Parigi 2024 Dubbi scandalosi: «Alle Paralimpiadi ci sono atleti che non hanno la disabilità»

bfi

7.9.2024

La delegazione dell'Ecuador durante la cerimonia d'apertura dei Giochi paralimpici di Parigi
La delegazione dell'Ecuador durante la cerimonia d'apertura dei Giochi paralimpici di Parigi
IMAGO/BSR Agency

I Giochi Paralimpici sono uno degli eventi sportivi più stimolanti del pianeta, ma ciò non significa che siano al riparo da scandali.

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Un Paese che partecipa ai Giochi paralimpici di Parigi è stato colpito dalle accuse di aver finanziato e dato il lasciapassare ad atleti non disabili.

Infatti è un osservatorio dell'Ecuador a denunciare l'esistenza di un'intricata struttura di corruzione che avrebbe permesso ad atleti del Paese senza alcuna disabilità di partecipare alla competizione paralimpica.

Le linee guida del Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) stabiliscono che un atleta deve avere una condizione di salute di base che porti a menomazioni permanenti ammissibili per poter gareggiare in un evento dei Giochi.

«Una rete di corruzione»

Eppure, alcuni giorni fa i media ecuadoriani hanno rivelato che l'Osservatorio per il monitoraggio del rispetto delle politiche pubbliche nello sport ecuadoriano (ODDE) ha affermato, in un rapporto ufficiale, che una presunta «rete di corruzione» all'interno del Comitato paralimpico ecuadoriano e della Federazione sportiva ecuadoriana per le persone con disabilità intellettiva ha permesso ad atleti senza disabilità di competere in eventi paralimpici.

Secondo «Infobae», l'ODDE ha dichiarato di aver ricevuto informazioni confidenziali su atti di corruzione che riguardano direttamente gli atleti disabili del Paese negli ultimi cinque anni.

L'ODDE ha inoltre affermato che la presunta rete di corruzione avrebbe permesso a concorrenti senza disabilità o menomazioni di accedere a «classificazioni funzionali fraudolente» per diventare idonei a competere negli eventi paralimpici, oltre che a ricevere finanziamenti importanti.

L'organismo ha anche affermato che la presunta rete ha permesso a un concorrente non disabile di vincere una medaglia d'oro nel salto in lungo ai Giochi Paraolimpici di Toronto del 2015, un risultato che ora è visto con sospetto.

Rigide valutazioni da parte di organismi internazionali

L'idoneità a competere ai Giochi paralimpici non è decisa dagli organi nazionali di governo di un Paese, ma da organismi internazionali come la VIRTUS, la Federazione sportiva internazionale per gli atleti con disabilità intellettiva.

Per quel che riguarda gli atleti con disabilità intellettiva bisogna dimostrare di avere un quoziente intellettivo pari o inferiore a 75 e devono essere provate limitazioni significative nel comportamento adattivo in ambito concettuale, sociale e pratico. Inoltre, qualsiasi disabilità intellettiva deve essere stata diagnosticata prima dei 22 anni.

Deepthi Jeevanji, la prima atleta indiana con disabilità intellettuale capace di vincere una medaglia d'oro alle Paralimpiadi. 
Deepthi Jeevanji, la prima atleta indiana con disabilità intellettuale capace di vincere una medaglia d'oro alle Paralimpiadi. 
IMAGO/AFLOSPORT

«Vi sono atleti con falsa disabilità, con patente di guida»

Sulla base della accuse, il presidente dell'ODDE, Edison Mendoza, ha esposto le proprie preoccupazioni rivolgendosi al presidente del Congresso ecuadoriano: «Atleti che hanno gareggiato nello sport convenzionale secondo i fascicoli tecnici sono stati reclutati nottetempo dal Comitato Paralimpico Ecuadoriano e sono passati a gareggiare nello Sport Adattato.»

Accuse pesantissime, ma non sono le sole.

Il 23 agosto, un allenatore paralimpico ecuadoriano è intervenuto sulla televisione nazionale «Teleamazonas» per denunciare la presenza ai Giochi di quest'anno di atleti che gareggiano con false disabilità.

L'allenatore, che ha scelto di mantenere la propria identità riservata, ha dichiarato: «I selezionati che dovrebbero avere una disabilità intellettuale per partecipare ai Giochi paralimpici di Parigi 2024, non ce l'hanno».

A sostegno delle loro affermazioni, l'allenatore ha aggiunto che alcuni atleti sono in possesso di patenti di guida ecuadoregne di tipo B, che consentono di guidare veicoli leggeri e sono vietate ai disabili.

In riferimento a ciò, ha detto: «Fino a un certo grado di disabilità si può ottenere la patente di tipo F, ma non quella di tipo B. Come hanno fatto a ottenerla se hanno una disabilità che va dal 36% a oltre il 60%? C'è qualcosa che non torna».

«È una valutazione internazionale attraverso quattro filtri»

In risposta a queste accuse, la presidente del Comitato paralimpico ecuadoriano, Patricia Leon, ha smentito queste affermazioni, richiamando l'attenzione sul rigoroso processo di verifica che gli atleti paralimpici devono affrontare per essere ammessi alle competizioni.

«È un processo a livello internazionale, non è scelto dal Comitato Paralimpico (ecuadoriano). Il fatto che tu abbia una licenza speciale del tuo Paese non garantisce la tua partecipazione, gli atleti devono passare attraverso un processo rigido per poter partecipare, ci sono quattro filtri, tra cui medici e psicologi».