30 anni senza il Cigno di Utrecht Van Basten lasciò orfano il calcio di tanta bellezza

bfi

1.6.2023

Marco van Basten (1990)
Marco van Basten (1990)

Marco Van Basten ha scritto alcune delle pagine più belle della storia del calcio. L'olandese ha vestito le maglie di Ajax e specialmente del Milan di sacchi, rendendola una delle formazioni più forti di sempre. 

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«Marco è stato il più grande attaccante che abbia mai allenato. Il suo ritiro anticipato è stata una disgrazia mortale per lui, per il calcio e per il Milan», queste le parole di Fabio Capello, che accompagnò l'olandese nei suoi anni al Milan, prima come secondo di Sacchi, poi, come capo allenatore. 

Sono trascorsi 30 anni, era il 26 maggio del 1993, quando Marco Van Basten giocò la sua ultima partita ufficiale di calcio, e lo fece con la maglia del Milan. Aveva solo 29 anni il ragazzo nato ad Utrecht. Lui che aveva regalato al calcio momenti indimenticabili di bellezza, non ce la faceva più: i dolori alle caviglie erano diventati insopportabili. Il cigno chiuse le ali e salutò, mentre noi, ci rammaricavamo sapendo di essere stati derubati di altri momenti di estasi sportiva, di armonia pallonara, di grazia prestata al calcio. 

Marco Van Basten era cresciuto nelle fila dell'Ajax, e con i Lancieri segnò 152 reti in 172 partite ufficiali. Numeri che non sfuggirono al'attento Galliani, che li riportò a Silvio Berlusconi. A Milano arrivarono il giovane Van Basten e Ruud Gullit, due olandesi pressoché sconosciuti in Italia.

L'olandese che in Italia «topperà»

Molti non capivano, tanti storsero il naso. A Napoli c'era Maradona, la Juventus stava per salutare Platini, Falcao divertiva a Roma e il Milan aveva appena acquistato due olandesi che non avevano ancora vinto nulla.

Nils Liedholm, addirittura, svedese grande saggio del calcio italiano che aveva appena lasciato il Milan per far spazio ad un certo Sacchi, così parlò dell'arrivo di Van Basten «Questo olandese in Italia topperà», la Gazzetta dello Sport gli dedicò un articolo secondario, il dottore dei rossoneri, Vincenzo Pincolini, definì l’olandese un potenziale ostacolista di successo.

Invece ...

Van Basten: 3 Palloni d'Oro, 2 Coppe dei Campioni ...

Con i rossoneri l'olandese ha vinto il titolo di Serie A nella sua stagione d'esordio. Ne vinse poi altri due, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinetali, due Supercoppe italiane e una europea. In 201 presenze con la maglia del Milan segnò 125 gol e in tutti gli incontri in cui Van Basten ha segnato il Milan non ha mai perso. I premi individuali vinti dal 'Cigno di Utrecht' sono innumerevoli, su tutti, tre volte il 'Pallone d'Oro'. 

Il giornalista della Gazzetta dello Sport, Paolo Condò, di lui scrisse: «Van Basten è stato il sogno brevemente realizzato dell’armonia assoluta. L’attimo nel quale il calcio ha smesso di essere arte povera per elevarsi a luogo dell’eleganza». 

La rete segnata all'URSS agli Europei del 1988

Eleganza, potenza, coraggio e visione di gioco che si possono riassumere nella rete segnata all'URSS agli Europei del 1988. L'allenatore degli arancioni Rinus Michels - che all'epoca aveva 60 anni e di calcio ne aveva masticato eccome - si alzò dalla panchina, incredulo, dopo il capolavoro del suo attaccante.

Una rete ricordata da molti come una delle più belle della storia del calcio, ma negli anni a venire, a chi gli ha chiesto di indicare il suo gol più bello, Van Basten ha indicato quello segnato con la maglia dell'Ajax, contro il Den Bosch. Un altro capolavoro di tecnica e atletica. Sopraffino e devastante. 

I cattivi dottori

Van Basten ha terminato la sua carriera a soli 29 anni. Le sue caviglie non reggevano più: troppi i falli, gli interventi duri, maldestri e violenti per fermare una vera macchina da gol. Ma, «il mio problema erano i cattivi dottori, che invece di capire la situazione e migliorarla, l’hanno peggiorata. Il mio peggior nemico non sono mai stati i calci subiti dai difensori avversari», ha detto invece alcuni anni fa lo stesso ex giocatore.

Van Basten e il mago Sacchi

Van Basten, Gullit, Rijkaard, Baresi, Tassotti: questo i nomi che hanno reso immortale il Milan a cavallo tra gli anni 80 e 90. Arrigo Sacchi ne fu il direttore di scena.

«Non c’è mai stato feeling personale tra me e Sacchi. La storia l’hanno fatta i suoi giocatori. Quel Milan era una delle squadre più forti di sempre. Lui ha avuto una parte importante. Era bravo a farsi amici i giornalisti, ha saputo costruire una immagine da grande innovatore. Non ha inventato nulla. Il modulo che usava il Milan non era né rivoluzionario né offensivo. Schieravamo difensori eccezionali. A farci vincere così tanto è stata sempre la difesa, alla quale lui si applicava molto, dedicando invece poco tempo alla fase offensiva».

Fase offensiva che lui, Marco, e l'amico Ruud, seppero elevare a livelli eccelsi.

«Come tifoso del Milan ...»

«Come tifoso del Milan, ho avuto il privilegio di vedere giocare alcuni dei migliori calciatori al mondo In termini di pura abilità e capacità di finalizzazione, Van Basten è stato il miglior attaccante che abbia mai visto. Van Basten nel mondo del calcio attuale annienterebbe qualsiasi squadra», queste le parole di Yems Parouch, un tifoso del Milan che così ha descritto il Cigno di Utrecht.