Aveva 58 anni, Gianluca Vialli, ex attaccante di Sampdoria, Juventus, Chelsea e della Nazionale italiana. Da cinque anni in lotta con un tumore, l'ex gemello del gol non ce l'ha fatta.
Gianluca Vialli è ricordato come uno dei più grandi centravanti degli anni Ottanta e Novanta, d'Italia e d'Europa.
Nato a Cremona nel 1964, il centravanti mosse i primi passi nel calcio dei grandi con la maglia della sua città, in serie B. Ventenne, con il vizio del gol, Vialli fu portato a Genova dall'allora presidente della Sampdoria Paolo Mantovani, che ne aveva intuito il potenziale. Nel capoluogo ligure troverà il coetaneo Roberto Mancini, mentre nel 1986 arriverà a guidarli l'iconico allenatore Vujadin Boskov.
La grande Sampdoria
Grazie a Vialli e Mancini, e alla guida di Boskov i blucerchiati conquistarono la loro seconda Coppa Italia nel 1988 e nella successiva stagione raggiunsero la finale di Coppa UEFA - persa per 2-0 contro il Barcellona. Arrivò poi il secondo trionfo consecutivo in Coppa Italia e la vittoria in Coppa delle Coppe, sulla quale la Sampdoria mise le mani dopo aver sconfitto l'Anderlecht in finale. Nel 1991, il dominio di Vialli e compagni fu totale, tanto che le sue 19 reti, sommate alle 12 dell'amico Mancini portarono a Genova l'unico scudetto della storia della Samp.
Vialli lasciò Genova l'anno dopo, e così anche Boskov, che di lui disse: «Vialli era un vero professionista. Mi impressionò vedere come si comportava con i suoi compagni. Una volta, dopo una sconfitta, venne da me e mi chiese se poteva portare la squadra, fuori città in una discoteca. "Mister, io non posso sopportare questo ambiente negativo, le critiche. Ma lei non deve venire, ci penso io ai ragazzi”. E io lo lasciai fare».
Juventus e poi l'Inghilterra
Gianluca Vialli lasciò Genova per un club importante, il più titolato di tutti: la Juventus, con la quale giocò quattro stagioni, conquistando un altro scudetto e una Coppa dei Campioni. A 32 anni, poi, Vialli, cambiò ancora, prendendo la via della Premier League. Al Chelsea rimarrà fedele per cinque stagioni, una della quali anche da allenatore.
Gianluca Vialli ha fatto parte del gruppo di giocatori che hanno vinto i tre principali tornei UEFA. Vialli è stato anche capocannoniere del Campionato Europeo Under 21 del 1986 e della Coppa Italia 1988-1989!
L'avevano soprannominata Sampdoro, quella formazione di cui Gianluca Vialli e il gemello del gol Roberto Mancini erano gli imprescindibili trascinatori, goleador, soprattutto amici. I due ricorderanno a parole e gesti questo legame, che li unirà fino alla fine.
Un mese fa, quasi a presagire il tragico addio del campione, nelle sale cinematografiche italiane è uscito il racconto cinematografico di quella Sampdoria, dal titolo 'La Bella Stagione'.
«Quegli sono stati gli anni di una splendida giovinezza», aveva detto anni fa Roberto Mancini alla Gazzetta dello Sport.
«Io non sono mai sceso in campo senza pensare di poter battere l'avversario. Mai, in tutta la mia vita. Sono stato fortunato. Con la Cremonese puntavo alla promozione, ed era possibile. Poi con la Samp allo scudetto, possibile anche quello. Con la Juve alla Champions e ce la facemmo. Erano squadre forti, con grande carattere. È diverso se scendi in campo sperando di non perdere. Giocare nella Juve per me e stato un grande onore. Ma io ho ricambiato faticando tanto, correndo tantissimo. Quando mi toglievo la maglietta, non importa se quella dell'allenamento o della partita, era sempre bagnata di sudore», aveva detto anni fa Gianluca Vialli al Corriere dello Sport. Un professionista serio, lo aveva detto Boskov.
Serenità e vigore che nel 2017 vennero però strappati all'uomo Gianluca Vialli, quando gli fu diagnosticato un cancro. L'ex bomber si sottopose a chemioterapia e dovette abbandonare il suo ruolo di commentatore a Sky. Ma il coraggio di combattere, quello rimase.
Nell'autunno del 2019, per volerlo vicino a sé, ecco che il grande amico Roberto Mancini lo chiamò a far parte dello staff tecnico della Nazionale azzurra. Nel 2020, il male sembrava debellato... e invece, il 20 dicembre la notizia piomba come una mannaia: la malattia è tornata a farsi sentire, le condizioni dell'ex attaccante sono peggiorate.
«Io sono convinto che i nostri figli seguano il nostro esempio più che le nostre parole. Quindi credo di avere meno tempo, adesso che so che non morirò di vecchiaia. Spero di vivere il più a lungo possibile però mi sento molto più fragile di prima e quindi ogni mio comportamento mi porta a fare questo ragionamento: è la cosa giusta che sto mostrando alle mie figlie? E in questo senso cerco di essere un esempio positivo».
Grazie Gianluca Vialli, per aver popolato di grinta gli anni della mia splendida giovinezza e per aver ispirato coraggio, tanti anni dopo. Buon viaggio.