L'esperto di blue Sport L'ex commentatore del TdS Gammenthaler: «Mäder voleva cambiare il mondo»

fon

17.6.2023

Gino Mäder è deceduto all'età di 26 anni.
Gino Mäder è deceduto all'età di 26 anni.

L'esperto di ciclismo di blue Sport ed ex commentatore del Tour de Suisse Henri Gammenthaler riflette sulla morte del giovane ciclista elvetico Gino Mäder.

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Non hai tempo? blue News riassume per te

  • Gino Mäder è morto venerdì, un giorno dopo l'orribile incidente al Tour de Suisse.
  • L'esperto di ciclismo Henri Gammenthaler è sbalordito. Il commentatore di lunga data del Tour de Suisse cerca spiegazioni in un'intervista a blue News.
  • Il ciclismo non ha perso solo un forte corridore, ma anche una persona estremamente gentile e disponibile.

La tragica morte di Gino Mäder ha sconvolto il mondo dello sport. Anche Henri Gammenthaler è sbalordito. «L'ho accompagnato per molti anni, con lui ho fatto interviste e l'ho seguito alle corse. È una cosa che ti colpisce molto. Quando ho saputo della sua morte, non ci potevo credere», dice l'ottantatreenne, che per molti anni è stato commentatore di gare ciclistiche, soprattutto del Tour de Suisse.

«Era un ciclista molto sensibile e simpatico. Voleva aiutare tutti e cambiare il mondo. È tragico che una persona del genere se ne vada così», continua Gammenthaler.

«È uno shock anche per gli altri ciclisti. Gino Mäder aveva solo amici, non faceva mai storie, piaceva a tutti. Era anche disponibile e a volte dava delle borracce anche a ciclisti che non facevano parte della sua squadra. Era un buona persona. Nessuno può capire davvero e nessuno dormirà bene stanotte».

Henri Gammenthaler ha seguito per molti anni il ciclismo come commentatore.
Henri Gammenthaler ha seguito per molti anni il ciclismo come commentatore.
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«Spero si torni a un ciclismo più umano»

Come è potuta accadere questa disgrazia? Gammenthaler dice che Mäder sapeva di poter guadagnare tempo con una discesa veloce e molto rischiosa: «Conosce il passo, si è anche allenato regolarmente in quella zona. Di conseguenza ha spinto sull'acceleratore, raggiungendo quasi i 100 km/h. Poi è arrivata questa lunga curva e una folata di vento. Gino ha perso il controllo della sua bicicletta ed è caduto molto in basso. È stata un'enorme sfortuna».

«Io spero, che in nome di Gino, qualcosa cambierà nel ciclismo - prosegue l'ex commentatore - questi ragazzi sono degli atleti, delle persone normali, non delle macchine.»

«Ora in questo sport tutto è basato sullo spettacolo, io spero che si ritorni a vedere le persone. Non è importante la velocità con cui si viaggia, ma la sicurezza. Io spero che si torni a un ciclismo più umano», conclude, visibilmente commosso, Henri Gammenthaler.