È già «Sinnermania» In Italia sono tutti pazzi di Jannik: «Una cosa che non si era mai vista»

bfi

29.1.2024 - 13:04

Jannik Sinner.
Jannik Sinner.
KEYSTONE

La vittoria di Jannik Sinner a Melbourne ha ricordato all'Italia che i grandi campioni dello sport non sono solo calciatori. Dopo la nuotatrice Federica Pellegrini e, ancora prima, Alberto Tomba, l'Italia ha trovato un portabandiera che mette tutti d'accordo.

29.1.2024 - 13:04

Lo ripetiamo: non ha la grazia di Roger Federer, non ha i muscoli di Rafael Nadal e nemmeno la compostezza atletica di Novak Djokovic. Ma a Melbourne Jannik Sinner ha dimostrato di essere uno schiacciasassi, oltre che essere un ragazzo destinato a calamitare l'attenzioni di molti con il suo sorriso, e una genuinità quasi fosse d'altri tempi.

Intanto, l'Italia, lo celebra come il suo nuovo eroe nazionale, lo sportivo capace di mettere tutti d'accordo, il portabandiera di un risorgimento sportivo atteso da anni. E non si tratta di un calciatore.

Da un punto di vista tecnico-tattico, in finale a Melbourne, ma anche prima, l'altoatesino ha sfoderato un top spin di dritto utilissimo per tenere l'avversario lontano. Poi il suo diritto potente, è stato capace di ferire, mortalmente, come il servizio.

Proprio il servizio in Australia è stato devastante per potenza e angolatura: zero le palle break concesse a Djokovic in semifinale, 14 gli ace messi a segno contro Medvedev in finale, 50 i suoi servizi vincenti.

Panatta: «Ragazzo eccezionale, per me è già il numero1»

Ai microfoni della Rai, Adriano Panatta, l'ultimo italiano a vincere un torneo del Grande Slam (1976) prima di Jannik Sinner, ha racchiuso nelle sue parole i sentimenti di tantissimi italiani.

«Al di là del tennis, questo è un ragazzo eccezionale. Per me è il numero 1 del mondo già adesso, lasciando perdere gli algoritmi del ranking ATP. A 22 anni ha tutta la carriera davanti e di titoli Slam ne vincerà tanti».

«È stata una giornata bellissima perché Sinner ha vinto il primo vero torneo importante della sua carriera. Il tennis vero si gioca 3 su 5 e negli Slam», ha aggiunto Panatta, che poi ha analizzato l'incontro con Medvedev.

«Ha giocato una partita molto complicata perché Medvedev è andato un po' contro la sua natura, che è quella di giocare molto lontano dalla linea di fondo, mentre in finale è andato molto in avanzamento togliendo il tempo a Sinner. Jannik è rimasto un po' sconcertato, perché non gli ha dato ritmo».

«Quando è entrato in campo, la faccia di Sinner non era la stessa dei turni precedenti. Era un po' teso, ma è normale a 22 anni prima di giocare una finale importantissima. Poi si è ripreso e ha riagganciato il russo, che non poteva assolutamente continuare a quel ritmo per quattro ore. L'aspetto importante di questo ragazzo è che, sotto di due set, non ha perso la testa come altri suoi colleghi ed è rimasto lì senza fare una piega. Pensava di poter ribaltare la partita e l'ha vinta».

La Russa: «Tecnica, coraggio, tenacia e cuore, grazie campione»

«L'emozionante vittoria di Jannik Sinner all'Australian Open porta l'Italia sul tetto del mondo nel tennis e ci regala un sogno inseguito per decenni. Tecnica, coraggio, tenacia e cuore: che orgoglio per noi italiani vederlo alzare il trofeo! Grazie Campione, continua così». Questo il commento del presidente del Senato italiano Ignazio La Russa.

Binaghi : «Una cosa mia vista in Italia»

La vittoria del tennista 22enne ha scomodato molti amanti del tennis e non, come ha annotato il presidente della Federazione tennistica italiana Angelo Binaghi, ai microfoni della «Gazzetta dello Sport».

«Milioni e milioni di persone scoprono il tennis, e magari avranno fatto la notte in bianco per vedere Jannik. È una cosa che non si era mai vista in Italia».

«Sinner è un giocatore che può vincere tornei dello Slam per il prossimo decennio». Per il presidente non ci sono dubbi: il ragazzo di San Candido è «lo sportivo più popolare del Paese e dunque un patrimonio che appartiene a tutti. Un ragazzo che ha un impatto sociale, culturale ed economico che fuori dal calcio non si produceva da decenni».

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