Il commissario tecnico della Nazionale elvetica Murat Yakin ha incontrato la stampa alla vigilia della sfida decisiva di Nations League contro a Serbia.
La Svizzera ha un'unica opzione: vincere. Qualsiasi altro risultato nella sfida di domani sera al Letzigrund contro la Serbia condannerebbe i rossocrociati alla retrocessione in League B di Nations League.
«Ma tutto è ancora nelle nostre mani e possiamo ottenere il terzo posto, che ci porterebbe agli spareggi», ha affermato il commissario tecnico Murat Yakin in conferenza a Zurigo giovedì mattina.
L'assenza di giocatori chiave come Manuel Akanji, Nico Elvedi, Denis Zakaria e Dan Ndoye rende la sfida ancora più complessa. Yakin ha riferito: «Dovremo cercare soluzioni creative, ma sono contento per chi avrà l’occasione di emergere».
Quanto alla strategia di gioco, il tecnico ha le idee chiare: «Giocheremo con aggressività su ogni pallone. Puntiamo a creare molti uno contro uno e ad avere occasioni in attacco sfruttando la fantasia dei nostri giocatori».
Okafor? «Avrà sicuramente qualche minuto in campo, non ho mai messo in dubbio il suo talento».
Il 50enne ha poi rivolto alcune critiche agli arbitri: «È vero, abbiamo incassato dieci gol, ma alcuni di questi sono arrivati in circostanze particolari. Decisioni arbitrali controverse sono parte del motivo per cui siamo in questa situazione».
Al Letzigrund ci saranno probabilmente molti tifosi serbi... «Spero che si cominci col non essere fischiati già durante l'inno nazionale, come invece ci è successo in Serbia», ha concluso il CT.
La conferenza stampa
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La conferenza stampa è finita
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Al Letzigrund ci saranno probabilmente molti tifosi della Serbia...
«Spero che si cominci col non essere fischiati durante l'inno nazionale, come invece ci è successo in Serbia».
Yakin spera in una partita con le emozioni necessarie in campo «e non sugli spalti».
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Perché gli attaccanti svizzeri non riescono a segnare?
«Possiamo sopravvivere solo come collettivo, non dipende solo dagli attaccanti. In ogni caso con Kutesa, il capocannoniere della Super League, Embolo e Amdouni abbiamo attaccanti che possono fare male. Anche se non tutti stanno vivendo momenti esaltanti nei rispettivi club», commenta il CT.
«Si parla sempre del killer instinct e ci si aspetta che gli attaccanti mettano dentro la palla senza avere molte occasioni. Ora non disponiamo di un giocatore simile, questo problema dobbiamo risolverlo come squadra», sottolinea Yakin.
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Cosa ci si aspetta dai nuovi arrivati e dai rientranti?
Con Sohm, Amenda, Hajdari e Muheim, ci sono quattro nuovi arrivati. «Ho detto loro di farsi vedere», dice Yakin, spiegando che hanno già contribuito molto bene agli allenamenti.
«In Nazionale il livello è diverso da quello che si trova nei club. Devono capire come funziona e in questo momento, ora noi gli stiamo dando una possibilità».
L'allenatore non può ancora dire se qualcuno di loro sarà fra i giocatori chiamati a scendere in campo venerdì sera. «Dipende da quello che fanno vedere in allenamento, tutto è nelle loro mani».
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Come è rientrato nel gruppo Okafor?
«È molto positivo, e si allena con un'ottima intensità. Domani avrà i minuti di cui ha bisogno».
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Quale sarà l'approccio tattico alla partita?
«Abbiamo bisogno di maggiore variabilità e dinamismo. Dobbiamo prenderci dei rischi per segnare. Allo stesso tempo dovremo essere pazienti e assicurarsi di non farci trafiggere in contropiede», commenta Muri.
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I numerosi infortuni hanno dato fastidio al CT?
«Non proprio. Mi mancano ancora alcuni dettagli, che esamineremo la squadra nel dettaglio nell'ultima sessione di allenamento», dice Yakin.
Il CT si sta concentrando soprattutto sull'attacco, «è quello che conta».
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Non state mandando un segnale sbagliato ai giocatori se date la colpa all'arbitro per le numerose reti subite?
«Bisogna spiegare i 10 gol subiti. E se siamo in campo contro la Danimarca con otto uomini e subiamo due gol... allora diventa difficile», spiega Yakin.
«Se le cose fossero andate diversamente, non staremmo giocando contro la retrocessione».
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Come scenderà in campo la squadra?
«Dobbiamo giocare in modo aggressivo fin dal primo secondo - spiega Yakin - abbiamo bisogno dell'emozione necessaria, e non solo del capitano Xhaka».
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L'ambiente in squadra
«Non vediamo l'ora di giocare entrambe le partite. I nuovi giocatori si sono ambientati bene e portano una buona dinamica di gruppo e qualità», commenta Rieder. «Sono positivo».
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Chi sostituisce l'infortunato Kobel fra i pali?
«Gregor Kobel si è allenato intensamente per una settimana ed è in forma al cento per cento. Sarà lui a difendere la nostra porta», dice Yakin.
«Abbiamo dimostrato contro la Danimarca che possiamo portare molta intensità in campo. Giochiamo in casa, tutti sono carichi».
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La Nati non ha ancora vinto dopo gli Europei...
«Molte decisioni sbagliate ci sono costate punti importanti - si rammarica Yakin - dobbiamo concentrarci sulla partita contro la Serbia, abbiamo ancora qualcosa da recuperare».
I giocatori che sono in ritiro sono motivati e si stanno allenando bene. «Qualsiasi cosa che non sia una vittoria non ci servirà a nulla».
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La conferenza stampa è iniziata
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La conferenza stampa della vigilia dell'importante sfida contro la Serbia
Giovedì mattina saranno il commissario tecnico Murat Yakin e il centrocampista dello Stoccarda Fabian Rieder a incontrare le stampa.
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La prima ufficiale di Kutesa?
Capocannoniere in Super League con 9 reti, l'attaccante del Servette spera di poter replicare il suo buon momento anche in Nazionale.
«Sono svizzero e voglio giocare per la Svizzera - ha spiegato il 26enne ginevrino - all'Angola ho pensato solo per un attimo ma non ho mai avuto dubbi: voglio vestire il rossocrociato e dare una mano alla squadra».
«La mia attuale vena realizzativa? Il mio allenatore Thomas Häberli mi ha detto di restare più vicino alla porta... di farmi trovare pronto in area di rigore e di fare gol».
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Il ritorno di Simon Sohm
Sono 1500 i giorni che separano l'esordio di Simon Sohm con la Svizzera, a San Gallo contro la Croazia, dal suo possibile ritorno in rossocrociato contro la Serbia in Nations League.
«Sarebbe un'emozione fantastica giocare in casa, per la Nati mi adatterei in qualsiasi ruolo» ha detto il centrocampista del Parma.
Il 23enne, trasferitosi in Italia nel 2020, ha passato momenti tutt'altro che semplici, ma ne è uscito più forte.
«Non è stato facile, ma penso che la fiducia che ricevo da tutto l'ambiente sia una parte fondamentale della mia crescita», ha concluso lo zurighese.