Jaoquin Phoenix nei panni di «Joker».
L'attore statunitense in alcune scene del film «Joker», in cui interpreta il celebre villain.
Jaoquin Phoenix in «Joker».
Jaoquin Phoenix in «Joker».
Robert De Niro e Jaoquin Phoenix in una scena del film premiato a Venezia con il Leone d'Oro.
La locandina del film «Joker», diretto da Todd Phillips e interpretato da Jaoquin Phoenix.
Jaoquin Phoenix nei panni di Joker, il celebre villain dei fumetti
Jaoquin Phoenix nei panni di «Joker».
L'attore statunitense in alcune scene del film «Joker», in cui interpreta il celebre villain.
Jaoquin Phoenix in «Joker».
Jaoquin Phoenix in «Joker».
Robert De Niro e Jaoquin Phoenix in una scena del film premiato a Venezia con il Leone d'Oro.
La locandina del film «Joker», diretto da Todd Phillips e interpretato da Jaoquin Phoenix.
Una delle domande sul suo nuovo ruolo nel film «Joker», in cui interpreta il noto villain dei fumetti, non è piaciuta all’attore/attivista.
Jaoquin Phoenix si rifiuta di portare a termine l’intervista con Robbie Collin per il giornale britannico Daily Telegraph (poi ci ripensa).
La domanda che l’ha colto impreparato riguardava il suo ultimo ruolo, dall’impatto potenzialmente violento sul pubblico, nell’imminente film «Joker».
Un'allarmante prospettiva
«Non si preoccupa della possibilità che questo film finisca perversamente con il dare ispirazione proprio a quel tipo di persone di cui parla, con risultati potenzialmente tragici?», chiede il reporter.
Secondo lo stesso Collin, l’attore lo ha guardato in modo confuso e ha risposto: «Perché mai dovresti…? No… no», ha detto Phoenix, prima di uscire dalla sala.
Messo in crisi dalla spinosa domanda
Come riporta la pubblicazione, la star ha poi trascorso l’ora successiva insieme ad un membro della Warner Bros., la casa di produzione della pellicola, nel tentativo di «riprendere in mano la situazione».
A seguito della chiacchierata, Phoenix è tornato in sala per rispondere alla domanda.
«Credo che la maggior parte di noi sia in grado di capire la differenza tra bene e male, ma ci sono anche tante persone che non sono capaci di interpretare una cosa per come è stata creata. C’è chi interpreta male il testo di una canzone, o il passaggio di un libro. Dunque non credo che sia il regista ad avere la responsabilità di insegnare la morale o la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Voglio dire, credo che sia ovvio», ha concluso.
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