Il numero 1 del tennis mondiale è una calamita di pubblicità. Dopo tutto il trambusto degli ultimi giorni, la domanda è cosa faranno le compagnie alle quali il tennista presta la sua immagine.
L'ultima vicenda che ha visto Novak Djokovic quale protagonista ha generato un gran polverone. Il tira e molla tra il numero 1 del tennis mondiale e il governo australiano ha tenuto in sospeso per giorni non solo i tifosi e gli amanti dello sport.
Il giudizio finale è arrivato dalla Corte federale australiana, che ha confermato la decisione del ministro dell'Immigrazione del Paese, Alex Hawke, di ritirare a Nole il visto d'entrata poiché, non essendo vaccinato contro il Covid, è stato considerato un pericolo per la salute pubblica. Il serbo di conseguenza ha perso la possibilità di difendere il suo titolo a Melbourne.
Negata così - per ora - anche la possibilità di superare Roger Federer e Rafael Nadal per numero di Grand Slam vinti.
Nel frattempo Djokovic è tornato a casa, nella sua Belgrado, tra il calore e il sostegno dei suoi connazionali. Se non si fa vaccinare, rischia di perdere altri tornei.
Pensando a Djokovic, oltre alla questione della vaccinazione, rimangono altre domande senza risposta.
Cosa faranno i grandi sponsor con i quali collabora?
Con il marchio di moda Lacoste, per esempio, Djokovic ha la sua collezione di polo, occhialini da sole e cappellini. Un contratto che al serbo frutta all'incirca 13 milioni di euro.
«Abbigliamento che bilancia l'eleganza e la performance», è il messaggio. La collaborazione con la stella del tennis sarà ora riconsiderata?
La casa francese ha dichiarato: «Contatteremo Novak Djokovic il più presto possibile per rivedere gli eventi che hanno accompagnato la sua presenza in Australia».
Altri sponsor come Peugeot, Hublot, Asics o Raiffeisen Bank International stanno tacendo, preferendo che passi la tempesta. Secondo Christian Lang, intervistato dal Tages Anzeiger, «è meglio per gli sponsor aspettare che la situazione si calmi. Dietro le quinte, tuttavia, i negoziati sono certamente in corso», ha detto il direttore del Competence Center for Sport Management & Entertainment all'Università di San Gallo.
«La situazione non è senza rischi per lui»
Alla domanda se il danno alla reputazione di Novak Djokovic può essere quantificato, Lang ha invece detto alla SRF: «Bisogna essere consapevoli che Djokovic ha generato gran parte della sua fortuna con i proventi delle sponsorizzazioni. Poiché è un testimonial per molte aziende, la situazione non è senza rischi per lui. È possibile che subisca notevoli perdite economiche dopo la sua carriera sportiva».
Ci pensa il quotidiano serbo «Informer» a mettere una cifra alle possibili perdite del tennista. Martedì, il giornale ha pubblicato il titolo: «Novak deve decidere: vaccinazione o la fine della carriera. Se non può giocare, perderà 40 milioni di euro in sponsorizzazioni».
Accurata o meno, questa cifra mette in evidenza il molto probabile danno d'immagine e di introiti che Djokovic subirà nei prossimi tempi.
Josh Schwartz, capo del marketing degli atleti presso l'agenzia americana Pivot, ha detto che l'immagine del serbo «sarà macchiata a causa di questa situazione, perché la maggior parte dei giocatori che giocano in questo torneo sono vaccinati e hanno rispettato le regole».
«È una situazione complicata», ha continuato Schwartz. «Legalmente, non c'è stato alcun illecito».
«Come consumatori abbiamo memoria corta»
A buttare acqua sull'incendio divampato a Melbourne ci pensa Joe Favorito, specialista di marketing sportivo alla Columbia University: «Come consumatori abbiamo una memoria molto corta».
Inoltre, c'è sempre stato chi simpatizza per il lupo e chi per Cappuccetto rosso, chi prova antipatia per mister Scrooge di Dickens e chi invece ne apprezza il cambiamento.
«Amiamo gli eroi e i cattivi e ci piace vedere le persone superare le difficoltà», ha aggiunto Favorito al sito 'The National'.
Il colpo più duro
In carriera Novak Djokovic ha guadagnato più di 150 milioni di dollari in premi, senza contare i soldi degli sponsor che sono molti di più.
Il colpo più duro per Djokovic sembra essere non poter giocare e non poter continuare a fare la storia sul campo. Infatti il serbo non ha mai fatto mistero del fatto che il record di titoli del Grande Slam «significherebbe tutto» per lui.