Euro 2024 Considerazioni sulle favorite, la Svizzera, la sorpresa e la squadra deludente 

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19.6.2024

Toni Kroos sparerà le sue ultime cartucce ... e l'inizio è stato più che promettente
Toni Kroos sparerà le sue ultime cartucce ... e l'inizio è stato più che promettente
KEYSTONE

Martedì sera è terminato il primo turno della fase a gruppi di Euro 2024. Prima di buttarci a capofitto nel prossimo capitolo facciamo il punto della situazione.

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Tutte le squadre nazionali hanno così giocato la prima partita degli Europei in fase di svolgimento in Germania. Condividiamo qui alcune considerazioni. 

L'ordine scelto rispecchia i pronostici forniti dal super-computer di Opta (leggi articolo). Prendiamo in considerazione le favorite al titolo di campione d'Europa e la Svizzera, aggiungendo una nota sulle due Nazionali che dopo la prima partita hanno destato sensazione, in positivo e in negativo.

Inghilterra: Bellingham superstar, squadra rimandata

Data come favorita, con il 19,9% di probabilità, la squadra messa in campo da Southgate contro la Serbia ha brillato per 25 minuti nel corso del primo tempo, sufficienti per permettere a Jude Bellingham di segnare la rete della vitttoria.

È stato proprio il 20enne, stella del Real Madrid, ad impressionare maggiormente - tanto da vincere il premio come 'man of the match'. Non solo per il gol, da attaccante vero, ma anche e soprattutto per aver concesso sprazzi di magia, velocità e fiducia anche quando gli altri, erano a secco di entrambe.

Il resto della sfida contro la Serbia non ha certo messo in mostra una squadra capace di poter andare a prendere il titolo, che 55 milioni di inglesi attendono da tre, anzi da sempre - visto che gli Europei l'Inghilterra non li ha mai vinti.

Rimandati a un prossimo giudizio.

Francia

Diciamo che l'altra grande favorita - il supercomputer le dà il 19% di probabilità di vincere il torneo - ha iniziato con un certo affanno. La vittoria contro l'Austria è stata risicata - 1:0 - e l'infortunio di Mbappé al naso non promette bene. 

Ma tant'è, i transalpini hanno incamerato i primi tre punti, e questo è quello che più conta: c'è tempo per rinsaldare la fiducia, per affilare gli artigli e per mettere i propri uomini migliori nella condizione migliore per incidere.

Mbappé ha fatto il suo contro l'Austria, Griezmann ha brillato, Theo Hernandez ha spinto come sa, mentre Thuram, Dembélé e specialmente Saliba hanno faticato alquanto. Kantè invece è un capitolo a parte: nonostante i suoi 33 anni e il fatto che non giochi più in Europa, il centrocampista difensivo francese è ancora un motorino inarrestabile.

L'Austria è stata veramente un avversario coriaceo, è lo dimostra il fatto che la Francia ha segnato un solo goal, oltre che rischiare assai di finire il primo tempo in svantaggio.

I dati però dicono che nonostante un leggero maggiore possesso palla degli asutriaci, è stata la Francia ad essere più pericolosa, con 14 conclusioni in porta contro le 5 degli avversari.

Francia rimandata al prossimo match, per capire la sua vera forza, con o senza Mbappé.

Germania: Kroos direttore infallibile, attaccanti micidiali

Sotto un enorme pressione per giocare in casa, per anni di grandi delusioni nei tornei interazionali, la 'Mannschaft' messa in campo da Nagelsmann ha davvero impressionato per energia, capacità realizzativa e per spirito.

Su tutti, scegliamo Toni Kroos, che a fine Europeo smetterà di fare il giocatore. Mancherà al calcio. L'ex stella del Real Madrid ha infatti messo in campo una prestazione non eccezionale, quasi normale verrebbe da dire: ha smistato palloni senza sosta, li ha depositati sui piedi dei colleghi con la precisione di un orefice, andandoli a prendere dietro, sulla linea dei difensori.

Arrogante? Forse. Certamente tutti vorrebbero averlo in squadra. Dopo quasi 80 minuti di gioco è stato sostituito - il campionato è ancora lungo - e lui, dopo tanta corsa, recuperi e passaggi a iosa (uno solo sbagliato su 102 effettuati), ha salutato con i capelli al solito posto di quando la partita è iniziata. Nessun sudore, nessun segno di stanchezza. Se continuerà così la Germania potrebbe andare lontana... molto lontana. 

Certo, bisognerà rivederli tutti contro una squadra meno arrendevole e spaventata della Scozia, travolta venerdì scorso per 5-1, ma la Nazionale tedesca ha lasciato un'ottima impressione.

Spagna: meno tiki-taka e più sostanza

Modric non è più giovanissimo, Perisic non gioca più in Europa, ma la Nazionale croata è ancora un squadra da temere: semifinalista agli ultimi Mondiali, finalista nel 2018. Nonostante ciò la Spagna ha padroneggiato con un comodo 3-0.

Una squadra giovanissima quella iberica, che ha mandato il rete anche un certo Lamine Yamal, anni 16 - non c'è nessun errore di battitura.

Spagna, che dal 2008 si è presa il lusso di vincere due Europei e un Mondiale, anche grazie al tiki-taka, quello di Guardiola, Iniesta, Xavi e compagnia bella.

Furie Rosse che per la prima volta dal 2008, appunto, hanno avuto meno possesso palla dell'avversario: 54% per la Croazia - niente di strano, i balcanici sono dei maestri anche in questo.

Formazione messa in campo da Luis de La Fuente che fa ancora del palleggio un suo marchio di fabbrica, ma non fine a sé stesso. La Spagna ha dimostrato di saper essere cinica quanto basta, sfruttando al meglio le poche occasioni da rete.

Se dovesse essere questo il leitmotiv del nuovo corso le altre pretendenti al titolo sono avvertite: qualità generale, due o tre fuoriclasse e cinismo. Bastera?

Italia: le due facce dei campioni in carica

L'Italia, con le parole del ct Luciano Spalletti «una qualche bischerata la deve fare». Si riferiva all'errore di Di Marco che ha portato al gol dell'Albania, a meno dello scadere del primo minuto di gioco della gara d'esordio degli Azzurri contro l'Albania.

Gli italiani hanno però avuto il merito di ingoiare il rospo, in maniera quasi istantanea, e portarsi subito in attacco: 1 e 2, così dopo 16 minuti di gioco il risultato favoriva ai campioni d'Europa in carica.

Difficile trovare un primo attore nella formazione messa in campo sa Spalletti, ma lo spirito dimostrato nel reagire allo shock iniziale è sicuramente lodevole. Chiesa, se continuerà così, dal canto suo, sembra essere l'unico azzurro in grado di saltare l'uomo, di fare la differenza.

Gli altri sessanta minuti della partita sopraccitata sono invece stati alquanto noiosi e privi di slancio. Un'Italia dalle due facce. Il suo cammino dipenderà molto da quale delle due deciderà di mostrare e per quanto tempo.

Svizzera: lecito sognare e osare, come ha fatto Murat

Duah, Aebischer, Embolo, Ndoye e Xhaka. La Svizzera non è solo loro, ma questa cinquina ha davvero entusiasmato sabato contro l'Ungheria. I problemi in attacco, tanto deplorati nei mesi scorsi, si sono sciolti sotto il sole tedesco. Svaniti. Il capitano ha dimostrato i motivi per i quali da un decennio a questa parte è stato molto apprezzato prima in Premier League e ora in Bundesliga.

Se la Svizzera dovesse continuare così le sorprese sono dietro l'angolo. Murat Yakin ha saputo mettere insieme un mix di giocatori di grande esperienza internazionale con dei giovani volenterosi e veloci, magari anche senza esperienza, come il caso di Duah. 

Sognare non costa nulla, ma le premesse per sognare e anche in grande ci sono.

La bella sorpresa 

Trent'anni fa, quando per un breve periodo poteva vantare di essere tra le migliori squadre del mondo, la Romania aveva conquistato i cuori per la spettacolarità dei vari Hagi, Popescu, Lupescu, Monteanu, Dumitrescu.

Anche se la squadra vista all'opera contro l'Ucraina non può essere paragonata tecnicamente a quella degli anni '90, la prima prestazione messa in campo in questo torneo ha fatto ricordare le leggende.

L'Ucraina non ha capito cosa l'avesse colpita. Si sono scontrati con un muro di mattoni per quasi mezz'ora prima che Nicolae Stanciu, con una dimostrazione di tecnica stupenda, ha ricordato il mito Hagi.

Nicolae Stanciu
Nicolae Stanciu
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Negli ultimi minuti, con la Romania in vantaggio di tre gol, Radu Dragusin, autore di una partita eccezionale, ha esaltato il pubblico ad esempio della sua squadra: fisicità e aggressività controllata, tre reti e un'alone di leggenda. La Romania del calcio sembra rinata.

La grande delusione

La Scozia è vero, nessuno se l'aspettava in grado di impensierire davvero la Germania, ma il modo in cui i beniamini della Tartan Army si sono arresi alla contraerea tedesca non fa certo ricordare i valorosi uomini di Mel Gisbon nel film storico 'Braveheart'.