In un'intervista rilasciata alla «RSI», Lara Gut-Behrami ha aperto il suo cuore al termine di una stagione eccezionale, rivelando come la passione per lo sci e le relazioni familiari abbiano plasmato il suo percorso verso il successo. Tra riflessioni personali e sportive, la campionessa rossocrociata ha condiviso la trasformazione che l'ha portata a dominare le piste con un nuovo spirito e una rinnovata consapevolezza.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Lara Gut-Behrami ha descritto come la preparazione estiva nello slalom gigante le abbia fornito una base solida che ha saputo trasformare in successo durante tutta la stagione.
- La sciatrice elvetica vive lo sci non solo come una professione, ma anche come una passione familiare. E ciò le ha permesso di ottenere i migliori risultati della sua carriera, superando le insicurezze del passato con un nuovo approccio alla vita e allo sport.
- Lara ha riflettuto anche sulla sua evoluzione personale e sportiva, ammettendo che in passato si nascondeva dietro una maschera, mentre ora, con il supporto di familiari e amici, ha trovato equilibrio e soddisfazione personale al di là dei soli risultati agonistici.
«Durante l'estate sono riuscita a creare una base molto solida nel gigante, ed è stata una grandissima soddisfazione riuscire a trasformare tutto ciò in gara», ha spiegato Lara Gut-Behrami ai microfoni della «RSI» al termine della sua miglior stagione di sempre.
«Nonostante l'eccellente inizio, ci sono stati dei momenti difficili, dove ho dovuto riflettere su come affrontare gli ostacoli. Sono soddisfatta di aver avuto la capacità di migliorarmi, anche in campi dove fino a quest’anno spesso avevo faticato. Penso per esempio di riuscire a rimanere lucida tenendo d'occhio l'obiettivo, a spingere sulle cose importanti e ridurre i tempi dove in passato mi perdevo nelle difficoltà», ha proseguito l'analisi la 32enne.
Per Gut-Behrami lo sci non rimane esclusivamente una professione, anzi. «Penso di sciare ancora perché non è solo un lavoro, non è solo una cosa che mi piace un sacco fare, non è solo la curva perfetta che ti dà un'ottima sensazione. Per me è sempre stata un affare di famiglia».
«Prima, a volte, era come combattere contro i mulini a vento»
L'atleta ticinese ha inoltre spiegato come la sua nuova vita fuori dalla pista le abbia permesso di raggiungere i migliori risultati della propria carriera.
«Quando ero giovane contava solo vincere, perché pensavo di essere visibile solo attraverso i risultati. Non sapevo che valore avessi. Negli anni ho trovato mio marito e sono riuscita a parlarne con i miei genitori. Adesso ho le idee chiare su come voglio affrontare le cose».
«Non vuol dire che è sempre facile, - ha sottolineato Lara - ma voglio essere coerente e lucida. Sono molto emotiva, ma sugli sci non voglio esserlo, perché tante volte mi sono messa i bastoni tra le ruote».
«Sono una persona completamente differente. Del 2016 mi ricordo poco, poteva essere qualcosa di fantastico, ma mi ricordo tante cose brutte. C'è tanto vuoto e portavo una maschera, cercavo di mostrarmi sicura di fronte al mondo, ma in realtà non riuscivo nemmeno a dominare le mie insicurezze interiori».
«Mi dispiace perché quella coppa avrebbe dovuto significare qualcosa raggiunto con la squadra e la famiglia, un premio insomma. Invece per me è stata l’inizio della fine, con l’incidente…».
Infine Lara è tornata a parlare dell'importanza delle relazioni significative che le hanno permesso di crescere ulteriormente, e sbocciare di nuovo, più bella di prima. «Con l'aiuto delle persone giuste sono riuscita a cambiare e quest’anno la cosa più importante è di stare bene come donna», ha concluso la sciatrice di Comano.