Musica Beatrice Quinta e la violenza di genere: «Ho subito episodi di abuso»

Covermedia

12.6.2024 - 11:01

Beatrice Quinta
Beatrice Quinta

La cantante siciliana vuota il sacco sulle esperienze negative vissute con l'ex.

12.6.2024 - 11:01

Beatrice Quinta ha aperto il suo cuore nell'EP di debutto, «Devota», dove affronta le ombre del suo passato e le esperienze di violenza subite da persone di cui si fidava.

In un'intervista rilasciata a Vanity Fair, Beatrice rivela come il processo di creazione dell'album sia stato un atto di catarsi e una dichiarazione di nuova consapevolezza, frutto di una crescita interiore che l'ha trasformata nella donna sicura che è oggi.

«Ci ho messo tutto l'amore del mondo», spiega la cantante, «nel mio progetto volevo sincerità ed emotività, volevo mettere in luce le fragilità e mostrare una presa di coscienza delle cose spiacevoli che mi sono capitate».

«Ho subito episodi di abuso»

Interrogata sulla necessità di questa onestà totale con il pubblico, Beatrice risponde: «Il mio messaggio è sempre stato: "Amati, sii libera". Ma mi sono resa conto che non stavo raccontando tutta la storia: anche se ci si ama, succede di attraversare fasi in cui non ci si capisce, in cui si soccombe a schemi sociali e pregiudizi. Amarsi è un lavoro che non finisce mai, e io volevo raccontare anche il "dietro le quinte"».

Le parole di Beatrice raccontano una profonda riflessione personale sulla natura delle relazioni abusive, spesso mascherate da dinamiche quotidiane.

«Lo so, e le ho vissute anche in prima persona: ho subito episodi di abuso che ho scoperto essere terribilmente comuni fra le donne che conosco, quando ho cominciato a confrontarmi con loro. La violenza ha tante sfumature, e io l'ho subita da persone di cui mi fidavo. Senza rendermi conto che si trattasse di abuso».

Solo in seguito, grazie al sostegno degli amici, Beatrice ha realizzato la gravità di quelle esperienze.

Nonostante la consapevolezza del femminismo, Beatrice ammette di aver tardato a parlare per paura dello stigma sociale: «Forse, a livello inconscio, per evitare lo stigma. Sapevo che a Palermo avrebbero liquidato certi episodi con qualche frase lapidaria, come: «A quella lì sarà anche piaciuto», o avrebbero detto che stavo mentendo. È assurdo: ero più preoccupata di cosa avrebbero detto che di cosa ci fosse bisogno di dire».

La musica è stata la salvezza

La tragica vicenda di Giulia Cecchettin ha poi amplificato la discussione sulla violenza contro le donne, portando a una maggiore consapevolezza collettiva. «Dopo il femminicidio di Giulia, c'è stato un wakening generale: ora nessuno può più ignorare la questione della violenza», osserva Beatrice.

Per Beatrice, la musica è stata una salvezza, un modo per esprimere e trasformare il dolore in qualcosa di potente e liberatorio. «Io ho sempre vissuto la musica come terapia: nelle fasi più buie sono nati i pezzi in cui vado più fiera. Il momento più bello è stato creare Devota, in cui racconto sì la mia fragilità, ma anche la mia forza».

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