Murat nella bufera Behrami non grazia nessuno: «I giocatori hanno usato Yakin come parafulmine»

fon

22.11.2023

Murat Yakin nell'occhio del ciclone.
Murat Yakin nell'occhio del ciclone.
Imago

La spirale discendente della Nazionale svizzera continua. Dopo la sconfitta per 1-0 contro la Romania, la squadra di Murat Yakin ha chiuso la qualificazione agli Europei al secondo posto del suo gruppo e il 2 dicembre, al sorteggio per la fase finale del torneo, sarà inserita in quarta fascia. La situazione dell'allenatore Murat Yakin si fa sempre più critica.

fon

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Pierluigi Tami si è detto deluso per le recenti prestazioni della Nazionale, notando un bilancio non positivo: quattro vittorie, cinque pareggi e una sconfitta.
  • Il futuro dell'allenatore Murat Yakin è incerto, con Tami che sottolinea la necessità di discussioni con il presidente della federazione e il consiglio centrale.
  • Nonostante l'obiettivo principale sia stato raggiunto, Tami e l'opinionista della «SRF» Benjamin Huggel evidenziano dubbi e la necessità di una rapida decisione sul futuro dell'allenatore.
  • Commenti critici sono arrivati anche da parte di ex giocatori come Alberto Regazzoni, Blerim Dzemaili e Valon Behmrami, i quali suggeriscono che sotto la guida di Yakin vi siano problemi nella gestione della squadra e nella filosofia di gioco.

«Siamo delusi per questa sconfitta. Guardando alle dieci partite, con quattro vittorie, cinque pareggi e una sconfitta, il bilancio non è positivo. Eravamo i favoriti per la vittoria del gruppo e dobbiamo sicuramente analizzare a fondo la situazione», questo sono le chiare parole pronunciate al termine della partita da Pierluigi Tami ai microfoni della «SRF».

Tuttavia, quando si parla del futuro di Murat Yakin, le risposte diventano più nebulose. «Non decido da solo - ha spiegato il direttore delle squadre nazionali - è una discussione con il presidente e il consiglio centrale», parlando dei colloqui che veranno organizzati con l'allenatore della Nati a dicembre.

Una cosa è certa: «Il 2 dicembre andremo con Murat in Germania per il sorteggio e poi troveremo una data per l'analisi. Prima voglio condividere la mia opinione con Murat. Lui è già a conoscenza di alcune cose, ma dobbiamo ancora parlare direttamente all'interno», ha proseguito Tami.

«Mi aspetto anche da Murat una valutazione di questa qualificazione. In fin dei conti, l'obiettivo principale è stato raggiunto. Sono felice e sollevato per questo. Alla fine avremmo potuto anche mancare la qualificazione. E ci sono stati momenti in cui ho avuto grandi dubbi», ha concluso il 62enne.

Huggel: «Perché prendersi così tanto tempo?»

Un chiaro impegno nei confronti dell'attuale allenatore suonerebbe diversamente, secondo l'opinionista della «SRF» Benjamin Huggel. «Perché andare con lui al sorteggio, se si decide solo dopo se sarà l'allenatore agli Europei? Perché prendersi così tanto tempo? Si sarebbe già potuto fare un'analisi. Per ogni settimana che si perde, il nuovo allenatore ha meno tempo per adattarsi e dare il proprio gioco alla squadra», ha analizzato l'ex giocatore del Basilea e della Nazionale nello studio della «SRF».

Secondo l'ex centrocampista, «bisogna o dare un segno di fiducia e rinnovare con Yakin, o trovare un'altra soluzione prima degli Europei».

Regazzoni: «Così non si può continuare»

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Alberto Regazzoni, ai microfoni della «RSI». «Il primo tempo è stato abbastanza positivo e poi abbiamo subito ancora una rete evitabile. È una fotografia di questo ultimo periodo, ma adesso bisogna ragionare sul futuro prossimo perché così, onestamente, non si può continuare».

«È stata una campagna deludente, senza ombra di dubbio - ha in seguito analizzato l'ex giocatore di Lugano, Sion e Young Boys - si sono visti tanti errori, non c'è stata una filosofia chiara, non c'era una logica nella preparazione della squadra».

«Petkovic aveva la sua filosofia, poteva piacere o no ma era così. Invece adesso con Yakin non ve n'è alcuna traccia. Ecco perché c'è l'amaro in bocca, ci siamo qualificati agli Europei, per noi era un girone facile, ma invece ne usciamo con le ossa rotte», ha poi rincarato la dose il 40enne.

Dzemaili: «Ci sono dei problemi molto più fuori che dentro il campo»

Anche secondo l'ex nazionale Blerim Dzemaili, «c'è qualcosa che non va».

«Secondo me bisogna parlare di ciò che succede fuori dal campo. Nessuno ha festeggiato sabato sera dopo la qualificazione matematica contro il Kosovo. Secondo me ci sono dei problemi molto più fuori che dentro il campo. Bisognerebbe concentrarsi su quello», ha analizzato il centrocampista che ha chiuso la propria carriera l'estate scorsa.

Dzemaili, sinistra, e Behrami con la maglia della Nazionale ai Mondiali del 2018.
Dzemaili, sinistra, e Behrami con la maglia della Nazionale ai Mondiali del 2018.
Imago

Behrami: «Ha pesato la personalità dell'allenatore»

«Ha pesato la personalità dell'allenatore, si evince che è rimasto fermo sui suoi passi. Non ha fatto alcun salto dal punto di vista della duttilità», ha invece detto Valon Behrami.

«I giocatori hanno avuto un parafulmine durante tutto il percorso di qualificazione, e l'hanno utilizzato - ha proseguito l'ex capitano della Nati - ma in realtà la loro personalità non è mai venuta fuori».

«In tante situazioni abbiamo visto i giocatori nascondersi dietro le colpe di un compagno, dell'allenatore, la colpa del ritmo dell'allenamento... e questo pesa», ha concluso il ticinese.