Marco Di Bello, arbitro della sfida tra Lazio e Milan, vinta dai rossoneri, è stato travolto dalle critiche. Il fischietto ha estratto infatti tre cartellini rossi all'indirizzo dei laziali. Se la moglie si è schierata in sua difesa, il presidente dei biancocelesti Claudio Lotito è risultato un fiume in piena.
Hai fretta? blue News riassume per te
- La Lazio ha perso la gara di campionato di Serie A, venerdì giocando in casa contro il Milan.
- L'arbitro Marco Di Bello è stato travolto dalle critiche dopo aver espulso ben tre giocatori della Lazio.
- La gara è stata vinta dal Milan per 1-0.
- L'arbitro è stato sospeso dalla Lega per un mese - si tratta della seconda volta in stagione.
- Se Lotito parla di «violenza psicologica» nei confronti della sua Lazio, la moglie del fischietto scrive una lettera a difesa del suo uomo.
L'arbitro Marco Di Bello dovrà scontare una sospensione di un mese dopo aver preso decisioni controverse durante la sfida di campionato che ha visto la vittoria del Milan sulla Lazio a Roma.
Il designatore arbitrale della Lega, Gianluca Rocchi, ha sospeso l'arbitro brindisino per la seconda volta in questa stagione: la prima era arrivata dopo la partita Juventus-Bologna del 27 agosto scorso.
Secondo «La Gazzetta dello Sport» l'unica scelta giudicata correttamente durante la partita dell'Olimpico in questione è stato il contatto tra Valentin Castellanos e Mike Maignan, che ha fatto gridare al rigore da parte dei laziali. Massima punizione non concessa dal fischietto italiano.
La maggior parte delle decisioni successive si sono rivelate controverse, lasciando la Lazio in campo con soli 8 giocatori, in seguito a ben tre espulsioni.
La lettera della moglie: «Una furia mediatica senza precedenti»
Così, mentre continuano le polemiche e le indignazioni all'indirizzo dell'arbitro Di Bello, è scesa in campo la moglie del fischietto italiano, che ha affidato ai social una lettera che induce a riflettere.
«Non è facile scrivere rimanendo chiari ed educati, non è facile rimanere equilibrati e sereni. Non è affatto facile ma devo esserlo per non essere travolto e inghiottito da questa tempesta di odio. Non voglio parlare di arbitri, non mi interessa parlare di calcio e di calciatori... ma non posso parlare di sport perché lo sport non è più... nello sport non c'è spazio per l'odio e la violenza. Invece, per due giorni, e chissà quanti altri ne seguiranno, la cattiveria e l'ostilità più indicibili sono state riversate su un UOMO. È una furia mediatica e sociale senza precedenti», scrive la signora Carla Faggiano, moglie di Marco Di Bello.
«Viviamo in un'epoca storica in cui la violenza e l'abuso sono condannati e allontanati, ma siamo comunque capaci di odiare, denigrare, offendere, maltrattare e insultare gli altri. Non sono qui per difendere Marco, perché lui stesso è in grado di farlo. Sono qui per mettermi accanto a lui, per poter alleggerire il carico emotivo che ha subito. Sono qui per ricordare che dietro una divisa, fuori dal campo, lontano dalle telecamere, c'è un uomo. Ci sono sacrifici, impegno, dedizione, rinunce, sogni, successi e sconfitte. C'è Marco Di Bello, c'è la sua forza, la sua dignità e tanto altro che niente e nessuno potrà mai cancellare».
La moglie termina la sua missiva citando Albert Einstein: «"In mezzo alle difficoltà c'è l'opportunità". Con amore, Carla».
La furia del presidente della Lazio Claudio Lotito: «Storia di una morte annunciata»
Uno tra i più infuriati, al termine della sfida di venerdì sera all'Olimpico, è stato senza dubbio il presidente degli sconfitti, Claudio Lotito, che non ha lesinato sulle parole durissime rivolte all'indirizzo dell'arbitro Di Bello.
«Oggi noi siamo stati violentati, la squadra è mortificata, ha subito un trauma di carattere psicologico. Quando un sistema non garantisce più credibilità, ti rivolgi a chi è preposto a far rispettare le leggi. A quali sedi ci rivolgeremo? A quelle a cui si rivolgono tutti i cittadini quando c'è violazione di leggi e di norme».
Il presidente ha poi continuato la sua denuncia come un fiume in piena: «Oggi è stata una "storia di una morte annunciata". Non è la prima volta. Quando si verificano in modo reiterato alcune situazioni, viene meno la valutazione del merito sportivo. O il sistema è in grado di correggersi in totale autonomia, o ci si deve rivolgere a organismo terzo».
Quando gli chiedono cosa abbiano pensato nelle stanze dell'UEFA del match di stasera, Lotito alza le spalle: «Non lo so, da quello che so noi della Lazio siamo visti come una situazione particolare, nell'ambito del sistema complessivo europeo».
L'autodifesa di Di Bello è affidata ai Maneskin, e la stampa lo bacchetta di nuovo
Anche Di Bello, come la moglie, ha deciso di usare Instagram per far sentire la sua voce nei confronti delle tantissime critiche piovute su di lui.
L'arbitro ha infatti deciso di postare il brano dei Maneskin «Zitti e buoni», con una foto sua.
Il messaggio non è passato inosservato e immediata è arrivata la risposta del giornalista Alfredo Pedullà che è subito andato all’attacco: «Non contento dei disastri che ha combinato ha pubblicato un post su Instagram con un brano dei Maneskin. Noi zitti e buoni in attesa del suo prossimo disastro, lui l'arbitro più scarso in circolazione che addirittura provoca sui social».
Ricordiamo che Marco Di Bello è stato sospeso per un mese, durante il quale la bufera nei suoi confronti sicuramente si calmerà.