Valentina Petrillo si appresta a diventare la prima atleta apertamente transgender a gareggiare ai Giochi paralimpici, essendo stata selezionata per rappresentare l'Italia nella para-atletica a Parigi.
Hai fretta? blue News riassume per te
- I Giochi paralimpici si svolgono dal 28 agosto all'8 settembre.
- Valentina Petrillo, velocista cinquantenne con disabilità visiva, ha effettuato la transizione da maschio a femmina nel 2019 e gareggerà ai Giochi paralimpici di Parigi.
- La partecipazione di Petrillo ha sollevato discussioni sull'equità nelle competizioni femminili, con opinioni divergenti tra sportivi e organizzazioni internazionali.
La velocista cinquantenne Valentina Petrillo - che gareggia nella classifica T12 femminile, riservata alle atlete con disabilità visive - ha effettuato la transizione da maschio a femmina nel 2019.
Petrillo, che correrà nei 200 e 400 metri T12, ha dichiarato alla «BBC Sport» che la sua partecipazione ai Giochi sarebbe un «importante simbolo di inclusione». Ricordiamo che i Giochi paralimpici si svolgono dal 28 agosto all'8 settembre.
Ma Mariuccia Quilleri, avvocato e atleta che ha rappresentato alcuni colleghi atleti che si oppongono alla partecipazione della connazionale alle gare femminili, ha affermato che l'inclusione è stata privilegiata rispetto all'equità e «non c'è molto altro che possiamo fare».
L'anno scorso la 50enne ha vinto due medaglie di bronzo ai Campionati mondiali di para-atletica.
«Benvenuta a Parigi», ma sport e scienza «devono fare chiarezza»
Andrew Parsons, presidente del Comitato paralimpico internazionale (IPC), ha dichiarato che, sebbene l'italiana sia «la benvenuta» a Parigi in base alle attuali politiche dell'atletica paralimpica mondiale, vuole vedere il mondo dello sport «unito» sulle politiche relative ai transgender.
Attualmente nello sport non esiste una posizione unificata nei confronti dell'inclusione dei transgender.
L'IPC consente agli organismi internazionali di governo dello sport di stabilire le proprie politiche. Esistono differenze significative tra le politiche di World Athletics e quelle di World Para Athletics, per esempio.
World Athletics ha vietato alle donne transgender di gareggiare nella categoria femminile negli eventi internazionali. Il suo presidente, Lord Sebastian Coe, ha dichiarato che la decisione è stata presa per «mantenere l'equità per le atlete al di sopra di ogni altra considerazione».
Secondo le regole della World Para Athletics, una persona legalmente riconosciuta come donna può gareggiare nella categoria per la quale la sua menomazione la qualifica.
Il regolamento prevede inoltre che «la World Para Athletics si occuperà di tutti i casi che coinvolgono atleti transgender in conformità con le linee guida del Comitato Olimpico Internazionale e con qualsiasi regolamento applicabile della World Para Athletics». Regolamenti che sono in costante cambiamento, vista la delicatezza e l'interesse di questo fenomeno.
In un'intervista rilasciata a Parigi due settimane fa, lo stesso Parson aveva dichiarato di essere a suo agio con questa posizione solo per il momento: «Penso che il movimento sportivo, guidato dalla scienza, debba trovare risposte migliori per queste situazioni e per gli atleti transgender. Dobbiamo, sulla base della scienza, dare una risposta migliore e probabilmente unitaria a questo segmento di popolazione».
Chi è Valentina Petrillo
Nata nel 1973, Petrillo è cresciuta con il mito di Mennea e con il sogno di partecipare un giorno alle Olimpiadi. Un sogno che però si spezza all'età di 14 anni, quando le viene diagnosticata la sindrome di Stargardt e diventa ipovedente.
Ma l'atletica era, ed è rimasta, il suo punto fermo, un'ancora di salvezza come ha dichiarato a «SkyTg»: «Questa disciplina mi ha salvata da un quartiere difficile di Napoli e mi ha permesso oggi, anche considerando la mia condizione, di essere una persona autonoma e libera. Questo sport è la mia vita, mi piace correre, ma soprattutto mi piace correre veloce».
Poi sono arrivati gli anni della continua ricerca di sè, della propria identità sessuale. «Qualche anno fa sono finalmente riuscita a realizzare qualcosa che desideravo dentro: ho iniziato la transizione di genere nel 2019». Petrillo ha dichiarato di sapere di essere una donna fin dall'età di nove anni.
Tra il 2015 e il 2018 Petrillo ha vinto 11 titoli nazionali nella categoria T12 maschile per atleti con disabilità visiva. Con il sostegno della moglie, nel 2018 ha iniziato a vivere come una donna e nel gennaio 2019 ha iniziato la terapia ormonale.
Un percorso non certo indolore in cui ha perso tanti amici, «ma ho anche incontrato persone splendide».
Nel 2018 ha lasciato il mondo dell'atletica maschile. «Non potevo più continuare a fingere a me stessa di essere quella che non sono e trovare il supporto del mondo paralimpico è stato per me fondamentale».
«Aspettavo questo giorno da tre anni»
Alla domanda sulla sua reazione alla selezione per le Paralimpiadi, la campana ha risposto così a «BBC Sport»: «Aspettavo questo giorno da tre anni e in questi tre anni ho fatto tutto il possibile per guadagnarmelo. Mi merito questa selezione e voglio ringraziare la Federazione Italiana Paralimpica e il Comitato Italiano Paralimpico per aver sempre creduto in me, soprattutto come persona, oltre che come atleta», ha detto.
«Tutti avranno le loro domande», ma solo una «minoranza» capirà la sua storia.
«Non sono più la persona energica che ero. Ho vinto 11 titoli da uomo, con gli ormoni le prestazioni sono crollate. Non cerco vita più facile in pista. Non sono più la stessa di prima», aveva dichiarato a «La Repubblica» alcuni anni fa.
A chi non va giù la decisione
Sempre l'avvocato Quilleri, alla «BBC», ha dichiarato che «ogni federazione può scegliere tra i concetti di inclusione e correttezza sportiva. World Athletics ha deciso di seguire il principio dello spirito olimpico, cioè è rimasta fedele all'idea di competizione leale. D'altro canto, la Federazione Paralimpica Italiana ha scelto l'inclusione».
La legale, che come accennato rappresenta altri atleti, è convinta che toccherà agli altri atleti ipovedenti «che saranno battuti da Valentina Petrillo a dover protestare con la loro federazione».
Irene Aguiar, legale specializzata in diritto sportivo internazionale, intervistata dalla «Bild», ha invece affermato: «La nostra atleta spagnola Melani Berges ha perso la possibilità di qualificarsi per le Paralimpiadi. Il motivo è la partecipazione dell'uomo Fabrizio ‘Valentina' Petrillo, che è arrivato in finale al suo posto. Questo è ingiusto».
Un argomento che è ben lungi dall'essere risolto, compreso e condiviso. Rimane il fatto che Valentina Petrillo è la prima atleta transgender a partecipare alle Paralimpiadi. Un fatto storico.