Jannik Sinner (ATP 4) si è brillantemente qualificato per la sua prima finale di uno Slam battendo il numero 1 Novak Djokovic.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Jannik Sinner ha sconfitto il numero uno al mondo Novak Djokovic in semifinale degli Australian Open col punteggio di 6-1 6-2 6-7 6-3.
- Il tennista azzurro si qualifica così, per la prima volta, in una finale del Grande Slam.
- Domenica Sinner affronterà Daniil Medvedev, che ha avuto la meglio di Alexander Zverev nell'altra semifinale.
Non ha la grazia di Roger Federer, non ha i muscoli di Rafael Nadal e nemmeno la compostezza atletica del suo avversario di oggi. Ma, in semifinale a Melbourne, contro Novak Djokovic - imbattuto agli Australian Open dal 2018 - Jannik Sinner ha dimostrato di essere uno schiacciasassi.
Il 22enne ha raggiunto la sua prima finale di un Grande Slam spazzando via la resistenza del numero 1 in «sole» tre ore e 22 minuti. L'italiano non ha infatti lasciato scampo a Djokovic, superandolo 6-1 6-2 6-7 (7/8) 6-3.
Come recita bene il punteggio, l'epica battaglia tanto attesa c'è stata solo dal terzo set, in cui il 22enne altoatesino ha pure fallito un match point nel tie-break sul servizio dell'avversario.
Trionfatore per 10 volte nel primo Major dell'anno, Nole è stato battuto per la prima volta in semifinale a Melbourne, dove non perdeva da addirittura 33 incontri.
A fine partita Nole è uscito salutando velocemente il suo pubblico, che per tutta la partita è stato nettamente a suo favore, e si è infilato nel cunicolo, mesto, battuto - per ora.
Sinner: «Non ti racconto la mia tattica»
«Ho capito che Novak non si sentiva al massimo e l'atmosfera qui era fantastica. È sempre bello poter giocare contro giocatori come lui, da cui si può imparare molto», sono state le prime parole del vincitore nell'intervista post partita alla Rod Laver Arena.
Currier, da anni intervistatore in campo dei campioni in scena a Melbourne, ha ricordato a Sinner di aver battuto Djokovic 3 volte nelle ultime 4 partite. «Come fai?».
«Chiedi a lui», ha risposto simpaticamente l'altoatesino. «Giochiamo in modo simile, lui serve in maniera incredibile, e io ho sempre tentato di farlo muovere il più possibile, ma non ti racconto la tattica...».
Il 22enne ha ricordato di aver avuto la possibilità, già a 17 anni, di allenarsi con il campionissimo serbo, «e da lì ho imparato molto. Il mio servizio da allora è decisamente migliorato, ma sento di poter crescere ancora».
Domenica la sua prima finale
«Sono arrivato qui con un sorriso e domenica farò del mio meglio».
Non sa ancora chi tra Zverev e Medvedev dovrà affrontare in finale, ma «sono entrambe due giocatori incredibili. Vedremo chi dovrò affrontare. Intanto io posso guardare la semifinale, in maniera più rilassata», ha concluso sorridendo e ringraziando.
Simpatico come sempre, un poco timido, ma capace di affrontare anche le insidie del microfono con grande naturalezza. Anche questo è il nuovo, unico antidoto allo strapotere di Novak Djokovic.