati poi trovati ancora sangue con capelli, e un pezzo di nastro telato argentato intriso di tracce ematiche e ancora capelli, «probabilmente applicato alla vittima per impedirle di parlare» scrive il giudice, e infine ancora un'impronta di una calzatura sporca di sangue, compatibile con quella trovata nel parcheggio di Vigonovo.
Alle 23.50 la Punto nera è uscita dall'area, ed è stata vista in vari punti delle province di Venezia, Treviso.
L'ultima inquadratura alle 9.07 del 12 novembre, da Cortina in direzione Dobbiaco e poi su verso la Germania, dove la fuga è terminata sulla corsia di emergenza di un'autostrada.
Le accuse contro Turetta sono molteplici
Secondo il giudice, «l'inaudita ferocia» del giovane ne dimostra «la totale incapacità di autocontrollo».
Da qui l'ipotesi di reato di omicidio volontario, fatto «infierendo con plurimi colpi da arma bianca» su Giulia, «scaraventandola a terra», poi «caricandola in auto» e infine «abbandonandola in un luogo isolato».
Vi è poi l'aggravante del delitto «contro persona legata al colpevole da relazione affettiva», e infine il reato di sequestro di persona perché Giulia è stata trattenuta nella Punto nera «contro la sua volontà per un lasso di tempo apprezzabile».
Ora l'ordinanza – la seconda, dopo quella relativa al solo reato di tentato omicidio – con il Mandato di arresto europeo tramite il Ministero della Giustizia è stata inviata in Germania dove Turetta si trova in carcere, allo scopo di farlo consegnare all'Italia.
Il 22enne è in una cella da solo nel penitenziario di Halle, non per motivi particolari ma poiché si tratta di una modalità di detenzione «consueta» per chi è in custodia cautelare in Germania.
Turetta accetta l'estradizione
Il tribunale tedesco incaricato del caso ha disposto l'estradizione per Turetta, arrestato in Germania per l'omicidio di Giulia, caso che ha scosso tutta Italia. Lo si apprende da fonti informate, scrive l'agenzia Ansa.
La decisione sarà comunicata a Roma al Ministero della Giustizia che chiederà a Ministero dell'Interno di disporre il trasferimento in Italia di Turetta.
Turetta ha dato il proprio consenso a venire consegnato alle autorità italiane, riferisce dal canto suo una nota della Polizia tedesca recapitata stamani all'avvocato italiano del giovane, Emanuele Compagno.