Francia Vietata a Carrefour la vendita del cocktail «Emily in Paris»

SDA

7.1.2025 - 19:00

Emily in Paris è una serie che ha avuto un certo successo.
Emily in Paris è una serie che ha avuto un certo successo.
Keystone

Un tribunale di Parigi ha ordinato a Carrefour di interrompere la vendita di un cocktail alcolico tratto dalla serie tv «Emily in Paris».

Keystone-SDA

Le allusioni alla serie tv Netflix sono «esclusivamente destinate a incoraggiare i consumatori a scegliere questo prodotto», ha spiegato la corte dopo il ricorso presentato dall'associazione Addictions France, che gestisce campagne di sensibilizzazione e prevenzione per tutti i tipi di dipendenza, riferisce l'Afp.

«Benvenuti nel meraviglioso mondo di Emily in Paris e Chamère», annunciava il distributore su un sito internet quando ha messo in vendita questo prodotto tratto della serie tv.

Ecco le spiegazioni del tribunale

In Francia la pubblicità di prodotti alcolici è strettamente limitata in nome della tutela della salute pubblica.

Inoltre deve «limitarsi a mettere in evidenza elementi informativi e oggettivi», come il grado alcolico, la composizione del prodotto o anche le «caratteristiche olfattive e gustative», spiega il tribunale di Parigi nella sua ordinanza del 18 dicembre 2024 visionata dall'Afp.

Il tribunale di Parigi ha quindi ordinato a Carrefour di «ritirare dal proprio sito web qualsiasi rappresentazione di bevande alcoliche a marchio Chamère con la dicitura 'Emily in Paris', e ha vietato al distributore di proporre alla vendita «bevande alcolizzate di marchio Chamère con la dicitura Emily in Paris».

Il distributore che ha ammesso «l'errore» è stato condannato a versare 8.000 euro a Addictions France.

Ecco il prossimo passo dell'associazione Addictions France

«È una grande soddisfazione», commenta Frank Lecas, responsabile degli affari legali di Addictions France, rallegrandosi del fatto che «il giudice abbia ordinato il ritiro del prodotto dalla vendita».

L'associazione intende «intraprendere un'azione legale contro l'azienda inglese» che produce la bevanda.

Da ottobre, «c'è stato un gran numero di annunci su Facebook e Instagram che rimandavano al sito web di Carrefour», ha dichiarato Lecas all'Afp.

«Se avessimo fatto causa all'azienda inglese, i tempi si sarebbero allungati. Per andare più in fretta abbiamo fatto un ricorso contro il distributore, ossia Carrefour».