Coronavirus Berset e i ministri della salute: «Le frontiere non verranno chiuse»

ATS / sam

25.2.2020 - 19:22

Alain Berset con i ministro Roberto Speranza e Jens Spahn
Alain Berset con i ministro Roberto Speranza e Jens Spahn
Source: KEYSTONE/PETER KLAUNZER

Il consigliere federale Alain Berset e gli altri ministri della salute dei paesi confinanti con l'Italia hanno convenuto che chiudere i confini con il Paese – particolarmente toccato dal coronavirus – sarebbe «una misura esagerata».

Lo ha detto il ministro della salute italiano Roberto Speranza al termine del vertice in cui hanno partecipato numerosi ministri.

Oltre a Berset, presenti all'incontro anche il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio, la commissaria europea alla salute Stella Kyriakides e i ministri della salute di Austria, Francia, Slovenia, Croazia e Germania. «Bloccare i confini sarebbe una misura sproporzionata e sbagliata», ha aggiunto Speranza.

«Fiducia sulle nostre misure»

«Dai Paesi confinanti fiducia sulle nostre misure», ha detto Speranza, precisando che gli italiani potranno continuare a viaggiare, raggiungendo anche il Ticino e la Svizzera. «I grandi eventi internazionali non saranno cancellati a priori, ma saranno valutate caso per caso le misure appropriate da prendere».

«Il blocco dei voli da e per la Cina non è stato un errore», ha aggiunto ancora il ministro della salute italiano Roberto Speranza in conferenza stampa.

Le dichiarazione in sei punti

Berset e gli altri ministri della salute di Italia, Austria, Croazia, Germania, Francia, Slovenia e San Marino hanno inoltre adottato una dichiarazione congiunta in sei punti che illustra una posizione comune per fronteggiare l'emergenza coronavirus.

Il primo punto comune indica appunto la decisione di tenere i confini aperti. Nella dichiarazione comune si esprime apprezzamento per le misure adottate dall'Italia. «Siamo d'accordo - affermano i vari Paesi nel documento - sulla necessità di adottare una posizione comune sull'emergenza al fine di fronteggiare la presente sfida globale».

Questi i sei punti: tenere aperti i confini, chiuderli sarebbe sproporzionato e inutile al momento; condividere e standardizzare le informazioni per i viaggiatori che rientrano dalle aree a rischio o che viaggiano verso di esse; divisione delle informazioni mediche ed epidemiologiche; standardizzare le informazioni per i professionisti e il pubblico, incluse possibili informazioni comuni ai confini; conference call internazionali regolari; nessuna cancellazione a priori di grandi eventi.

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