Giubileo di PlatinoL'assenza della Regina riapre degli interrogativi
SDA
3.6.2022 - 10:30
Tornano a far capolino fra i commentatori britannici gli interrogativi sulla tenuta fisica di Elisabetta, dietro i titoli entusiasti dei tabloid che sottolineano il trionfo di popolo tributato alla sovrana 96enne.
03.06.2022, 10:30
03.06.2022, 11:02
SDA
L'apparizione sul balcone di Buckingham Palace, momento simbolico clou dei festeggiamenti di ieri, prima giornata di celebrazioni pubbliche del Giubileo di Platino dei suoi 70 anni di regno da record, al culmine della parata di Trooping the Colour, domina la scena nei titoli di stamane. Ma la rinuncia annunciata ieri sera in extremis alla partecipazione alla liturgia di ringraziamento del Giubileo in programma nella tarda mattinata di oggi nella cattedrale di St. Paul – con l'attesa presenza anche del principe ribelle Harry, tornato nel Regno per l'occasione con la consorte Meghan e i piccoli Archie e Lilibet Diana – fa riflettere.
L'interpretazione prevalente è che Elisabetta sia inevitabilmente provata dalle fatiche di ieri, aggravate dai problemi di mobilità pubblicamente confessati negli ultimi mesi. L'espressione usata dal palazzo nel comunicato in cui è stato formalizzato questo ennesimo forfait recente fa riferimento in effetti a un certo «discomfort»: quindi non un malore, bensì – apparentemente – un malessere passeggero frutto di stanchezza.
Un affaticamento, insomma, che non le ha impedito anche dopo l'annuncio di farsi vedere di nuovo in pubblico ieri sera all'interno del parco del castello di Windsor, per l'accensione di un falò che ha dato il via a uno spettacolo luminoso globale in suo onore organizzato contemporaneamente in 3000 diverse località del Regno Unito e delle nazioni del Commonwealth. Ma ha evidentemente suggerito di evitarle l'ulteriore strapazzo di un nuovo spostamento oggi nel cuore di Londra e d'un lungo rito pubblico in chiesa.
Secondo Jonny Dymond, royal correspondent della Bbc, il Giubileo appare del resto sempre più come un momento di «celebrazione e ringraziamento per un'era che si avvia alla conclusione». Sullo sfondo di segnali come la delega negli ultimi mesi all'eterno erede al trono Carlo della rappresentanza della monarchia in tutte le più importanti cerimonie «militari, religiose e istituzionali» del Regno che a suo giudizio evocano una co-reggenza di fatto: «Una transizione che nel più britannico dei modi – non dichiarato, non scritto e non espresso – è già cominciata».