Nessuna nuova serie o film A Hollywood si ferma tutto, attori in sciopero, è scontro aperto coi produttori

SDA

13.7.2023 - 14:36

Hollywood si prepara al primo sciopero congiunto di attori e sceneggiatori dal 1960. La contrattazione tra i produttori e gli interpreti di cinema e tv è saltata alla mezzanotte di Los Angeles, le 9:00 in Svizzera.

Il 12 luglio è scaduta la proroga sulla fine del contratto tra sindacato SAG-AFTRA (Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists) e i produttori dell'AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers).

Il sindacato SAG-AFTRA proclamerà ufficialmente la mobilitazione giovedì mattina (nel pomeriggio in Svizzera) e venerdì le star del piccolo e grande schermo si uniranno ai colleghi scrittori e sceneggiatori nei picchetti che da inizio maggio paralizzano l'industria dello spettacolo statunitense.

Sarà il primo sciopero degli attori contro l'industria cinematografica e televisiva dal 1980 e la prima volta che attori e sceneggiatori incrociano le braccia contemporaneamente dal 1960, quando a capo dell'ordine degli attori (che allora si chiamava Screen Actors Guild) c'era Ronald Reagan, che poi diventerà presidente degli Stati Uniti una ventina di anni dopo, nel 1981.

«Non c'è un accordo equo»

«Dopo più di quattro settimane di trattativa, l'Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp), l'associazione che rappresenta i principali studi di produzione e di streaming – tra cui Amazon, Apple, Disney, NBCUniversal, Netflix, Paramount, Sony e Warner Bros Discovery – non si è mostrata disponibile a offrirci un accordo equo», si legge nel comunicato della Sag-Aftra, l'ordine che riunisce circa 160'000 attori.

«Dall'inizio dei negoziati, il 7 giugno, prosegue la nota, i nostri rappresentanti hanno investito ogni giorno, fine settimana e festività, a lavorare per un accordo che proteggesse noi attori e artisti.

Un pericolo concreto: l'uso dell'AI

Negli ultimi dieci anni, il nostro compenso è stato gravemente eroso dall'ascesa dello streaming. Inoltre, l'intelligenza artificiale rappresenta una minaccia cruciale per le professioni creative e tutti gli attori e gli artisti meritano un contratto che li tuteli dallo sfruttamento del proprio volto e talento senza consenso e retribuzione.

L'Amptp ha negato che gli enormi cambiamenti in corso nell'industria dello spettacolo e nell'economia in generale abbiano un impatto nefasto su chi lavora per loro. Le risposte dei produttori alle nostre proposte non sono state adeguate.

I 90 anni della nostra storia sindacale, sono la prova di quello che possiamo raggiungere se restiamo uniti e determinati. Per il futuro della nostra professione, restiamo uniti».

La replica dei produttori: «È una scelta dei sindacati»

Di segno opposto, ovviamente, il comunicato rilasciato dagli Studios verso l'una di notte, appena il tavolo è saltato: «Siamo profondamente delusi dal fatto che la Sag-Aftra abbia deciso di abbandonare la vertenza. È stata una scelta del sindacato, non nostra.»

«Ha respinto la nostra offerta di un aumento storico dello stipendio minimo e dei diritti d'autore, tetti molto più alti ai contributi pensionistici e sanitari e una protezione rivoluzionaria dall'intelligenza artificiale.»

«Invece che continuare a trattare, il sindacato ci mette tutti in una situazione che aggraverà le difficoltà economiche di chi lavora nell'industria dello spettacolo e dipende da essa per il proprio sostentamento».

Forti conseguenze sulle serie TV e i film

Poiché nessuno sa quanto durerà lo sciopero, nessun nuovo film o serie vengono realizzati. Diverse nuove produzione hanno dovuto essere interrotte. Tra queste la commedia «Good Fortune» di Keanu Reeves e Seth Rogen, la quinta stagione della serie di Netflix «Stranger Things» e la nuova serie di Disney+ «Daredevil: Born Again».

I nuovi episodi di «Grey's Anatomy» saranno trasmessi in ritardo e la stagione sarà probabilmente accorciata. Le prossime stagioni della serie di Zendaya «Euphoria» non è attesa prima del 2025.

L'inizio delle riprese della quarta stagione di «Emily in Paris» è stata posticipata di almeno due mesi. Anche il reboot di «Blade» di Mahershala Ali e il prossimo film di Tom Holland su Spider-Man subiranno un ritardo.

Anche gli attori celebri contro i produttori

In una lettera aperta di qualche giorno prima della chiusura delle trattative, firmata da note star di Hollywood come Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Rami Malek, Glenn Close e Ben Stiller, si chiedeva di non fare marcia indietro verso i produttori. 

A sostegno degli sceneggiatori, che sono in sciopero dall'inizio di maggio, per le stesse ragioni, giova ricordare che sono già scese in campo stelle del calibro di Mark Ruffalo, Rob Lowe e Cynthia Nixon.

SDA