Giustizia Femminicidio di Giulia, Turetta è ancora in Germania, ha premeditato il delitto?

SDA

21.11.2023 - 19:37

Una ragazza trovata uccisa in un dirupo, il presunto killer – l'ex fidanzato – arrestato in Germania dopo mille chilometri in fuga. Ci sono per ora questi due elementi, incontrovertibili, sul tavolo dell'inchiesta per l'assassinio di Giulia Cecchettin, 22 anni. Tutto il resto è un quadro da comporre.

Molti i fiori depositati domenica all'esterno della casa dove Giulia Cecchettin, 22 anni, viveva con la sua famiglia a Vigonovo, vicino a Venezia.
Molti i fiori depositati domenica all'esterno della casa dove Giulia Cecchettin, 22 anni, viveva con la sua famiglia a Vigonovo, vicino a Venezia.
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E per farlo ai magistrati della Procura di Venezia servono l'esito dell'esame autoptico, gli accertamenti tecnici sui tanti reperti (un coltello spezzato, la Fiat Punto dell'indagato, le macchie di sangue) raccolti dai Carabinieri.

Soprattutto, serve la versione del presunto assassino, Filippo Turetta, coetaneo di Giulia, studente universitario con un passato da «ragazzo modello», come hanno raccontato in molti.

I tempi perchè arrivi in Italia non saranno brevi, anche se questo è l'auspicio ribadito lunedì sera dal titolare della Farnesina, il ministro degli affari esteri Antonio Tajani.

Ma le procedure previste, come la traduzione in tedesco dell'ordinanza di custodia cautelare, fanno slittare almeno a giovedì la possibilità della prima udienza in carcere.

Nuovo capo d'imputazione, ecco cosa cambia

L'estradizione di Filippo Turetta dal carcere di Halle, nella Sassonia Anhalt, non avverrà in pochi giorni. Sono diverse le pratiche da espletare nel carteggio tra gli uffici giudiziari dei due Paesi.

Il capo d'imputazione, dopo il ritrovamento del cadavere di Giulia, è stato infatti riformulato: dall'iniziale tentato omicidio ad omicidio volontario, come confermato dal Procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi.

La misura cautelare per la quale domenica Turetta si è presentato in udienza in Germania, dovrà essere infatti ri-notificata; e su questo mandato per omicidio volontario che il giovane dovrà esprimere l'accettazione all'estradizione.

«Noi – ha detto Cherchi – siamo in contatto con l'autorità giudiziaria che è competente per territorio, quindi i passi diplomatici sono stati fatti. Stiamo chiedendo il trasferimento in Italia del ragazzo; e questo è sottoposto alla procedura penale tedesca, che ha i tempi e i modi che sono lì previsti, di cui naturalmente dobbiamo tenere conto».

I tempi tecnici vanno rispettati, anche per l'autopsia

Il capo dell'ufficio giudiziario veneziano ha anche l'omicidio volontario, allo stato, è una imputazione provvisoria: «Vanno fatti tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sulla macchina, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo a quel punto si potrà fare un'imputazione più completa».

Anche l'autopsia, che sarà effettuata all'istituto di Medicina legale di Padova, dovrà attendere i tempi tecnici del conferimento dell'incarico ai consulenti, della Procura e delle parti.

La polizia ha ricostruito la fuga

I magistrati hanno intanto messo dei punti fermi sulla fuga di Filippo Turetta, una caccia all'uomo di 7 giorni, tra segnalazioni di varchi stradali, e immagini delle telecamere di videosorveglianza.

«Turetta non si è costituito, ma è stato prontamente individuato» ha precisato Cherchi, escludendo poi che il ragazzo abbia avuto dei complici: «questa fuga non poteva durare più di tanto, proprio perché si tratta di un soggetto non inserito in ambiti di criminalità organizzata.»

«Per cui gli appoggi esterni, anche ci fossero stati, sarebbero stati limitati e infatti è andata esattamente così».

Crimine premeditato?

Il dramma di Giulia ha generato un'enorme onda emotiva sul tema dei femminicidi. Nell'opinione pubblica si è fatta avanti l'idea che quello di Giulia sia stato un omicidio premeditato.

«Noi non ipotizziamo niente – ha detto Cherchi – Non possiamo fare ipotesi e costruire dalle conseguenze, bisogna fare il contrario: dai dati di fatto si costruisce una specie di metodo scientifico».

La macchina di Turetta è ancora in Germania, e solo quando gli inquirenti avranno la vettura potranno mettere insieme tutti quegli elementi «per capire come si sono dipanati gli avvenimenti».

Filippo non è stato interrogato ad Halle, perchè non ha ancora nominato un difensore. «Se i tempi della procedura tedesca fossero lunghi, i pubblici ministeri veneziani potrebbero decidere di andarlo a sentire in Germania.

I due papà si sono scambiati un messaggio sul cellulare

Intanto la villetta della famiglia di Giulia a Vigonovo, è divenuta una sorta di altare laico. La recinzione è sommersa da fiori e bigliettini. Domenica sera i genitori di Turetta hanno partecipato, senza incontrare i Cecchettin, alla fiaccolata svoltasi in paese.

II papà di Filippo e di Giulia si sono scambiati un breve messaggio, sul telefono. Di più per papà Gino, adesso, non è possibile.

SDA