Giornata «storica»Votazioni federali, ecco come la stampa evidenzia i «successi» di sinistra e sindacati
st, ats
4.3.2024 - 06:00
Un «risultato storico», una «conquista»: i giornali svizzeri enfatizzano il chiaro «sì» all'iniziativa per la tredicesima AVS. L'aumento del costo della vita, unito all'assenza di una controproposta, spiega in gran parte questo risultato.
04.03.2024, 06:00
04.03.2024, 08:28
ATS
Le Temps ritiene che le autorità non abbiano colto il grado di esasperazione dei cittadini nei confronti della spesa pubblica e della crisi del potere d'acquisto. Il plebiscito a favore della tredicesima AVS dimostra che il primo pilastro è diventato un «porto sicuro» per gli svizzeri.
L'opinione pubblica ha ritenuto preferibile aumentare le pensioni garantite, nonostante il costo significativo di questa misura, «piuttosto che aspettare micro-misure da parte di autorità prive di forza d'animo», insiste l'editoriale del quotidiano ginevrino.
«Vergognosa» mancanza di compromessi
Le Temps critica anche il Consiglio Federale e il Parlamento per «non aver abbandonato il loro dogmatismo e proposto al pubblico controprogetti più equilibrati». Dovranno ora tornare a un compromesso costruttivo, che permetta un finanziamento sopportabile sia per le aziende che per i privati.
Per le testate del gruppo ESH (Le Nouvelliste, ArcInfo e La Côte), i sindacati e la sinistra hanno compiuto un'impresa facendo approvare il loro progetto in un Paese così rapido nel respingere qualsiasi nuova spesa sociale. Ma questa volta il contesto è molto diverso.
L'aumento del costo della vita ha eroso i redditi di tutta la popolazione. I politici, però, non hanno agito: la destra e il Consiglio federale ripetono fino allo sfinimento che la situazione in Svizzera è migliore che altrove in Europa.
Il fatto che non si sia trovato un compromesso politico per alleggerire, anche di poco, l'onere sui residenti, compresi i pensionati, in un Paese ricco come il nostro «è una specie di vergogna», affermano i tre giornali.
Giornata «storica»
In un commento video, l'Aargauer Zeitung ha parlato della «più grande estensione sociale mai raggiunta da un'iniziativa».
Il trionfo rappresenta una «vittoria storica» per la sinistra, secondo La Liberté. Dalla bocciatura dell'ultima iniziativa AVS nel 2016, il contesto è cambiato. L'inflazione sta pesando sul potere d'acquisto delle famiglie svizzere, colpendo in particolare alcune persone anziane.
«Portato con brio da araldi come Pierre-Yves Maillard, il discorso della sinistra ha trovato un'ampia eco, anche tra gli elettori di destra», analizza il quotidiano.
Il Tages-Anzeiger è dello stesso avviso, sottolineando che «mai prima d'ora il popolo ha accettato un'iniziativa sull'AVS, mai prima d'ora la sinistra è riuscita a conquistare la maggioranza alle urne con un'estensione dello Stato sociale e mai prima d'ora ha convinto così tanti elettori borghesi».
Per il quotidiano zurighese, è improbabile che le riforme unilaterali ottengano una maggioranza.
Il successo dell'iniziativa segna una svolta nella politica svizzera, analizzano 24 Heures e Tribune de Genève. In particolare, la destra ha peccato di arroganza.
Per i due quotidiani, i partiti borghesi non hanno capito che il mondo è cambiato dal 2016 e dal clamoroso rifiuto (59%) dell'iniziativa AVS Plus. La crisi del potere d'acquisto, sottolineata dalla sinistra, non è solo una fantasia elettorale.
L'iniziativa ha beneficiato anche di un contesto favorevole, in particolare dell'aumento quasi generalizzato dei prezzi che rende difficile per molti pensionati arrivare a fine mese, aggiunge la Tribune de Genève in un editoriale. Al successo dell'iniziativa ha contribuito anche la scarsa campagna degli oppositori, che ha visto la partecipazione di ex consiglieri federali.
Una vittoria «politica»
Il «sì» alla tredicesima AVS è una vittoria politica, ma non una soluzione al problema della povertà che colpisce tutte le fasce d'età, afferma il Blick in lingua francese. Il sito ritiene che non ci sia nulla da festeggiare.
Secondo la NZZ, dopo il «sì» alla tredicesima AVS, sarebbe opportuno sollevare rapidamente la questione del finanziamento di pensioni più elevate.
Per mantenere «almeno un po' più di equità tra le generazioni», scrive il quotidiano zurighese, una parte dei costi dovrebbe essere recuperata aumentando l'età normale di pensionamento da 65 a 66 anni. Questo coprirebbe circa il 40-50% dei costi aggiuntivi.